Chasing coral

Chasing coral è un documentario di Netflix sui coralli. Negli ultimi 30 anni la metà è andata perduta a causa del fenomeno chiamato “sbiancamento dei coralli“, un un fenomeno distruttivo che colpisce le barriere coralline e i loro ecosistemi dovuto all’aumento della temperatura dell’acqua (anche di solo 2 gradi Celsius), che precipita il corallo in una sorta di “febbre” che impedisce ai suoi microorganismi di produrre nutrimento: dopo pochi giorni i polipi del corallo espellono l’alga simbiotica, facendo assumere alla struttura calcarea una colorazione completamente bianca, e in assenza dell’unica fonte di nutrimento sono destinati a morire di fame.

Senza sfociare in spoiler, i momenti fondamentali che lasciano il segno guardando Chasing coral sono due. Il primo è quando si scopre che i coralli non sono solo degli esseri viventi, ma dei veri e propri animali estremamente complessi nella loro semplicità (e meraviglia) esteriore. Il corallo, infatti, è un animale fatto di tanti altri animali.

La seconda è la diretta conseguenza della prima e svela quanto i coralli ricoprano un ruolo fondamentale per il benessere dell’ecosistema marino e, indirettamente, per il benessere dell’intero pianeta grazie a una relazione di simbiosi con ciò che li circonda.

Dopo Lecce, anche Napoli e Bologna!

Dopo Lecce anche i nostri agenti di Bologna e Napoli avranno la possibilità di confrontarsi con cittadini e istituzioni per discutere dei problemi del loro quartiere immaginando insieme soluzioni innovative tenendo a mente i vincoli amministrativi e le priorità del territorio.

Martedì 26 saremo a Bologna presso il Centro di Accoglienza Rostom in via Pallavicini, 12 a partire dalle 16:30 per discutere di inclusione e integrazione, partecipazione dei giovani e pari opportunità di donne e minori con i cittadini di Piazza dei Colori e dintorni e le istituzioni, saranno presenti Susanna Zaccaria, assessora alle pari opportunità e lotta alle discriminazioni, e Lucia Fresa, responsabile dell’ufficio nuove cittadinanze, diritti umani e cooperazione.
Durante il laboratorio i nostri agenti speciali intratterranno i bambini e le bambine per permettere a tutte e tutti di partecipare, in conclusione è previsto un piccolo aperitivo con gli ospiti di Casa Rostom.

Mercoledì 27 saremo invece a Napoli presso l’aula magna del Liceo Artistico di Napoli in Largo Santi Apostoli, 8° dalle 10 alle 15 per discutere di integrazione/interazione, vivibilità e patrimonio culturale e ambientale del Decumano Superiore di Napoli. Saranno presenti rappresentanti della II Municipalità di Napoli, tra cui il presidente Francesco Chirico, e del Comune di Napoli

Vi aspettiamo numerose e numerosi per questa tappa fondamentale per i nostri agenti0011 per raggiungere il loro obiettivo: Missione Inclusione!

 

Global Trends – UNHCR

Il Global Trends è un rapporto annuale pubblicato dall’UNHCR in tutto il mondo in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno) e offre numerose informazioni, smontando, in alcuni casi, le bufale o i pregiudizi che girano spesso in rete.

Dei 68.5 milioni di persone costrette alla fuga, un numero – per avere un’idea – quasi pari al numero di abitanti della Thailandia, 25.4 milioni di rifugiati hanno lasciato il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni, mentre – cosa che non si sa quasi per nulla – gli sfollati che restano all’interno del proprio paese sono poco più di 40 milioni.

Inoltre è anche sbagliata l’idea che le persone costrette a fuggire si ritrovino nei paesi del nord del mondo, come l’Italia: i dati mostrano che è vero il contrario: l’85% dei rifugiati risiede nei paesi in via di sviluppo e quattro rifugiati su cinque rimangono in paesi limitrofi ai loro.

Anche gli esodi di massa oltre confine sono meno frequenti di quanto si potrebbe pensare: quasi due terzi dei rifugiati sono infatti sfollati all’interno del proprio paese. Dei 25.4 milioni di rifugiati, poco più di un quinto sono palestinesi sotto la responsabilità dell’UNRWA. Dei restanti, che rientrano nel mandato dell’UNHCR, due terzi provengono da soli cinque paesi: Siria, Afghanistan, Sud Sudan, Myanmar e Somalia.

