fame nascosta

Fame nascosta e la carenza di vitamine

La Fame Nascosta è un tipo di sottonutrizione che si verifica quando il corpo non assume o non assorbe abbastanza vitamine e minerali necessari. 

Cause

La causa è spesso un’alimentazione sbagliata o insufficiente, o un aumento del fabbisogno di micronutrienti – come avviene durante la gravidanza e l’allattamento, o durante malattie o infezioni. Questo ha conseguenze negative sia per lo sviluppo e la crescita dei bambini, che per la salute e il funzionamento fisico e mentale degli adulti.

Effetti

I suoi effetti possono essere devastanti, ma spesso restano invisibili: ecco perché le carenze di micronutrienti sono chiamate “fame nascosta”.  Le carenze più gravi che colpiscono la salute e lo sviluppo di bambini ed adulti sono dovute alla mancanza di 4 micronutrienti principali: iodio, ferro, vitamina A, zinco. 

Ogni carenza ha degli effetti gravi e specifici:

  • Le carenze di vitamina A pregiudica la salute e la capacità di sopravvivenza dei bambini, indebolendone il sistema immunitario
  • La mancanza di zinco può compromettere lo sviluppo e portare ad un arresto della crescita.
  •  La mancanza di iodio e ferro impedisce ai bambini di sviluppare il loro potenziale fisico ed intellettuale.

Cure

Gli interventi per combattere al meglio la fame nascosta si concentrano di solito su donne, neonati e bambini piccoli. Agire direttamente su questi gruppi specifici permette di raggiungere alti tassi di successo nel miglioramento della salute, delle condizioni nutrizionali e dell’apprendimento nelle successive fasi della vita.

La diversificazione della dieta è alla base della prevenzione della fame nascosta. Una dieta sana, composta da cibi diversi e bilanciati, è caratterizzata da un buon equilibrio e una giusta combinazione di macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine), micronutrienti essenziali  ed altre sostanze come le fibre.

Le soluzioni alla fame nascosta

Diversificare le diete

Una delle strategie più efficaci per prevenire in modo sostenibile la fame nascosta consiste nell’aumentare la diversità della dieta (Thompson e Amoroso 2010). Questa è correlata a una migliore situazione nutrizionale nei bambini, indipendentemente dal contesto socioeconomico (Arimond e Ruel 2004). Sul lungo periodo, la diversificazione alimentare garantisce una dieta salutare, contenente una combinazione equilibrata e adeguata di macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine), micronutrienti essenziali e altre sostanze come la fibra alimentare. Una dieta a base di cereali, legumi, frutta, verdura e alimenti di origine animale costituisce un’alimentazione adeguata per la maggior parte delle persone, anche se certi gruppi specifici, come le donne incinte, potrebbero avere bisogno di integratori (FAO 2013). Tra i modi efficaci per promuovere la diversificazione della dieta ci sono le strategie incentrate sugli alimenti, come la coltivazione di un orto proprio e la sensibilizzazione volta a modificare le pratiche delle persone relativamente all’alimentazione di neonati e bambini, e alla preparazione del cibo – che include metodi per la conservazione degli alimenti per evitare la perdita di sostanze nutritive.

L’arricchimento degli alimenti industriali

L’arricchimento degli alimenti industriali, che prevede l’aggiunta di piccole quantità di micronutrienti agli alimenti di base o ai condimenti durante la loro elaborazione, aiuta i consumatori a raggiungere i livelli raccomandati di tali sostanze. L’arricchimento degli alimenti – una strategia per la salute pubblica scalabile, sostenibile ed efficace in termini di costi – ha avuto particolarmente successo nel caso del sale iodato: il 71% della popolazione mondiale ha accesso al sale iodato e il numero di Paesi con carenze di iodio è sceso dal 54 al 32% dal 2003 (Andersson, Karumbunathan, e Zimmermann 2012). Altri esempi classici di arricchimento di alimenti sono l’aggiunta di vitamine del gruppo B, ferro e/o zinco alla farina di frumento e l’aggiunta di vitamina A all’olio da cucina e allo zucchero.

L’arricchimento degli alimenti può essere particolarmente efficace per i consumatori urbani che acquistano alimenti arricchiti e processati industrialmente, mentre raggiunge più difficilmente i consumatori rurali, che spesso non hanno accesso agli alimenti industriali. Se si vuole arrivare anche a chi ne ha più bisogno, l’arricchimento degli alimenti dev’essere sovvenzionato o reso obbligatorio, altrimenti le persone potrebbero scegliere cibi più economici non arricchiti.

