Per l’ultima puntata del nostro approfondimento sul Bangladesh, abbiamo scelto di raccontarvi l’impegno dei giovani attivisti di una remota regione del paese nella risposta all’emergenza per il Covid-19.
Come in quasi tutti i paesi del mondo, anche il Bangladesh in questi mesi sta fronteggiando la sfida del Coronavirus. Abbiamo già parlato qualche tempo fa di come nel paese la situazione sia particolarmente complessa, soprattutto in contesti come Cox’s Bazar, dove la mancanza di servizi essenziali e il grave sovraffollamente rendono la sfida del contenimento del contagio niente affatto semplice.
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Ma in Bangladesh si va avanti, nonostante tutto. Come nel distretto costiero di Satkhira, situato nella zona sud-occidentale del paese al confine con l’India. E’ una zona gravemente soggetta ai disastri ambientali, dove l’economia in gran parte basata sull’agricoltura è spesso in balìa di eventi come cicloni, tempeste, allagamenti, erosione e salinizzazione del terreno.
I giovani di Satkhira soffrono anche a causa degli squilibri socio-economici, come la mancanza di moltissime strutture moderne. ActionAid Bangladesh ha iniziato a lavorare con questi giovani nel 2018, grazie a un progetto di attivismo giovanile che aveva l’obiettivo di sostenere l’emancipazione dei giovani e metterli nelle condizioni di cambiare la loro comunità.
Durante il progetto i giovani e le giovani sono stati condotti attraverso un percorso che li ha supportati nel comprendere i diritti delle persone comuni e a praticare la leadership civica. Come risultato, in meno di due anni, i giovani e le giovani locali sono diventati attivisti e sono riusciti a creare la propria identità e il proprio ruolo all’interno della comunità. Questo ha dato loro la forza di cambiare diversi aspetti negativi della società in cui vivono, attraverso l’advocacy e il campaigning.
Non stupisce che nemmeno la crisi attuale dovuta al virus li abbia potuti fermare. In questa situazione di difficoltà, infatti, gli attivisti di Satkhira non si sono tirati indietro di fronte alle proprie responsabilità di cittadini. Tutti e tutte insieme stanno infatti contribuendo lavorando giorno e notte per tenere la gente della propria comunità al sicuro.
Come? Abbiamo imparato tutti quanto siano importanti le mascherine per evitare il contagio. All’inizio della pandemia, come anche in Italia, era molto difficile reperirne abbastanza per tutti, sia per la scarsità nelle farmacie sia per i prezzi saliti alle stelle. Ma gli attivisti di Satkhira sono riusciti ad ingegnarsi producendo mascherine a basso costo, fatte con materiali locali di recupero, e distribuendone circa 250 circa tra i locali. Non solo, per aumentare la consapevolezza dei propri concittadini rispetto ai pericoli e alle precauzioni da tenere, hanno distribuito oltre 2mila tra volantini e poster disegnati a mano, oltre a materiale come video, post e notizie online.
Insomma, seppure ci siano nel mondo molte ingiustizie e disuguaglianze, e milioni di persone continuino a vivere in condizioni molto difficili, la storia di Satkhira ci mostra come il primo passo per costruire comunità più resilienti e capaci di attraversare le difficoltà sia quello di riconoscere l’importanza, da parte di tutti e soprattutto i più giovani, del proprio ruolo attivo nella comunità.