Il Global Trends offre altri due dati di realtà: il primo è che la maggior parte dei rifugiati vive in aree urbane (58%) e non nei campi o in aree rurali; il secondo è che le persone costrette alla fuga nel mondo sono giovani – nel 53% dei casi si tratta di minori, molti dei quali non accompagnati o separati dalle loro famiglie.

Come per il numero di paesi caratterizzati da esodi massicci di persone, anche il numero di paesi che ospitano un elevato numero di persone rifugiate è relativamente basso: in termini di numeri assoluti, la Turchia è rimasta il principale paese ospitante al mondo, con una popolazione di 3.5 milioni di rifugiati, per lo più siriani. Nel frattempo, il Libano ha ospitato il maggior numero di rifugiati in rapporto alla sua popolazione nazionale. Complessivamente, il 63% di tutti i rifugiati di cui si occupa l’UNHCR si trova in soli 10 paesi.

A questo link UNHCR mette a disposizione, oltre al testo integrale del rapporto, numerose risorse multimediali: video, articoli, file di dati, foto, ecc…

IRC – I paesi a rischio nel 2019

Secondo le Nazioni Unite, nel 2019 circa 132 milioni di persone in 42 paesi in tutto il mondo avranno bisogno di assistenza umanitaria. E nel suo rapporto annuale, l’International Rescue Committee (IRC) ha nominato i dieci paesi, che nel 2019, sono più a rischio di sviluppare una situazione di emergenza in cui non sono garantiti alla popolazione l’accesso al cibo, all’acqua, al sistema sanitario e alla rete di servizi sociali e di protezione. Una crisi umanitaria può derivare sia da eventi umani, come conflitti armati o collasso economico e politico, sia da eventi naturali, come siccità, inondazioni, terremoti e altri eventi legati al clima.

Yemen – Oltre 24 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitari in Yemen, un Paese devastato dalla guerra civile (la coalizione guidata dagli Emirati Arabi Uniti sostiene le truppe governative fedeli al presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi contro i ribelli Houthi, che controllano la capitale Sanaa e altre parti del paese) e vittima anche della peggior epidemia di colera nella storia moderna, con oltre 1 milione di persone colpite.

Repubblica Democratica del Congo (RDC) – Oltre 13 milioni di persone stanno vivendo in uno stato di insicurezza alimentare a causa di un conflitto che impedisce l’accesso in modo costante e generalizzato ad acqua e alimenti. Ad aggravare la situazione di crisi, è anche la decima epidemia del virus Ebola, che ha già causato oltre 400 vittime.

Sud Sudan – Da anni è precipitato in una devastante guerra civile, che ha causato decine di migliaia di vittime e lasciato 1.96 milioni di persone sfollate in cerca di protezione, 2.47 milioni di rifugiati e 6.1 milioni di persone che vivono in uno stato di insicurezza alimentare.

Afghanistan – Dal 2001 è tormentato da conflitti interni e internazionali, aggravati da uno stato di siccità cronica.

Venezuela – Il crollo economico ha causato il collasso del sistema sanitario e un aumento esponenziale di atti violenti e criminali, costringendo oltre 3 milioni di persone a fuggire dal paese.

Repubblica Centrafricana (RC) – Dal 2013 il paese ha vissuto una persistente instabilità politica, con oltre 550.000 le persone che stanno affrontando livelli allarmanti di insicurezza alimentare.

Siria – Dal 2011 sta affrontando un conflitto armato, la rete dei servizi socio-sanitari è crollata e quasi 6.2 milioni di siriani hanno abbandonato la loro abitazione.

Nigeria – Ripetuti attacchi da parte di gruppi armati e violenze comuni, esacerbati dalla concorrenza per le risorse idriche e territoriali, hanno portato oltre 2 milioni di nigeriani a sfollare e quasi 230.000 a cercare rifugio nei paesi limitrofi.

Etiopia – Resta altissima la tensione tra i gruppi politici ed etnici regionali da quando il nuovo primo ministro Abiy Ahmed è entrato in carica ad aprile.

Somalia – Il paese è tormentato da un conflitto plurisecolare, aggravato dall’instabilità, dall’insicurezza alimentare e da disastri naturali: sono 2.6 milioni gli sfollati somali e 870.000 i rifugiati.

Al via anche a Milano la “missione inclusione”

Sabato 23 febbraio, presso lo Spazio Avanzi – Barra A di Milano, avrà luogo il secondo laboratorio di comunità organizzato all’interno del progetto “Agente 0011 – Missione inclusione”.