L’arricchimento degli alimenti, comunque, presenta un certo numero di problemi. In alcuni casi la gente non si fida degli alimenti arricchiti. Per esempio, secondo la Micronutrient Initiative, fino al 30% dei pakistani non usa il sale iodato, per l’erronea credenza che lo iodio provochi infertilità e perché si è diffusa la voce che ci sia un complotto per limitare la crescita della popolazione (Leiby 2012). Da un altro punto di vista, non sempre è facile determinare il livello adeguato dei nutrienti. Le sostanze utilizzate per arricchire gli alimenti potrebbero non essere stabili e andare perse durante il processo di preparazione o conservare del cibo. Inoltre, la biodisponibilità – ovvero il grado o il tasso di assimiliazione di una sostanza – potrebbe essere limitata. Detto questo, ci sono sempre più prove a sostegno dell’accettabilità e dell’efficacia dell’arricchimento degli alimenti.

Bioarricchimento

Il bioarricchimento è un nuovo tipo di intervento relativo alle coltivazioni agricole, che consiste in metodi convenzionali o transgenici per aumentare il contenuto di micronutrienti. Con la selezione delle sementi si possono ottimizzare anche la resa e la resistenza ai parassiti e le caratteristiche di consumo, come il sapore o il tempo di cottura, migliorando così le vrietà convenzionali. Ad oggi, sono state distribuite agli agricoltori solo le sementi bioarricchite con tecniche convenzionali.

Tra le varietà bioarricchite prodotte e distribuite ci sono la patata dolce arancione alla vitamina A, il mais alla vitamina A, la manioca alla vitamina A, i fagioli al ferro, il miglio perlato al ferro, il riso allo zinco e il grano allo zinco. Anche se le colture bioarricchite non sono disponibili in tutti i Paesi in via di sviluppo, ci si si attende che nei prossimi cinque anni il bioarricchimento possa crescere in modo significativo (Saltzman et al. 2013).

Gli alimenti bioarricchiti potrebbero costituire una fonte costante e sicura di micronutrienti specifici per persone non raggiunte da altri tipi di interventi. A differenza dell’arricchimento su larga scala, che raggiunge più i consumatori urbani di quelli rurali, il bioarricchimento arriva prima nelle aree rurali dove vengono prodotte le colture. Le eccedenze di colture bioarricchite possono arrivare sui mercati, raggiungendo prima i consumatori delle zone rurali, e poi quelli delle zone urbane.

Dato che le colture di base bioarricchite non forniscono nè un così alto livello nè una così ampia varietà di minerali e vitamine rispetto to agli integratori o agli alimenti arricchiti industrialmente, non sono la migliore risposta alle carenze cliniche. In ogni caso, possono aiutare a colmare le mancanze di micronutrienti e aumentare l’assunzione giornaliera di vitamine e minerali nell’arco della vita (Bouis et al. 2011). Per quanto lo studio del bioarricchimento non sia ancora completo, svariate colture (fagioli, mais, orzo perlato, riso e patata dolce arricchiti di ferro; e cassava arricchita di vitamina A) dimostrano di migliorare i livelli di micronutrienti (Haas et al. 2005; 2011; 2013; 2014; Luna et al. 2012; Scott et al. 2012; Pompano et al. 2013; De Moura et al. 2014; Tanumihardjo et al. 2013; Talsma 2014; van Jaarsveld et al. 2005).

Gli interventi di distribuzione delle patate dolci arancioni bioarricchite hanno aumentato in modo significativo l’assunzione di vitamina A delle madri e dei bambini piccoli (Hotz et al. 2012a; Hotz et al. 2012b).

La somministrazione di integratori alimentari

L’integrazione della dieta con vitamina A è uno degli interventi più efficaci in termini di costi-benefici per migliorare la sopravvivenza infantile (Tan-Torres Edejer et al. 2005).

Tra il 1999 e il 2005, la copertura è più che quadruplicata, e nel 2012 i tassi stimati di copertura erano attorno al 70% (UNICEF 2014b).

