Due paroline magiche: innovazione e infrastrutture!

Il cammino verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile impegna tutti noi, ormai lo sappiamo, e ci impone di fare uno sforzo immaginando un modo nuovo o per meglio dire “innovativo” di fare le cose. E’ quanto ci invita a fare il Goal 9 dell’Agenda 2030: costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.

Questo invito è rivolto a tutti gli attori e a tutti i settori, ma in special modo a quelli che più di altri impattano attualmente sul nostro pianeta con alte emissioni di CO2 (anidride carbonica), come ad esempio il settore edilizio. Secondo uno studio dell’organizzazione Global alliance for buildings and construction (GlobalAbc), il settore delle costruzioni sarebbe infatti responsabile del 36% del consumo finale di energia e del 39% delle emissioni totali di biossido di carbonio a livello mondiale. Ma numerosi sprechi si verificano anche quando gli edifici vengono abitati (pensiamo alle nostre case) perché non efficienti da un punto di vista energetico. La principale causa di dispersione energetica deriva dagli impianti di aria condizionata che usano perlopiù energia generata da combustibili fossili e sostanze chimiche che rilasciano emissioni di gas serra. L’uso dei condizionatori è triplicato dal 2010, principalmente perché – indovinate un po’! – in tante regioni delle Terra fa sempre più caldo. Un triste circolo vizioso insomma!

Un altro settore fortemente responsabile delle emissioni rilasciate in atmosfera è quello del turismo. Esso infatti è uno dei settori in crescita degli ultimi decenni e l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni unite stima che saranno 37,4 miliardi i viaggi turistici previsti entro il 2030, con una crescita delle emissioni legate ai trasporti del 103% rispetto al 2005.  Questa prospettiva impone al settore turistico di affrontare una sfida importante: ridurre la propria impronta ambientale. Ma solo se punterà all’innovazione potrà riuscirci.

Per scoprirne di più leggi gli articoli completi qui e qui.

Responsabilità editoriale e i contenuti dell’articolo sono a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)

Media, Donne, Sport: Uisp e Giulia-giornaliste per una rivoluzione culturale

Le due realtà hanno realizzato un manifesto per una corretta informazione sullo sport femminile

“Fisico da urlo”, “icona di stile”, ma uno su tutte, “belle e brave”. Sono solo alcuni dei clichè più ricorrenti quando si scrive di atlete e donne di sport. Molti i giudizi sull’apparenza anzichè sulle prestazioni sportive. Per questa ragione, l’Uisp e Giulia Giornaliste hanno presentato il manifesto “Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione. Cinque i punti base per promuovere un buon giornalismo scevro da stereotipi e pregiudizi, “informare sulle discipline sportive con competenza di merito; evitare di soffermarsi sull’aspetto o i look non più di quanto si scriva dell’aspetto tecnico e delle prestazioni; evitare di focalizzarsi sulle parti del corpo ammiccanti”, e ancora, “dare alle discipline femminili pari visibilità, declinare i ruoli, le funzioni e le cariche al femminile ed evidenziare le discriminazioni e le discrepanze in termini di benefit, premi e tutele”.

L’ Uisp  vuole “mettere in campo delle buone pratiche” come ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp. “Da tempo la nostra associazione è impegnata in un percorso di maturità sul fronte delle pari opportunità nello sport. In questo senso una tappa fondamentale di questo processo è stata la scelta nel 2013 di non avere all’interno della nostra governance il Coordinamento donne. Piuttosto che restringere la discussione solamente all’interno di questo organo abbiamo preferito allargare le problematiche di genere a tutto l’apparato associativo”. Manco ha aggiunto che “nel percorso di emancipazione delle donne non c’è solo un problema di linguaggio ma anche di spazio. Spesso e volentieri, infatti, i social, le testate, la televisione non danno abbastanza importanza allo sport al femminile”. Secondo Manuela Claysset, responsabile delle politiche di genere Uisp, “i punti sanciti dal manifesto, nato dal matrimonio tra Uisp e Giulia Giornaliste, rappresentano il blocco di partenza per costruire un mondo plurale e amichevole tra i sessi e i generi, ma anche per sollecitare il resto della società nell’impegno sui diritti delle donne. Con una rete sempre più estesa da associazioni e federazioni si può migliorare”.