Il progetto, che coinvolge studenti e giovani nella promozione di società aperte e inclusive, è co-finanziato da AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e realizzato insieme ad ActionAidVISAmrefCittadinanzAttivaAsvisUISP e La Fabbrica.

Il laboratorio, che verrà organizzato facendo leva sul format di successo sperimentato nel precedente incontro tenutosi a Bergamo il 9 febbraio, vedrà la partecipazione di studenti degli istituti scolastici Maxwell, Caterina da Siena e Besta di Milano.

Gli studenti-agenti, dopo aver studiato approfonditamente il territorio del Municipio 3, hanno formulato alcune proposte per migliorare l’inclusione sociale nella zona. Queste proposte verranno discusse e votate dai cittadini nel corso del laboratorio di comunitàdel 23 febbraio.

All’evento saranno presenti Lisa Noja, delegata per il sindaco Beppe Sala sulle politiche per l’accessibilità, la presidente del Municipio 3 Caterina Antola, le rappresentanti della commissione educazione del Municipio 3 Manuela Sammarco e Simona Zelasco, e l’assessore  del Municipio 3 Luca Costamagna.

Durante la giornata ci sarà un confronto, coordinato da Cesvi, ABCittà e Cooperativa Pandora, tra gli studenti e i membri comunità. Questi ultimi voteranno la proposta migliore per rendere il territorio in cui vivono più inclusivo e aperto all’accoglienzaLa proposta vincitrice verrà in seguito rielaborata e sottoposta formalmente ai rappresentanti delle istituzioni a maggio 2019 al fine di poter incidere in maniera concreta sulle politiche locali.

Vuoi diventare anche tu un cittadino consapevole e responsabile?

Ti aspettiamo il 23 febbraio, a partire dalle 11.30, presso lo Spazio Avanzi di Milano.  L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. 

Prenota il tuo posto scrivendo una mail a eventi@cesvi.org o chiamando il numero di telefono 035 2058058

Scarica qui l’’invito.

Laboratori di comunità anche a Roma!

A Roma il laboratorio di comunità si svolgerà lunedì 25 febbraio dalle ore 10 alle 13 presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore – Liceo Scienze Umane “L.Da Vinci” – in via Cavour e vedrà la partecipazione degli studenti della 3°ALES e 4°ALES  oltre che docenti, stakeholders, rappresentanti del Municipio I di Roma, dell’Associazione Matemù, dell’Associazione Genitori Scuola Di Donato e del Teatro Gabrielli.

La mattinata si aprirà con una perfomance di danceability realizzata dalla classe coinvolta nel percorso di peer education del progetto arrichita con l’uso del linguaggio dei segni. La performace sarà dedicata alle parole che meglio rappresentano per i ragazzi il tema dell’inclusione.

Al termine della performance i ragazzi stessi illustreranno alla platea 2 idee progettuali su cui hanno lavorato per trasformare il quartiere in un posto più inclusivo, successivamente si aprirà la fase di discussione, i partecipanti prenderanno posto ai tavoli appositamente predisposti e moderati da Cittadinanzattiva e l’Associazione FuoriContesto, attraverso il metodo del world cafè.

Al termine della fase di discussione ci sarà una restituzione in plenaria ed i partecipanti voteranno la proposta progettuale preferita e sulla quale gli studenti  lavoreranno nei mesi successivi per trasformarla in un vero e proprio progetto da presentare ufficilamente ai rappresentanti del Municipio I di Roma.

Per partecipare basta inviare una mail a: sca@cittadinanzattiva.it

Lecce: al via i laboratori di comunità

Venerdì 22 febbraio dalle 16 alle 19 alla sede succursale del Liceo Scientifico “C. De Giorgi” di via Pozzuolo 81 a Lecce, verrà presentato il laboratorio di comunità ActionAid con tavoli tematici, giochi per bambini e buffet.

Negli ultimi mesi – infatti – gli studenti e le studentesse coinvolti hanno partecipato a un percorso di scoperta del loro territorio, grazie a incontri con realtà locali e all’ascolto della cittadinanza attraverso la somministrazione di questionari per far emergere i bisogni e le problematiche del quartiere.

