Tommy Kuti diventa un Agente 0011

Gli Agenti 0011 quest’anno hanno un aiutante speciale: Tommy Kuti. 

Il rapper #Afroitaliano, perché come si racconta lui stesso nell’omonima canzone:

“Afroitaliano, perché sono stufo di sentirmi dire cosa sono o cosa non sono.

Sono troppo africano per essere solo italiano e troppo italiano per essere solo africano.

Afroitaliano, perché il mondo è cambiato”.

Chi è Tommy Kuti?

Tommy nasce in Nigeria ma da bambino arriva in Italia, a Brescia. Dopo essersi laureato nel Regno Unito, torna in Italia e si dedica alla musica.

La prima occasione importante arriva nel 2016 grazie alla collaborazione con il rapper Fabri Fibra per il brano “Su le mani”.

Da questo primo incontro artistico, la carriera di Tommy Kuti decolla e la sua musica arriva al grande pubblico. Oggi, è famoso anche per la sua partecipazione a Pechino Express.

La musica può cambiare i pregiudizi

Le sue canzoni raccontano la condizione di un ragazzo di origine straniera che cresce in un Paese in cui l’inclusione e la conoscenza dell’altro sono ancora temi su cui si dibatte e per i quali è bene far riflettere le persone, soprattutto i giovani.

Il rapper ha realizzato un video in cui racconta la sua storia di inclusione e invita a diventare un Agente 0011.

Sono contento di essere un testimonial di questo progetto e di farlo partendo dal racconto della mia storia alle elementari un insegnante decise di avviare un progetto multiculturale che permise ai miei compagni di conoscere la mia storia e la storia degli altri compagni.

È stato molto utile, perché è la conoscenza dell’altro che ci permette di superare i nostri pregiudizi”.

L’appello

Tommy invita tutti gli Agenti 0011 a raccontare ed ascoltare con attenzione le storie di inclusione ed integrazione che avvengono nelle città e nei paesi dove vivono.

Andate in giro e bussate alla porta del vostro vicino di casa straniero e fategli delle domande.

 

Welcoming Europe

Welcoming Europe – Campagna

Welcoming Europe

Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi: sono i tre obiettivi che il comitato promotore della campagna “Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie” intendono raggiungere attraverso lo strumento dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) e il coinvolgimento di almeno un milione di cittadini europei entro il febbraio del 2019.

Ma cos’è l’ICE?

Si tratta di uno strumento di democrazia partecipativa che tramite la raccolta di almeno un milione di firme in 7 paesi dell’UE nell’arco di un anno permette di invitare la Commissione Europea a presentare un atto legislativo in una materia di competenza dell’Unione.

Raggiungendo l’obiettivo delle firme, quindi, la Commissione Europea si troverebbe vincolata alla trattazione degli argomenti proposti dai promotori. Ed è veramente importante che di questi temi si parli, e soprattutto che su questi temi l’Europa prenda posizione emettendo direttive, o modificando le normative attuali, in un senso maggiormente protettivo dei diritti di tutte le persone costrette a migrare e di chi fornisce loro aiuto o supporto.

Azione di Welcoming Europe

In molti paesi europei fornire assistenza, aiuto o un rifugio ai migranti costituisce un reato (pensiamo all’importante lavoro svolto dalle ONG nel Mediterraneo che rischia di essere impedito da queste norme): quello che si chiede all’Europa è di impedire ai governi di emettere provvedimenti di questo tipo.

D’altra parte è anche dovere dell’Europa quello di fornire un’alternativa alla traversata del mare alle persone che cercano di costruirsi una nuova vita, e la richiesta di maggiore supporto ai programmi che garantiscono vie d’ingresso sicure è uno dei punti chiave dell’azione di Welcoming Europe.

Infine, non si può non considerare come i migranti, una volta giunti in Europa, siano vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni dei diritti umani, in particolare alle frontiere, e come trovino grandi difficoltà nell’accesso alla giustizia: sul punto i promotori chiedono che tutte le persone vengano protette, indipendentemente dalla loro condizione, e sia garantita giustizia alle vittime di sfruttamento lavorativo e di violazioni dei diritti umani.

Scopri di più sulla campagna Welcoming Europe sul sito ufficiale http://welcomingeurope.it/

 

esposoma

Che cos’è l’esposoma?

esposoma

L’esposoma è l’insieme di tutte le sostanze a cui siamo esposti tramite l’ambiente esterno.

Ogni giorno siamo circondati dai più disparati organismi viventi (funghi, pollini, batteri, virus) e non viventi, (inquinanti, composti emessi dalle piante, sostanze chimiche)

L’esposoma è stato misurato da un gruppo di scienziati della Stanford University School of Medicine, che ne illustra anche le differenze fra singoli individui. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell.

Leggete lo speciale di Wired.

 

allevamento intensivo

Terra Madre: allevamento di qualità per salvare l’ambiente

allevamento intensivo

Solo l’uomo e l’animale insieme possono salvare l’ambiente.

L’inquinamento derivante dagli allevamenti intensivi, infatti, è tra i più impattanti sul clima.