Nella deformazione della rappresentazione delle donne nello sport – atlete, giornaliste, allenatrici, politiche e donne nelle istituzioni – l’informazione svolge un ruolo fondamentale e talvolta contribuisce a promuovere stereotipi e narrazioni discriminatorie. L’incidenza delle atlete è in graduale aumento ma le donne rimangono sottorappresentate negli organi decisionali delle istituzioni sportive.
Il manifesto è stato presentato il 28 maggio 2019 a Roma nella sede della Federazione Stampa Nazionale, da allora diverse iniziative in varie città italiane, lo stanno promuovendo all’interno dell’ambiente giornalistico e istituzionale. Ad esempio, nell’ambito del corso di formazione organizzato martedì 14 gennaio in collaborazione con DireDonne, nella sede nazionale dell’Agenzia di stampa Dire a Roma, e riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti, è intervenuta anche Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp.

GUARDA IL VIDEO con l’intervento di Manuela Claysset

Il 16 luglio scorso si è svolto il convegno “Sport, donne e media – Carta delle regole”, organizzato dal Comune di Milano insieme all’Uisp e Giulia Giornaliste, con l’obiettivo di presentare le linee guida per raccontare sui media lo sport al femminile nel pieno rispetto delle pari opportunità.

Contenuto editoriale a cura di UISP APS

Le mutilazioni genitali femminili sono (finalmente) reato in Sudan

Dopo decenni di battaglie da parte di attivisti e organizzazioni umanitarie, le Mutilazioni Genitali Femminili sono state finalmente dichiarate fuorilegge in Sudan. E’ un traguardo storico per un Paese in cui, secondo l’ONU, 9 donne su 10 (87%) in età compresa tra i 15 e i 49 anni hanno subito questa pratica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, o WHO in inglese) descrive questa pratica ancestrale come “la rimozione parziale o totale, o altri tipi di lesione, degli organi genitali femminili esterni senza che vi siano ragioni mediche. Una pratica che non apporta alcun beneficio in termini di salute per le ragazze e le donne, ma che invece è causa di gravissime conseguenze come emorragie, problemi a urinare, cisti, infezioni e persino complicazioni durante il parto, con un aumento del rischio di partorire neonati già morti”.

Si tratta quindi non solo di una violazione dei più basilari diritti umani delle donne e delle bambine e di una delle forme più estreme di discriminazione di genere, ma anche una di una pratica molto pericolosa che comporta gravissime conseguenze sia sul piano fisico che psicologico, come riporta Abdullah Fadil, rappresentante dell’Unicef in Sudan.

Queste le ragioni principali che hanno spinto la lotta per la messa al bando di questa violazione costante dei diritti di centinaia di milioni di donne. Si stima infatti che siano oltre 200milioni le donne in tutto il mondo ad aver subito a questa tortura rituale, concentrate in quei paesi come il Sudan (ma il fenomeno è diffuso in oltre 30 paesi tra Africa, Medio Oriente e Asia) dove la pratica è maggiormente diffusa. Riuscire a debellare, almeno formalmente, questo fenomeno rappresenta anche un grande passo avanti nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che comprendono anche l’eliminazione delle FGM entro il 2030.

Nonostante il prezioso traguardo, almeno formale, secondo gli osservatori non possiamo immaginare di aver sconfitto questa orribile violazione dei diritti umani con la semplice approvazione di una legge. Per far sì che la disposizione venga effettivamente osservata c’è bisogno di fare un lavoro molto approfondito con le comunità. E’ fondamentale infatti riuscire a diffondere consapevolezza del nuovo provvedimento tra diversi gruppi sociali, come le ostetriche e i sanitari, ma anche le famiglie e i giovani, e promuovere l’accettazione delle nuove regole.

Festival dello Sviluppo Sostenibile: l’appuntamento nazionale con la sostenibilità

È arrivato il momento di presentarvi il Festival dello Sviluppo Sostenibile, la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, e realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 dell’Onu.

