La storia di Giorgio Marincola, partigiano

19 Aprile 2024
Giorgio Marincola nasce nel 1923 in Somalia, da padre calabrese e madre somala. Due anni dopo, nel 1925, nasce la sorella Isabella. Il padre, Giuseppe, era un maresciallo di fanteria calabrese stanziato in Somalia, all’epoca “protettorato” italiano.  Giorgio e Isabella nascono e crescono in un contesto fortemente fascista e coloniale ed entrambi, dato che vengono riconosciuti legalmente dal padre, per diritto di sangue sono cittadini italiani. Nel 1926 il padre decide di lasciare la Somalia e portare con sé in Italia Giorgio e Isabella, a partire dalla convinzione che Aschirò Hassan, madre dei bambini, in quanto africana non sia in grado di crescerli.

Al suo rientro in Italia, Giovanni sposa Elvira Floris, sorella di un suo commilitone, e decide di mandare Giorgio in Calabria dallo zio, che non poteva avere figli. Alla morte dello zio, nel 1933, Giorgio torna a vivere a Roma dal padre e dalla sorella Isabella. Nel 1938 Giorgio si iscrive al Liceo, dove conosce il professore Pilo Albertelli, noto antifascista. Un incontro che lo segnerà profondamente, stimolerà il suo pensiero critico nel confronti del regime e una forte passione per la giustizia e la libertà. Insieme al professore e alcuni compagni, porta avanti le prime azioni di resistenza.

Diplomato nel 1941, decide di iscriversi all’università per studiare medicina. Nel 1943 anche casa Marincola viene distrutta dai bombardamenti e la famiglia viene portata con altri sfollati a Montorio Romano. Giorgio invece entra a far parte del Partito d’azione dove incontrerà anche Pilo Albertelli, che però dopo poco viene arrestato e fucilato nella strage delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.

A giugno del 1944 gli Alleati entrano a Roma e Giorgio contribuisce attivamente alla liberazione della città. Successivamente decide di continuare con la propria attività di resistenza e si sposta tra Ivrea e Biella dove tra il 1944 e il 1945 si occupa di azioni di sabotaggio con il soprannome di Mercurio. A inizio 1945 viene arrestato durante un rastrellamento nazifascista e incarcerato. Da lì viene trasferito a Torino e poi internato nel campo di concentramento di Bolzano, liberato alla fine di aprile del 1945.

Giorgio decide di non fermarsi e tornare a combattere per la liberazione dell’Italia e si unisce alla resistenza trentina recandosi in val di Fiemme. Il 4 maggio 1945 Giorgio viene colpito a morte nell’ultima strage nazista compiuta su territorio italiano a Molina di Fiemme. Quello di Giorgio verrà identificato come il “cadavere inspiegabile”: forse un medico africano? Oppure un partigiano afro-americano? O perché no un internato nel Lager di Bolzano? Non si capiva a chi potesse appartenere quel corpo, ma una cosa era certa: non poteva essere italiano, visto il suo colore della pelle.

 
«Sento la patria come una cultura e un sentimento di libertà, non come un colore qualsiasi sulla carta geografica… La patria non è identificabile con dittature simili a quella fascista. Patria significa libertà e giustizia per i popoli del mondo. Per questo combatto gli oppressori…».

Giorgio Marincola

 

Per approfondire:

La storia « Razza Partigiana – Storia di Giorgio Marincola

Le pagine mancanti dei libri di testo: Giorgio Marincola - Jacobin Italia

Il caso della Banda Mario. Per una Resistenza internazionalista e multietnica - DINAMOpress

Giorgio Marincola | ANPI

Reading RAZZA PARTIGIANA Storia di Giorgio Marincola, partigiano nero e italiano (youtube.com)
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