I risultati della loro indagine territoriale verranno presentati durante il laboratorio di comunità, che rappresenta una delle tappe fondamentali del percorso di progettazione territoriale all’interno del progetto Missione Inclusione. Il Laboratorio di Comunità è una metodologia promossa da ActionAid per stimolare il dialogo tra cittadini e amministrazione riflettendo sulle problematiche del quartiere ed elaborando proposte migliorative dal basso. I laboratori sono aperti a tutta la cittadinanza perché la partecipazione ne
è il principio ispiratore: l’obiettivo dei laboratori non è solo quello di interrogarsi sulla qualità dell’operato delle nostre istituzioni, ma di aiutarle a migliorare la qualità della nostra democrazia attraverso l’ascolto e la collaborazione.

Grazie al confronto con questi soggetti gli studenti si dedicheranno nei prossimi mesi alla redazione di proposte di attività e azioni di cittadinanza attiva che siano una soluzione alle problematiche emerse durante il laboratorio di comunità che verranno presentate alle istituzioni locali a maggio 2019. Vi aspettiamo numerose e numerosi al laboratorio di comunità di Lecce che si terrà presso la sede
succursale del Liceo Scientifico Cosimo De Giorgi in via Pozzuolo, 81 (quartiere San Pio) alle ore 16:00 Durante il laboratorio di comunità sono previste attività con bambini per permettere a tutte e tutti di partecipare, vi aspettiamo!!

SCARICA LA LOCANDINA

L’index per l’inclusione

Pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 2000, l’Index per l’inclusione – scritto da  Tony Booth e Mel Ainscow – è il frutto di una ricerca triennale condotta dal Centre for Studies on Inclusive Education ed è stato elaborato coinvolgendo insegnanti, famiglie e addetti ai lavori.

Si tratta di una proposta di autovalutazione e automiglioramento per le scuole di ogni ordine e grado basata su un’idea ampia di inclusione, che investe la scuola nella sua interezza e la immagina come luogo capace di svilupparsi per garantire sempre di più a ogni persona al suo interno — alunni, ma anche insegnanti — la possibilità di partecipare pienamente e realizzare altrettanto pienamente le proprie potenzialità.

La pubblica amministrazione britannica inviò una copia della prima edizione dell’Index in ogni istituto della Gran Bretagna e ne ha periodicamente aggiornato i contenuti più volte fino alla terza edizione del 2011. Al 2008 risale la prima edizione italiana. Nel 2014, il volume era stato tradotto in 37 lingue e, con il sostegno dell’UNESCO, sono state sviluppate versioni dedicate a paesi in via di sviluppo.

Gli Agenti0011 in missione a Lecce alla scoperta del loro territorio

Il Gruppo Locale di Lecce Base ActionAid, l’Assessorato alle Politiche Giovanili e Volontariato del Comune di Lecce in collaborazione con i ragazzi delle classi terze del Liceo Scientifico “Cosimo De Giorgi”, guidati dal Prof. Massimo Manco, stanno lavorando per realizzare nel quartiere San Pio di Lecce il progetto “Missione Inclusione: giovani e cittadini si attivano come Agenti0011 per costruire città inclusive e sostenibili, aperte al dialogo con la comunità globale”, dedicato all’approfondimento e alla riflessione sull’Agenda 2030 e sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) che i 193 Paesi membri dell’ONU si sono accordati di raggiungere entro il 2030.

In particolare, il progetto si basa sull’Obiettivo 11, il quale mira allo sviluppo di città e comunità sostenibili ed inclusive, alla promozione della cittadinanza attiva per una migliore qualità della vita.

Il progetto prevede diverse fasi di attuazione, dalla realizzazione di una mappa delle risorse e delle problematiche del quartiere San Pio di Lecce, passando da un laboratorio di comunità venerdì 22 febbraio durante il quale studenti, cittadini e istituzioni avranno la possibilità di confrontarsi sulle problematiche del quartiere e co-progettare soluzioni innovative per consentire agli studenti di scrivere nei mesi successivi un progetto da presentare alle istituzioni comunali nel corso di un evento finale che si terrà a maggio. In tutte le fasi i ragazzi avranno bisogno della preziosa collaborazione della cittadinanza.

L’intento è quello di migliorare il quartiere San Pio attraverso il coinvolgimento degli abitanti che più di chiunque altro possono fornire informazioni utili sulle risorse da potenziare e sulle problematiche che necessitano di soluzione.

Il primo evento pubblico nel quale è stata coinvolta la popolazione si è svolto il 14 gennaio presso l’oratorio della chiesa di San Pio X a Lecce durante il quale alcuni ragazzi hanno intervistato i partecipanti sulla base di questionari dagli stessi redatti allo scopo di comprendere la realtà del quartiere.