Il Festival, organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) insieme ai suoi aderenti e partner, si articola su un arco di 17 giorni, tanti quanti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. A conferma della crescente sensibilità di cittadini e istituzioni su questi temi, pensate che dalle 220 iniziative della prima edizione, nel 2019 gli eventi realizzati sono stati ben 1.060! Un risultato straordinario e incoraggiante.

E anche se quest’anno la manifestazione, inizialmente in programma tra maggio e giugno, è stata rimandata a causa della pandemia, l’impegno dell’ASviS non si è fermato. Nei prossimi giorni infatti ci saràASviS Live: tre passi verso il Festival: tre eventi in diretta streaming per riflettere sulla crisi e stimolare una trasformazione sostenibile per il futuro, in un percorso di avvicinamento alla nuova edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, riprogrammata dal 22 settembre all’8 ottobre.

Tutti possono partecipare. Come? Facile: prendendo parte agli eventi realizzati su tutto il territorio nazionale, organizzando un evento o semplicemente diffondendo il messaggio della sostenibilità! Il Festival nasce infatti per coinvolgere e sensibilizzare fasce sempre più ampie della popolazione e per promuovere un cambiamento culturale di comportamenti individuali e collettivi virtuosi. Parlatene con i vostri genitori, spiegatelo ai vostri amici, diffondetelo sui vostri canali social: solo così potremo puntare a un futuro sostenibile per il nostro Pianeta e la nostra società globale. Insomma: siate portatori di sostenibilità e di un cambiamento positivo e per farlo non perdete l’appuntamento con ASviS Live, il cui primo evento si il 21 maggio, e con il Festival.  Stay tuned, vi aspettiamo!

Per saperne di più vai su festivaldellosvilupposostenibile.it e leggi l’articolo completo qui e scopri il programma dell’evento del 21 maggio.

Responsabilità editoriale e i contenuti dell’articolo sono a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)

Povertà estrema: eliminarla è una sfida globale

Generalmente pensiamo alla povertà come all’essere privi di mezzi materiali, no? In realtà la povertà ha molteplici forme che riguardano anche l’accesso alla salute, all’educazione e più in generale gli standard di vita.

In entrambi i casi i dati disponibili ci raccontano una realtà durissima: sono 736 milioni le persone che nel mondo vivono con meno di 1,90 dollari al giorno, i cosiddetti “poveri estremi”, e ben 1,3 miliardi quelli che vivono la povertà nelle sue svariate dimensioni sopra descritte.

Mentre sta scendendo in tutto il mondo, la povertà estrema aumenta nei Paesi colpiti da conflitti e violenza. Non è un caso quindi se, secondo uno studio recente della Banca mondiale, entro il 2030 fino a due terzi dei poveri estremi potrebbe vivere in Paesi fragili e in stato di conflitto. Ad oggi, infatti, tutti i 43 Paesi del mondo con il più alto tasso di povertà sono in queste condizioni e fortemente concentrati nell’Africa subsahariana.

In Europa certamente la situazione non è così drammatica ma Caritas Europa, nel suo nuovo rapporto sulla povertà e le disuguaglianze, ci racconta che il Vecchio continente deve fare ancora molto per tutelare le fasce più vulnerabili. Tante infatti sono le barriere e gli ostacoli burocratici che queste incontrano nell’accesso a alloggi, istruzione e cura della prima infanzia, occupazione e altri servizi di base. Tra le difficoltà maggiori compaiono la mancanza di informazioni comprensibili, la burocrazia, regole rigorose e requisiti formali, l’assenza di un approccio personalizzato.

In Italia, l’ASviS e il Forum Disuguaglianze e Diversità (Forum DD) hanno presentato una proposta al governo a favore delle categorie più deboli della popolazione per facilitarne l’accesso alle risorse durante questo periodo di crisi dovuta alla pandemia. Nel documento si suggeriscono diverse forme di sostegno al reddito delle famiglie, secondo il principio dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite che recita “Nessuno resti indietro”.