I programmi di somministrazione di vitamina A sono spesso integrati nelle politiche sanitarie nazionali, perché tale vitamina è associata a una riduzione del rischio di mortalità generale e dell’incidenza di diarrea (Imdad et al. 2010). Secondo l’UNICEF, almeno il 70% dei bambini tra i 6 e i 59 mesi di età necessita di integratori di vitamina A ogni 6 mesi, se si vuole raggiungere la riduzione auspicata del tasso di mortalità infantile. Tuttavia, a causa delle fluttuazioni dei finanziamenti, la copertura di interventi in molti Paesi prioritari varia notevolmente di anno in anno. Va inoltre notato che la somministrazione di vitamina A è rivolta tipicamente solo ai gruppi vulnerabili di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni.

La somministrazione di integratori alimentari è meno comune nel caso di carenze di altri micronutrienti. In alcuni Paesi, alle donne incinte vengono prescritti integratori di ferro e acido folico, anche se i tassi di copertura sono spesso bassi e quelli di assunzione regolare ancora più bassi. Per quanto riguarda i bambini, l’arricchimento casalingo con micronutrienti in polvere e integratori nutrizionali a base di lipidi può fornire molte sostanze importanti, come ferro e zinco; ma dare ampia diffusione a questi micronutrienti è ancora più difficile di quanto non sia con gli integratori di vitamina A.

L’apprendimento di nuove pratiche presenta molte difficoltà. In un esperimento svolto nella Cina rurale, circa metà dei genitori o dei nonni hanno smesso di somministrare ai bambini gli integratori a base di soia, ferro, zinco, calcio e vitamine che erano stati forniti gratuitamente, perché pensavano che non fossero sicuri o autentici. Temevano inoltre che glieli avrebbero fatti pagare in un secondo momento (Economist 2014).

Possibili soluzioni

Per combattere la fame nascosta, sono necessari:

  • Interventi di sensibilizzazione per modificare i comportamenti e migliorare così l’uso dei servizi legati alla salute, dell’acqua potabile, dei servizi sanitari e delle misure igieniche da parte di donne, neonati e bambini – proteggendoli in questo modo dalle malattie che interferiscono con l’assorbimento di nutrienti;
  • L’uso di messaggi mirati a promuovere buone pratiche, come per esempio l’inizio precoce dell’allattamento al seno esclusivo fino a 6 mesi, seguito dall’allattamento al seno fino a 24 mesi accompagnato da alimenti complementari adeguati e sufficienti, come modo economico e sostenibile di prevenire la fame nascosta nell’infanzia;
  • Strategie di protezione sociale che consentano alle persone povere di accedere ad alimenti nutrienti difendendole dalle impennate dei prezzi;
  • Attenzione particolare all’emancipazione delle donne, aumentandone l’accesso all’istruzione. Il percorso per eliminare la fame nascosta sarà complesso e pieno di ostacoli. Ma se si assegneranno risorse sufficienti, si svilupperanno le politiche corrette e si faranno gli investimenti appropriati, sarà possibile superarli (Fan and Polman 2014). C’è ancora molto da fare per permettere alle persone di tutto il mondo di migliorare l’accesso ad alimenti ricchi di sostanze nutritive e alle rispettive comunità di superare le cattive condizioni di salute e raggiungere le proprie potenzialità di sviluppo.

 

Per approfondimenti http://indiceglobaledellafame.org/edizioni/page/2/

Foto di Gianfranco Ferraro

Tommy Kuti diventa un Agente 0011

Gli Agenti 0011 quest’anno hanno un aiutante speciale: Tommy Kuti. 

Il rapper #Afroitaliano, perché come si racconta lui stesso nell’omonima canzone:

“Afroitaliano, perché sono stufo di sentirmi dire cosa sono o cosa non sono.

Sono troppo africano per essere solo italiano e troppo italiano per essere solo africano.

Afroitaliano, perché il mondo è cambiato”.

Chi è Tommy Kuti?

Tommy nasce in Nigeria ma da bambino arriva in Italia, a Brescia. Dopo essersi laureato nel Regno Unito, torna in Italia e si dedica alla musica.

La prima occasione importante arriva nel 2016 grazie alla collaborazione con il rapper Fabri Fibra per il brano “Su le mani”.

Da questo primo incontro artistico, la carriera di Tommy Kuti decolla e la sua musica arriva al grande pubblico. Oggi, è famoso anche per la sua partecipazione a Pechino Express.

La musica può cambiare i pregiudizi

Le sue canzoni raccontano la condizione di un ragazzo di origine straniera che cresce in un Paese in cui l’inclusione e la conoscenza dell’altro sono ancora temi su cui si dibatte e per i quali è bene far riflettere le persone, soprattutto i giovani.