Come afferma Caroline McCann, consigliera di Slow Food e responsabile del progetto New Harmony Farm in Sud Africa:

“Bisogna ottenere una carne che non sia solo buona per chi la mangia ma anche per l’ambiente”

Per produrre un chilo di carne di manzo industriale si immettono nell’atmosfera 36,4 chili di anidride carbonica e si consumano circa 15.500 litri d’acqua e 7 chili di alimenti vegetali.

Per approfondimenti visitate il sito Salone del Gusto – Terra Madre

Alice Waters

Il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono

Alice Waters

 

L’intervista del Sole 24 Ore a Alice Waters, scrittrice e attivista, pioniera della cultura dell’alimentazione biologica e stagionale e dell’educazione al cibo nelle scuole:

Il modo in cui mangi equivale a come vivi.

Se mangi fast food digerisci i valori che quel cibo porta con sé. In America non comprendiamo il piacere di stare a tavola e di condividere: il 25% della popolazione mangia in macchina, si alimenta la solitudine.

Nel progetto degli orti scolastici ho scoperto una cosa importante: se a un bambino fai coltivare un ortaggio poi lo vorrà anche mangiare.

 

diversity & inclusion

Pubblicato il Diversity&Inclusion Index 2018

La Thomson Reuters ha pubblicato il Diversity & Inclusion Index 2018 .

Si tratta di una classifica che raccoglie le prime 100 aziende al mondo in termini di diversità e inclusione incrociando i dati ambientali, sociali e di governance.

Il Diversity and Inclusion Index ha preso in esame un campione composto da oltre 7.000 aziende quotate a livello globale. Ha poi analizzato le performance delle società sulla base di molteplici fattori. E ha poi assegnato un punteggio in base a quattro fattori: diversità, inclusione, sviluppo delle persone e controversie legate all’esposizione sui media.

Guida la classifica la multinazionale Accenture, con un punteggio di 84,25. Mentre Telecom Italia con un punteggio di 77,75 si piazza, al sesto posto.

antibiotici

Dove finiscono gli antibiotici che non utilizziamo?

Secondo l’Agenzia federale tedesca per l’ambiente, nelle acque di scarico di tutto il mondo ci sono più di seicento principi attivi diversi. In Italia, uno dei fiumi più colpiti da questo problema è il Lambro. Pochi si rendono conto che i microinquinanti nelle acque sono un problema serio. Le persone si preoccupano solo quando l’inquinamento è visibile.

Il ricercatore Francesco Sparano e la giornalista Giovanna Borrelli hanno realizzato un’inchiesta sui rischi della dispersione dei farmaci nell’ambiente.

Approfondite questa tematica leggendo il reportage dal sito di Internazionale.

x ray fashion

X Ray Fashion: moda e sostenibilità

Il regista Francesco Carrozzini nel film X-Ray Fashion presentato al Festival di Venezia nella sezione Virtual Reality racconta in maniera immersiva e multisensoriale l’impatto sui cambiamenti climatici che ha l’industria della moda.

Dal momento della sua produzione a quando viene dismesso. Il film termina con la scena straziante di tre orsi bianchi che lottano per la sopravvivenza a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

 

Fame rapporto ONU

Rapporto ONU choc: 1 persona su 9 soffre la fame

Il numero delle persone che sono afflitte dalla fame nel mondo è drammaticamente in crescita.

Nel 2017 sono 821 milioni, vale a dire una persona su nove. Lo riportano i i dati contenuti nel rapporto Fao delle Nazioni Unite chiamato ‘Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo’ 2018, pubblicato lo scorso 11 settembre a Roma.

La fame è cresciuta negli ultimi tre anni  tornando ai livelli di un decennio fa. Questa inversione in atto manda il chiaro avvertimento che occorre fare di più e con urgenza se si vuole raggiungere l’obiettivo di azzerare la fame entro il 2030. A livello geografico la situazione sta peggiorando in Sud America e nella maggior parte delle regioni dell’Africa, mentre la tendenza in calo della sotto-nutrizione che ha caratterizzato l’Asia sembra aver rallentato in modo significativo”.

Ma da cosa è stato causato l’incremento della fame?

Il rapporto annuale delle Nazioni Unite rileva che

“la variabilità del clima che influenza l’andamento delle piogge e le stagioni agricole, oltre ad estremi climatici come siccità e alluvioni, sono tra i fattori chiave dietro l’aumento della fame, insieme ai conflitti e alle crisi economiche”.

Dal report emerge che i cambiamenti climatici stanno già minando la produzione di importanti colture come grano, riso e mais nelle regioni tropicali e temperate e, senza costruire resilienza climatica, si prevede che la situazione peggiorerà con l’aumentare delle temperature.

Le analisi del rapporto mostrano che la prevalenza e il numero di persone sotto-nutrite tendono ad essere più alti nei Paesi altamente esposti agli eventi climatici estremi.  La sotto-nutrizione è ancora più alta quando l’esposizione ad eventi climatici estremi si unisce ad un’alta percentuale della popolazione che dipende da sistemi agricoli altamente sensibili alle precipitazioni e alla variabilità delle temperature.