A tal proposito l’imperativo che ci arriva dal Goal 1 dell’Agenda2030 è quello di porre fine a ogni forma di povertà nel mondo. Non dimentichiamocelo.

Per scoprirne di più leggi l’articolo completo qui e qui

 

Responsabilità editoriale e i contenuti dell’articolo sono a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)

 

 

 

L’impegno Uisp nella cooperazione internazionale: il Libano

Da molti anni l’Uisp porta avanti progetti di cooperazione e solidarietà, in particolare nei campi profughi che ospitano comunità palestinesi e siriane

In un periodo di forte crisi e di minori risorse, l’Uisp ha deciso di selezionare le aree di intervento all’estero ma di rendere al contempo il proprio intervento più forte e strutturato. I luoghi scelti sono quelli dell’area mediterranea a ridosso dei grandi conflitti, come il Libano. Allo stesso tempo l’Uisp ha scelto di collaborare con Ong già presenti e consolidate su questi territori attraverso le proprie specifiche competenze nell’ambito dello sportpertutti, coinvolgendo direttamente operatori di Comitati territoriali Uisp, già sperimentati in progetti educativi. Infatti, attraverso il gioco e il movimento libero l’Uisp promuove anche in Libano lo sportpertutti e il diritto di ognuno alla libera espressione di sé.
Anche le manifestazioni nazionali dell’Uisp sono uno strumento di questo lavoro sul campo, che da anni vede impegnata l’associazione dello sportpertutti a fianco delle popolazioni palestinesi e, più recentemente, dei siriani in fuga dalla guerra. Infatti, molti interventi si svolgono proprio a nord del Paese, l’area più vicina alla Siria e di conseguenza ai teatri di guerra, dove più forte è la presenza di campi profughi.
Ad esempio Giocagin 2020 è stata aperta proprio dall’edizione libanese: sabato 22 febbraio a Sidone, il campo profughi di Ein El Helwe, ha ospitato per la prima volta la tappa di Giocagin che, ormai da diversi anni, rivolge la sua solidarietà ai bambini rifugiati palestinesi e libanesi. Questa edizione ha portato avanti il progetto iniziato nella scorsa annualità a sostegno della Fondazione culturale Kanafani. Il campo profughi di Ein El Helwe ha anche aperto i collegamenti in diretta Facebook dalle città di Giocagin, permettendoci di seguire le attività proposte e organizzate dagli operatori della Ghassan Kanafani Cultural Foundation. Circa cinquanta bambini, dai 7 ai 15 anni, sono stati coinvolti nell’edizione libanese di Giocagin, di cui una dozzina con disabilità. La manifestazione si è svolta nella libreria della Fondazione, i ragazzi sono stati divisi in tre gruppi che hanno eseguito diverse esibizioni: balli sulla danza popolare “Dabkeh”; coreografia con la musica e giochi. GUARDA IL VIDEO

Se per Giocagin quella di quest’anno è stata la prima esperienza, nella terra dei cedri Vivicittà è invece ormai una tradizione. Guarda il video realizzato lo scorso anno per celebrare i 12 anni di Vivicittà in Libano

Anche l’ultima edizione, quella del 2019, si è svolta nella mattinata del 6 dicembre scorso nel campo profughi di Ein El Helwe: una giornata di festa e sport che è servita ad alleviare il peso di una situazione difficile per i bambini del campo. L’Uisp ha organizzato una manifestazione sportiva con 120 bambini libanesi, palestinesi e siriani che hanno trascorso una mattinata di gioco nel campo palestinese più grande e problematico del Libano, che ospita circa 70.000 persone.
Si è trattato di una edizione speciale di Vivicittà, iniziativa Uisp da sempre messaggera di pace e convivenza nel mondo, che ha coinvolto bambini e bambine con e senza disabilità, grazie al lavoro della Ghassan Kanafani Cultural Foundation (GKCF), con cui l’Uisp lavora da anni. I bambini si sono cimentati contemporaneamente anche nell’attività di plogging, il cosiddetto “jogging ecologista”: ovvero hanno ripulito il campo, abbinando la corsa (o la camminata) a dei piegamenti che permettono di raccogliere i rifiuti e separarli in appositi sacchetti che i partecipanti portano con sè.