Il rapper ha realizzato un video in cui racconta la sua storia di inclusione e invita a diventare un Agente 0011.

Sono contento di essere un testimonial di questo progetto e di farlo partendo dal racconto della mia storia alle elementari un insegnante decise di avviare un progetto multiculturale che permise ai miei compagni di conoscere la mia storia e la storia degli altri compagni.

È stato molto utile, perché è la conoscenza dell’altro che ci permette di superare i nostri pregiudizi”.

L’appello

Tommy invita tutti gli Agenti 0011 a raccontare ed ascoltare con attenzione le storie di inclusione ed integrazione che avvengono nelle città e nei paesi dove vivono.

Andate in giro e bussate alla porta del vostro vicino di casa straniero e fategli delle domande.

 

Welcoming Europe

Welcoming Europe – Campagna

Welcoming Europe

Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi: sono i tre obiettivi che il comitato promotore della campagna “Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie” intendono raggiungere attraverso lo strumento dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) e il coinvolgimento di almeno un milione di cittadini europei entro il febbraio del 2019.

Ma cos’è l’ICE?

Si tratta di uno strumento di democrazia partecipativa che tramite la raccolta di almeno un milione di firme in 7 paesi dell’UE nell’arco di un anno permette di invitare la Commissione Europea a presentare un atto legislativo in una materia di competenza dell’Unione.

Raggiungendo l’obiettivo delle firme, quindi, la Commissione Europea si troverebbe vincolata alla trattazione degli argomenti proposti dai promotori. Ed è veramente importante che di questi temi si parli, e soprattutto che su questi temi l’Europa prenda posizione emettendo direttive, o modificando le normative attuali, in un senso maggiormente protettivo dei diritti di tutte le persone costrette a migrare e di chi fornisce loro aiuto o supporto.

Azione di Welcoming Europe

In molti paesi europei fornire assistenza, aiuto o un rifugio ai migranti costituisce un reato (pensiamo all’importante lavoro svolto dalle ONG nel Mediterraneo che rischia di essere impedito da queste norme): quello che si chiede all’Europa è di impedire ai governi di emettere provvedimenti di questo tipo.

D’altra parte è anche dovere dell’Europa quello di fornire un’alternativa alla traversata del mare alle persone che cercano di costruirsi una nuova vita, e la richiesta di maggiore supporto ai programmi che garantiscono vie d’ingresso sicure è uno dei punti chiave dell’azione di Welcoming Europe.

Infine, non si può non considerare come i migranti, una volta giunti in Europa, siano vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni dei diritti umani, in particolare alle frontiere, e come trovino grandi difficoltà nell’accesso alla giustizia: sul punto i promotori chiedono che tutte le persone vengano protette, indipendentemente dalla loro condizione, e sia garantita giustizia alle vittime di sfruttamento lavorativo e di violazioni dei diritti umani.

Scopri di più sulla campagna Welcoming Europe sul sito ufficiale http://welcomingeurope.it/

 

esposoma

Che cos’è l’esposoma?

esposoma

L’esposoma è l’insieme di tutte le sostanze a cui siamo esposti tramite l’ambiente esterno.

Ogni giorno siamo circondati dai più disparati organismi viventi (funghi, pollini, batteri, virus) e non viventi, (inquinanti, composti emessi dalle piante, sostanze chimiche)

L’esposoma è stato misurato da un gruppo di scienziati della Stanford University School of Medicine, che ne illustra anche le differenze fra singoli individui. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell.

Leggete lo speciale di Wired.

 

allevamento intensivo

Terra Madre: allevamento di qualità per salvare l’ambiente

allevamento intensivo

Solo l’uomo e l’animale insieme possono salvare l’ambiente.

L’inquinamento derivante dagli allevamenti intensivi, infatti, è tra i più impattanti sul clima.

Come afferma Caroline McCann, consigliera di Slow Food e responsabile del progetto New Harmony Farm in Sud Africa:

“Bisogna ottenere una carne che non sia solo buona per chi la mangia ma anche per l’ambiente”

Per produrre un chilo di carne di manzo industriale si immettono nell’atmosfera 36,4 chili di anidride carbonica e si consumano circa 15.500 litri d’acqua e 7 chili di alimenti vegetali.