“Le anomalie della temperatura sulle aree di coltivazione agricola hanno continuato a essere superiori alla media nel periodo 2011-2016, portando a periodi più frequenti di caldo estremo negli ultimi cinque anni.  Anche la natura delle stagioni delle piogge sta cambiando, con l’inizio tardivo o precoce delle stagioni piovose e ineguale distribuzione delle precipitazioni in una stagione – avverte il rapporto – Il danno alla produzione agricola contribuisce a ridurre la disponibilità di cibo, con effetti a catena che causano aumenti dei prezzi alimentari e perdite di reddito che riducono l’accesso delle persone al cibo”.

Infanzia e fame

Poi, i bambini: sono 151 milioni quelli al di sotto dei cinque anni con ritardi nella crescita a causa della malnutrizione nel 2017. Globalmente, l’Africa e l’Asia rappresentano rispettivamente il 39% e il 55% del totale.  La prevalenza di deperimento infantile rimane estremamente elevata in Asia, dove quasi un bambino su dieci sotto i cinque anni ha un peso basso per la sua altezza, rispetto a solo uno su 100 in America Latina e nei Caraibi. Il rapporto descrive come “vergognoso” il fatto che una donna su tre in età riproduttiva a livello mondiale sia affetta da anemia, che ha conseguenze significative sulla salute e sullo sviluppo sia per le donne che per i loro bambini.  Nessuna regione ha mostrato un calo nell’anemia tra le donne in età riproduttiva, e la prevalenza in Africa e Asia è quasi tre volte superiore a quella ad esempio del Nord America. I tassi di solo allattamento materno in Africa e in Asia sono 1,5 volte più alti di quelli del Nord America, dove solo il 26% dei bambini sotto i sei mesi riceve esclusivamente il latte materno.

L’altra faccia della medaglia: l’obesità

E mentre cresce il numero di persone che soffre la fame, l’obesità – sottolinea il rapporto Onu – negli adulti peggiora e più di uno su otto al mondo è in fortissimo sovrappeso. Il problema è più significativo in Nord America, ma anche l’Africa e l’Asia stanno vivendo una tendenza al rialzo. La denutrizione e l’obesità coesistono in molti Paesi e possono anche essere visti fianco a fianco nella stessa famiglia. Uno scarso accesso al cibo nutriente a causa del suo costo più elevato, lo stress di vivere con insicurezza alimentare e gli adattamenti fisiologici alla privazione del cibo aiutano a spiegare perché le famiglie con insicurezza alimentare possono avere un maggiore rischio di sovrappeso e obesità. Quali rimedi, quindi? Per il dossier “le politiche devono prestare particolare attenzione ai gruppi che sono più vulnerabili alle conseguenze dannose dello scarso accesso al cibo: neonati, bambini sotto i cinque anni, bambini in età scolare, ragazze adolescenti e donne. Allo stesso tempo, si richiama la necessità di un cambiamento sostenibile verso un’agricoltura e sistemi alimentari sensibili alla nutrizione che possano fornire cibo sicuro e di alta qualità per tutti”.

Il rapporto chiede anche maggiori sforzi per meglio contrastare “il cambiamento climatico attraverso politiche che ne promuovano l’adattamento e la mitigazione e la riduzione del rischio di catastrofi”.

Per maggiori informazioni potete approfondire sul sito della FAO  “Food security and nutrition in the world 2018” (il materiale è solo in inglese)
mondiali antirazzisti

Mondiali antirazzisti: giocare per credere

Lo scorso 4 e 5 luglio una delegazione di un centinaio di studenti del progetto Agente 0011 ha partecipato ai Mondiali Antirazzisti di UISP che si sono tenuti a Castelfranco Emilia. I ragazzi hanno potuto sperimentare il valore dello sport contro ogni discriminazione. Un’esperienza che ha dato il via anticipando il tema dell’edizione di quest’anno di Agente 0011: Missione Inclusione.

Provenienti da Pinerolo, Torino, Milano, Roma, Napoli, Catania e Siracusa gli studenti insieme ad ActionAid, Amref, Asvis, Cesvi, Cittadinanzattiva, La Fabbrica e VIS sono stati i protagonisti di una due giorni di workshop sui temi della partecipazione e dell’inclusione, arricchiti dalla presenza di rappresentanti di organizzazioni provenienti da India, Haiti, Bangladesh, Palestina e Kenya.

I ragazzi hanno partecipato inoltre ai laboratori sull’Agenda Onu 2030 in peer to peer e ad attività di socializzazione con tornei sportivi, sfidando  le altre partecipanti al torneo.

Radio Città Fujiko, media ufficiale dei Mondiali Antirazzisti, e Gianluca Costantini, vignettista e appassionato di diritti umani, hanno dato voce ai risultati del progetto, presentati direttamente dai ragazzi e dai Direttori delle organizzazioni promotrici, che sono intervenuti  durante l’iniziativa: Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia; Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Italia; Vincenzo Manco, Presidente di UISP.