Contenuto editoriale a cura di UISP APS

E luce fu. Numeri e informazioni su una delle nostre risorse più preziose: l’elettricità!

La Giornata internazionale della luce indetta dall’Unesco si celebra il 16 maggio di ogni anno perché ricorre in questo giorno l’anniversario l’invenzione del laser realizzata nel 1960 dal fisico e ingegnere Thedore Maiman. Questa celebrazione più in generale vuole valorizzare il ruolo centrale giocato dalla luce e dalle tecnologie luminose nella vita di tutti nelle aree della scienza, tecnologia, cultura, educazione e sviluppo sostenibile. Nell’Agenda 2030 delle Nazioni unite è il Goal 7 a ricordarci che è necessario assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

Infatti, tra le tante risorse che utilizziamo quotidianamente e che diamo per scontato, c’è sicuramente l’energia elettrica. Forse a qualcuno di voi sarà capitato di ascoltare i racconti dei propri nonni che, solo qualche decennio fa, quando erano giovani, non hanno avuto la nostra stessa fortuna di godere dell’elettricità, soprattutto in casa. Bene, pensate che in quelle stesse condizioni si trovano oggi oltre 840 milioni di persone in tutte il mondo, anche se numerosi progressi si sono avuti tra il 2000 e il 2017. In Europa siamo fortunati perché si investe molto non solo nel settore energetico, ma in particolare in quello delle energie rinnovabili.

Un esempio su tutti è quello dell’eolico. Avete presente quelle grandi eliche bianche solitamente poste in cima alle colline o alle montagne? Impianti simili vengono anche posti in mare, offshore, come si dice tecnicamente. La diffusione delle turbine marine, tuttavia, resta molto concentrata a livello geografico: i nuovi impianti sono stati realizzati in soli cinque Paesi, ossia Regno Unito, Germania, Danimarca, Belgio e Portogallo, secondo quanto ci dice l’associazione Wind Europe.

In ottica di produzione energetica, installare le turbine in mare aperto presenta indiscutibili vantaggi: una migliore quantità e qualità del vento, assenza di ostacoli fisici che potrebbero bloccare o condizionare il flusso delle correnti aeree, turbolenza minore, impatti trascurabili sull’habitat naturale e sulle specie marine.

Per scoprirne di più leggi gli articoli completi qui e qui.

Responsabilità editoriale e i contenuti dell’articolo sono a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)

Bicincittà, una pedalata per tutti in difesa delle nostre città

La manifestazione nazionale dell’Uisp è una festa a pedali, non una gara ma un modo per stare insieme attraverso la bici

Una giornata di festa, trascorsa pedalando in compagnia, senza gare né pericoli: questa è Bicincittà, la manifestazione nazionale dell’Uisp che ogni anno, in maggio, riempie le strade delle nostre città per chiedere strade più sicure e aria pulita. Quest’anno la giornata centrale di Bicincittà era prevista domenica 10 maggio, con il coinvolgimento di decine di Comuni italiani, purtroppo la situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo a causa del CoronaVirus ha obbligato l’associazione a rimandare l’evento.
La carovana festosa di Bicincittà ogni anno invade strade e piazze di tutta Italia: 100 città in bicicletta per chiedere aria pulita, rispetto per l’ambiente, sicurezza per chi usa le due ruote per spostarsi. La manifestazione sportiva organizzata dall’Uisp, ogni anno coinvolge decine di migliaia di ciclisti in tutta Italia, coprendo una serie di fine settimana a partire da maggio sino a settembre.
Bicincittà è una manifestazione rivolta a bambini e famiglie, per coinvolgere le comunità in un’occasione di riscoperta degli spazi urbani e del verde delle nostre città. Contemporaneamente, richiama la passione e l’impegno della Uisp per città più vivibili, a misura di cittadino, per una migliore qualità della vita di tutte e di tutti. Nel nostro paese la vendita di biciclette negli ultimi anni ha superato quella delle automobili, un buon segno. Grazie alla manifestazione dell’Uisp le due ruote diventano per un giorno padrone delle città, scorrendo davanti ai luoghi dell’arte e della cultura, le piazze e le periferie urbane, all’insegna del movimento, del benessere, di una socialità positiva fatta di buone relazioni, di rinnovata umanità, pronta a dire di no alla paura e al rancore.
Si tratta di una pedalata con spirito lento, dolce e solidale, aperta a tutti, non una gara ma un modo per stare insieme attraverso la bici; percorsi urbani o parchi, distanze variabili su itinerari semplici ed adatti a tutti; ritrovi fissati solitamente nel centro storico delle città, dove si parte tutti insieme a velocità controllata, in molti casi si toccano luoghi simbolici, artistici, storici. Poi si fa festa, ristori ed esibizioni di vario genere ad allietare la giornata dove i valori di Bicincittà si incrociano con urgenze e tematiche sociali individuate territorialmente.