Per approfondimenti visitate il sito Salone del Gusto – Terra Madre

Alice Waters

Il destino delle nazioni dipende dal modo in cui si nutrono

Alice Waters

 

L’intervista del Sole 24 Ore a Alice Waters, scrittrice e attivista, pioniera della cultura dell’alimentazione biologica e stagionale e dell’educazione al cibo nelle scuole:

Il modo in cui mangi equivale a come vivi.

Se mangi fast food digerisci i valori che quel cibo porta con sé. In America non comprendiamo il piacere di stare a tavola e di condividere: il 25% della popolazione mangia in macchina, si alimenta la solitudine.

Nel progetto degli orti scolastici ho scoperto una cosa importante: se a un bambino fai coltivare un ortaggio poi lo vorrà anche mangiare.

 

antibiotici

Dove finiscono gli antibiotici che non utilizziamo?

Secondo l’Agenzia federale tedesca per l’ambiente, nelle acque di scarico di tutto il mondo ci sono più di seicento principi attivi diversi. In Italia, uno dei fiumi più colpiti da questo problema è il Lambro. Pochi si rendono conto che i microinquinanti nelle acque sono un problema serio. Le persone si preoccupano solo quando l’inquinamento è visibile.

Il ricercatore Francesco Sparano e la giornalista Giovanna Borrelli hanno realizzato un’inchiesta sui rischi della dispersione dei farmaci nell’ambiente.

Approfondite questa tematica leggendo il reportage dal sito di Internazionale.

x ray fashion

X Ray Fashion: moda e sostenibilità

Il regista Francesco Carrozzini nel film X-Ray Fashion presentato al Festival di Venezia nella sezione Virtual Reality racconta in maniera immersiva e multisensoriale l’impatto sui cambiamenti climatici che ha l’industria della moda.

Dal momento della sua produzione a quando viene dismesso. Il film termina con la scena straziante di tre orsi bianchi che lottano per la sopravvivenza a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

 

Fame rapporto ONU

Rapporto ONU choc: 1 persona su 9 soffre la fame

Il numero delle persone che sono afflitte dalla fame nel mondo è drammaticamente in crescita.

Nel 2017 sono 821 milioni, vale a dire una persona su nove. Lo riportano i i dati contenuti nel rapporto Fao delle Nazioni Unite chiamato ‘Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo’ 2018, pubblicato lo scorso 11 settembre a Roma.

La fame è cresciuta negli ultimi tre anni  tornando ai livelli di un decennio fa. Questa inversione in atto manda il chiaro avvertimento che occorre fare di più e con urgenza se si vuole raggiungere l’obiettivo di azzerare la fame entro il 2030. A livello geografico la situazione sta peggiorando in Sud America e nella maggior parte delle regioni dell’Africa, mentre la tendenza in calo della sotto-nutrizione che ha caratterizzato l’Asia sembra aver rallentato in modo significativo”.

Ma da cosa è stato causato l’incremento della fame?

Il rapporto annuale delle Nazioni Unite rileva che

“la variabilità del clima che influenza l’andamento delle piogge e le stagioni agricole, oltre ad estremi climatici come siccità e alluvioni, sono tra i fattori chiave dietro l’aumento della fame, insieme ai conflitti e alle crisi economiche”.

Dal report emerge che i cambiamenti climatici stanno già minando la produzione di importanti colture come grano, riso e mais nelle regioni tropicali e temperate e, senza costruire resilienza climatica, si prevede che la situazione peggiorerà con l’aumentare delle temperature.

Le analisi del rapporto mostrano che la prevalenza e il numero di persone sotto-nutrite tendono ad essere più alti nei Paesi altamente esposti agli eventi climatici estremi.  La sotto-nutrizione è ancora più alta quando l’esposizione ad eventi climatici estremi si unisce ad un’alta percentuale della popolazione che dipende da sistemi agricoli altamente sensibili alle precipitazioni e alla variabilità delle temperature.

“Le anomalie della temperatura sulle aree di coltivazione agricola hanno continuato a essere superiori alla media nel periodo 2011-2016, portando a periodi più frequenti di caldo estremo negli ultimi cinque anni.  Anche la natura delle stagioni delle piogge sta cambiando, con l’inizio tardivo o precoce delle stagioni piovose e ineguale distribuzione delle precipitazioni in una stagione – avverte il rapporto – Il danno alla produzione agricola contribuisce a ridurre la disponibilità di cibo, con effetti a catena che causano aumenti dei prezzi alimentari e perdite di reddito che riducono l’accesso delle persone al cibo”.