Altri si sono riversati per le vie del quartiere per intervistare la popolazione non intervenuta, dandogli la possibilità di esprimere la propria opinione.

I bambini presenti sono stati coinvolti in attività ludiche che hanno permesso loro di conoscersi e confrontarsi giocando.

Tutto sotto lo sguardo attento dei ragazzi della classe di comunicazione che hanno documentato fotograficamente e attraverso la realizzazione di video la partecipazione degli abitanti che hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, si sono dimostrati molto disponibili a collaborare, complimentandosi con i ragazzi e ringraziandoli per l’impegno dedicato al loro quartiere.

A chiusura dell’evento i ragazzi hanno offerto un rinfresco per ringraziare tutti i partecipanti della collaborazione e per creare un momento di convivialità e condivisione e hanno distribuito dei gadget ActionAid per sottolineare ancora una volta l’importanza di essere cittadini attivi.

La nostra missione continua, ci vediamo al laboratorio di comunità il 22 febbraio…seguici sul profilo Facebook @actionaid.lecce per aggiornamenti!

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Questo articolo è stato scritto a più mani da Giorgia Spedicato, Eleonora Quarta, Ilaria Taurino, Marta Lazzari, Alessia Cazzella, Federica Miglietta, Maria Grazia Leone e Gianluca Cillo, studenti e studentesse delle classi terze del Liceo Scientifico Cosimo De Giorgi di Lecce

 

La piscina di Gaza

Lo sapevate? Nella Striscia di Gaza è stata costruita una piscina con le macerie dei bombardamenti in modo da permettere ai bambini di imparare a nuotare.

Amjed Tantish è un istruttore di nuoto che per anni organizzava corsi di nuoto per bambini nel porto di Gaza, fino a quando l’alto tasso di inquinamento delle acque causato dalla distruzione delle reti fognarie in seguito ai bombardamenti israeliani, oltre a miseria e difficoltà di ogni tipo, lo hanno costretto ad interrompere la sua attività. Ma non si è dato per vinto. E una piscina è sorta nelle acque meno inquinate del nord della Striscia di Gaza, piscina resa possibile da una barriera contro le onde formata proprio dalle macerie dei bombardamenti che avevano provocato l’arresto della sua attività.

E’ un grande esempio di “resistenza creativa” a una violenza distruttrice che sembra voler annullare la vita stessa in quel territorio.

La Striscia di Gaza, lunga 40 km e larga 10km e con una popolazione di 1.800.000 abitanti, per lo più rifugiati della guerra de 1948,, si stende lungo la costa del Mediterraneo tra l’Egitto e Israele, ed è uno dei territori con la più ampia densità di popolazione al mondo. Governata da un partito considerato “terrorista” da Israele e altri paesi occidentali, è stata chiusa da Israele in un durissimo assedio diventando di fatto una prigione a cielo aperto dove non si entra e non si esce se non con il permesso di Israele e dell’Egitto.

La scarsità idrica nella Striscia di Gaza è tragica: il bacino acquifero che la alimenta, sfruttato anche da Israele, così come la falda acquifera costiera, oltre ad essere insufficienti per il fabbisogno della popolazione, sono soggetti ad infiltrazioni che rendono l’acqua per il 96% non potabile. Oltre al fatto che le infrastrutture idriche, fognare e depurative sono state quasi completamente distrutte dalle operazioni militari e dai bombardamenti.

Lo stress post-traumatico per tanti bambini in questa situazione di guerra continua è inevitabile. Eppure è proprio in questa situazione che vediamo sorgere innumerevoli esempi di quella “resistenza creativa” volta a far superare ai bambini quel trauma psicologico che, se non affrontato, rischia di trasformarsi nel tempo in autolesionismo e aggressività.

C’è il nuoto, ma anche il calcio, seguitissimo e amatissimo, nelle competizioni locali e anche internazionali. Il suo valore di resistenza all’imprigionamento quotidiano di Gaza è bene espresso in questo murales fra i tanti che sorgono su pareti semidistrutte.

La creatività assume forme a volte impensate, come la ginnastica acrobatica del Parkour che diventa il mezzo con cui i ragazzi di Gaza esprimono la loro volontà di non arrendersi, di superare tutti i possibili muri, di volare sulle macerie delle loro stesse case ripetutamente bombardate.

La Striscia di Gaza, considerata dalle organizzazioni internazionali sui diritti umani uno dei luoghi del mondo a più alto rischio umanitario, si presenta come un caleidoscopio delle più svariate forme di creatività volte a un solo scopo: quello di resistere.