Come i bambini possono aiutare a sconfiggere il virus

“Nessuna possibilità per il Corona” è il titolo del fumetto creato da Welthungerhilfe e Wash United per raccontare ai bambini e alle bambine il problema del Coronavirus e i comportamenti per prevenirne la diffusione.

Come è fatto il virus? Come mai non posso vedere i miei amici? Cosa devo fare quando esco di casa?

Akachi, Amina, Oliver e Tara risponderanno a queste e molte altre domande e in ben 20 lingue!

Nessuna possibilità per il Corona” è stato infatti tradotto perché possa essere diffuso il più possibile ed è scaricabile gratuitamente a questo link

E’ importante che i bambini e le bambine siano consapevoli dei rischi legati al coronavirus e le misure di restrizione che devono essere applicate per il suo contenimento. Ecco che cosa puoi fare:

  • Limita i contatti sociali
  • Lavati molto bene le mani
  • Indossa una mascherina quando raccomandato
  • Tossisci o starnutisci nel gomito

Il virus è invisibile e non conosce confini, può apparire in Africa, in Asia, in America, in Europa, nelle grandi e piccole città e persino nei piccoli paesini.

Perciò, ovunque tu sia, rispetta le regole – anche se a volte è difficile! – e proteggi te stesso/a, la tua famiglia e le persone che ti circondano.

Contenuto editoriale a cura di Cesvi

Cesvi è un’organizzazione nata a Bergamo nel 1985 e opera nelle più gravi emergenze umanitarie del mondo; da marzo 2020 è in prima linea nell’emergenza Coronavirus per supportare l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e la popolazione anziana di Bergamo e Milano.

Dal 2002 Cesvi è partner del network Alliance2015, formato da otto ONG impegnate nell’aiuto umanitario e nella cooperazione allo sviluppo tra cui Welthungerhilfe (www.welthungerhilfe.org), che si ringrazia per la creazione del fumetto “Nessuna possibilità per il Corona”.

E’ possibile vedere il fumetto animato (versione inglese) qui:

La lotta alla violenza di genere non va in lockdown

Mesi di lockdown, scuole chiuse, le opportunità sul piano delle opportunità educative e di cittadinanza attiva e consapevole ridotte drasticamente, comunità educanti sui territori che, privi dei luoghi fisici di incontro e scambio quotidiano, si interrogano con quali strumenti e modalità colmare i gap.

 

“Ci siamo attivati subito come ActionAid per supportare le scuole nel loro ruolo educativo e comunitario, rimodulando alcune attività progettuali di Agente 0011 e Youth for love e cercando di cambiare prospettiva: non vedere nella didattica digitale solo un limite, ma ripensare l’approccio educativo e metodologico coniugando il meglio delle opportunità delle metodologie blended con un orizzonte ampio temporale”, afferma Maria Sole Piccioli, Focal Point Education. 

 

All’interno di questa strategia, noi di ActionAid insieme a La Fabbrica (ente accreditato MIUR 170/2016) abbiamo elaborato il corso di formazione online “SDG 5 e il ruolo della scuola nel contrasto e nella prevenzione della violenza di genere”, che si inserisce appieno nelle Linee guida nazionali del MIUR per l’attuazione del comma 16 della legge 107 del 2015 per la promozione dell’educazione alla parità tra i sessi e la prevenzione della violenza di genere. 