Infanzia e fame

Poi, i bambini: sono 151 milioni quelli al di sotto dei cinque anni con ritardi nella crescita a causa della malnutrizione nel 2017. Globalmente, l’Africa e l’Asia rappresentano rispettivamente il 39% e il 55% del totale.  La prevalenza di deperimento infantile rimane estremamente elevata in Asia, dove quasi un bambino su dieci sotto i cinque anni ha un peso basso per la sua altezza, rispetto a solo uno su 100 in America Latina e nei Caraibi. Il rapporto descrive come “vergognoso” il fatto che una donna su tre in età riproduttiva a livello mondiale sia affetta da anemia, che ha conseguenze significative sulla salute e sullo sviluppo sia per le donne che per i loro bambini.  Nessuna regione ha mostrato un calo nell’anemia tra le donne in età riproduttiva, e la prevalenza in Africa e Asia è quasi tre volte superiore a quella ad esempio del Nord America. I tassi di solo allattamento materno in Africa e in Asia sono 1,5 volte più alti di quelli del Nord America, dove solo il 26% dei bambini sotto i sei mesi riceve esclusivamente il latte materno.

L’altra faccia della medaglia: l’obesità

E mentre cresce il numero di persone che soffre la fame, l’obesità – sottolinea il rapporto Onu – negli adulti peggiora e più di uno su otto al mondo è in fortissimo sovrappeso. Il problema è più significativo in Nord America, ma anche l’Africa e l’Asia stanno vivendo una tendenza al rialzo. La denutrizione e l’obesità coesistono in molti Paesi e possono anche essere visti fianco a fianco nella stessa famiglia. Uno scarso accesso al cibo nutriente a causa del suo costo più elevato, lo stress di vivere con insicurezza alimentare e gli adattamenti fisiologici alla privazione del cibo aiutano a spiegare perché le famiglie con insicurezza alimentare possono avere un maggiore rischio di sovrappeso e obesità. Quali rimedi, quindi? Per il dossier “le politiche devono prestare particolare attenzione ai gruppi che sono più vulnerabili alle conseguenze dannose dello scarso accesso al cibo: neonati, bambini sotto i cinque anni, bambini in età scolare, ragazze adolescenti e donne. Allo stesso tempo, si richiama la necessità di un cambiamento sostenibile verso un’agricoltura e sistemi alimentari sensibili alla nutrizione che possano fornire cibo sicuro e di alta qualità per tutti”.

Il rapporto chiede anche maggiori sforzi per meglio contrastare “il cambiamento climatico attraverso politiche che ne promuovano l’adattamento e la mitigazione e la riduzione del rischio di catastrofi”.

Per maggiori informazioni potete approfondire sul sito della FAO  “Food security and nutrition in the world 2018” (il materiale è solo in inglese)
mondiali antirazzisti

Mondiali antirazzisti: giocare per credere

Lo scorso 4 e 5 luglio una delegazione di un centinaio di studenti del progetto Agente 0011 ha partecipato ai Mondiali Antirazzisti di UISP che si sono tenuti a Castelfranco Emilia. I ragazzi hanno potuto sperimentare il valore dello sport contro ogni discriminazione. Un’esperienza che ha dato il via anticipando il tema dell’edizione di quest’anno di Agente 0011: Missione Inclusione.

Provenienti da Pinerolo, Torino, Milano, Roma, Napoli, Catania e Siracusa gli studenti insieme ad ActionAid, Amref, Asvis, Cesvi, Cittadinanzattiva, La Fabbrica e VIS sono stati i protagonisti di una due giorni di workshop sui temi della partecipazione e dell’inclusione, arricchiti dalla presenza di rappresentanti di organizzazioni provenienti da India, Haiti, Bangladesh, Palestina e Kenya.

I ragazzi hanno partecipato inoltre ai laboratori sull’Agenda Onu 2030 in peer to peer e ad attività di socializzazione con tornei sportivi, sfidando  le altre partecipanti al torneo.

Radio Città Fujiko, media ufficiale dei Mondiali Antirazzisti, e Gianluca Costantini, vignettista e appassionato di diritti umani, hanno dato voce ai risultati del progetto, presentati direttamente dai ragazzi e dai Direttori delle organizzazioni promotrici, che sono intervenuti  durante l’iniziativa: Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia; Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Italia; Vincenzo Manco, Presidente di UISP.