 

“Il corso nasce dalle attività formative e laboratoriali di Youth for Love che stanno continuando con dei webinar con docenti e studenti, per fornire ai e le docenti, anche coloro che non partecipano al progetto specifico, efficaci strumenti pratici e teorici per decostruire gli stereotipi di genere e sviluppare abilità e competenze, in particolare quelle di cittadinanza attiva, per il rispetto delle pari opportunità per tutte e tutti, contrastando fenomeni di bullismo e ogni altra forma di violenza o discriminazione”, afferma Corinne Reier, school expert di Youth for Love. 

All’interno di una società in continua trasformazione, è opportuno promuovere una educazione che sappia accogliere e valorizzare la diversità, e che formi cittadini consapevoli, responsabili e inclusivi. 

Durante il processo di crescita vari stereotipi perpetrati nella nostra società legati al genere, alla condizione sociale, all’origine, all’orientamento sessuale, condizionano i comportamenti e sono spesso alla base di violenza e bullismo. La violenza di genere tra i/le adolescenti è un fenomeno complesso e strutturale che si manifesta in molteplici forme e colpisce milioni di bambine e bambini, famiglie e comunità (dati UNESCO e UN Women). L’intera comunità educante gioca un ruolo chiave nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere. In particolare le scuole hanno la responsabilità etica e legale di prevenire la violenza di genere ed educare al rispetto e alle differenze e di gestire adeguatamente gli episodi di violenza attraverso programmi educativi e procedure facilmente attuabili, in collaborazione con attori chiave del territorio. 

Il corso online 

Il corso è diviso in 4 moduli di contenuto e approfondimento e un 5 modulo che raccoglie proposte didattiche concrete e flessibili dedicate a tutti i gradi scolastici per stimolare la decostruzione degli stereotipi e fornire a studenti e studentesse la conoscenza e gli strumenti per riconoscere e contrastare la violenza di genere. 

In particolare il Modulo 1 approfondisce l’ inquadramento teorico e legislativo riguardo alla violenza di genere con particolare attenzione alla Convenzione di Istanbul e all’obiettivo di Sviluppo Sostenibile 5, nel quadro dell’Agenda 2030; il Modulo 2 affronta la questione e il problema degli stereotipi di genere che sono alla base della violenza di genere; il Modulo 3 tratta le varie forme di violenza con l’obiettivo di fornire ai/le partecipanti strumenti concreti per riconoscerle e affrontare la tematica in classe; il Modulo 4 affronta il ruolo della comunità educante nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere fornendo ai/le partecipanti elementi teorici e pratici utili per coinvolgere la comunità di riferimento e aprire la scuola al territorio.

Il webgame Youth4love

Tra gli strumenti educativi online promossi il serious game dedicato ai e alle giovani Youth for Love che affronta i temi della violenza di genere e del bullismo, nell’ambito dell’omonimo progetto . 

Al termine del corso e dopo la compilazione di un questionario finale, i/le partecipanti riceveranno un attestato che potranno consegnare alla segreteria della propria scuola affinché sia inserito nel portfolio personale o caricarlo direttamente sulla piattaforma ministeriale S.O.F.I.A.

Il webinar gratuito 

Mercoledì 13 maggio alle ore 17, ne parleremo nel corso di un webinar con Corinne Reier, School Expert progetto Youth for Love- ActionAid, e Mirella Adamo, direttrice responsabile del corso. Insieme a loro scopriremo come contrastare il bullismo e gli stereotipi a scuola, affrontare il tema delle pari opportunità e promuovere un’educazione in grado di accogliere e valorizzare la diversità e che formi cittadini responsabili, inclusivi, attenti alla sostenibilità di azioni e comportamenti.

Clicca qui per registrarti al webinar

Consulta il programma

 

Per maggiori informazioni sul corso di formazione potete scrivere a: educazione.ita@actionaid.org.