Attivarsi a scuola per la parità di genere!

ActionAid lavora in tutto il mondo per garantire il diritto all’istruzione di bambine e bambini, ragazzi e ragazze. Dal 2011 ci occupiamo di diritto all’istruzione anche in Italia, proprio perché per noi la scuola non è solo un edificio ma un luogo che dovrebbe stimolare il cambiamento e l’inclusione sociale dove i giovani possono sperimentare nuove forme di partecipazione civica e imparare ad essere cittadini attivi sul proprio territorio.. Lo facciamo ad esempio grazie al progetto “Italia del Futuro” realizzato in scuole dell’Aquila, Napoli, Bari e Reggio Calabria.

Durante l’anno scolastico 2017/2018 alcune delle classi coinvolte nel progetto hanno partecipato al percorso “Nei panni dell’altra” che ha l’obiettivo di decostruzione degli stereotipi di genere. Come a Napoli, dove la I C della scuola media Bordiga nel quartiere di Ponticelli ha affrontato il problema degli stereotipi di genere e del rispetto delle differenze grazie al teatro..

Martina, studentessa che ha partecipato al percorso ci racconta che “Il laboratorio “Nei panni dell’altra” è un percorso che indaga sugli stereotipi di genere. In televisione, nelle pubblicità in generale, siamo bombardati da immagini che ci abituano alle differenze di sesso. Con Francesco, nostro tutor, abbiamo ripercorso la storia della donna attraverso l’arte e abbiamo notato che il punto di vista è quasi sempre maschile, che è solitamente ritratta come musa, madonna, oggetto del desiderio. Abbiamo allora cercato delle pittrici che scardinano questo tipo di racconto e abbiamo individuato pittrici come Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo e scelto dei loro quadri da mettere in scena con i “tableaux vivant”, una tecnica che unisce la pittura al teatro. Divisi per gruppi, ognuno di noi si impersona attore e interpreta staticamente la figura di quadro. Per farlo abbiamo dei teli con i quali ci vestiamo e insieme stiamo in scena. Mi è piaciuto soprattutto che alcuni di noi hanno interpretato ruoli femminili pur non essendo femmine.”

Chiedendole della reazione dell sua classe al percorso Martina ci dice che “Inizialmente a non tutti è piaciuto perché avevamo idee differenti. Alcuni per esempio pensavano che se una donna gioca a calcio è una cosa strana oppure che la donna debba fare meno del maschio. Durante il laboratorio però abbiamo imparato di più a confrontarci su questo argomento e, attraverso la rappresentazione dei tableaux vivant, anche i più timidi sono riusciti a esprimersi meglio.”

Grazie al percorso con ActionAid, gli studenti e le studentesse hanno imparato di essere “tutti uguali. Uomini e donne.”

Bangladesh Firestarter Initiative – potere ai giovani!

Il Bangladesh è un paese con più di 150 milioni di abitanti, dei quali almeno un terzo non ha più di 15 anni: un patrimonio umano di grande valore se questi giovani avessero l’opportunità di essere inclusi all’interno delle proprie comunità. Tuttavia “il Bangladesh è un paese con una società piuttosto gerarchica ed è molto diffusa l’idea che i giovani non siano in grado di fare le cose” sostiene Priyangbada Chakma, project Manager del progetto Bangladesh Firestarter Initiative (BFI), e dunque c’è bisogno di lavorare tanto, soprattutto con la parte più vulnerabile della popolazione – i giovani, e in particolare le giovani donne e le ragazze – per far sì che l’integrazione dei giovani sia il più possibile inclusiva.

ActionAid Bangladesh, dal 2016, ha scelto di combattere questo pregiudizio accendendo il grande potenziale di questi ragazzi attraverso il progetto Bangladesh Firestarter Initiative. L’iniziativa mira al rafforzamento sociale, economico e politico dei giovani, dando sostegno a piccole organizzazioni giovanili emergenti e innovative, gestite per lo più da ragazze, giovani con minori opportunità o appartenenti a minoranze, che gestiscono progetti di advocacy fuori dalla capitale del paese, Dhaka, in particolare sulle tematiche di genere.

Scopo del progetto è di costruire le competenze dei giovani leader, fornendo loro formazione peer-to-peer e offrendo il supporto dell’organizzazione al personale delle associazioni. L’iniziativa ha l’obiettivo di fornire, attraverso il sostegno economico, l’insegnamento delle metodologie e la facilitazione nella creazione di network, quella spinta iniziale alle associazioni giovanili che permetta loro di sviluppare consapevolezza dei propri mezzi e del proprio valore, e di mettere in campo le competenze acquisite a favore di un cambiamento sociale sostenibile e davvero impattante.

Entrato nel suo terzo anno, il progetto ha già raggiunto importanti traguardi: nelle zone dove opera ha già supportato oltre 25 organizzazioni, coinvolgendo 600 ragazze e ragazzi in qualità di giovani leader delle proprie comunità rurali.

Trova maggiori informazioni qui https://www.queensyoungleaders.com/actionaids-firestarter-initiative-in-bangladesh/

Vivere in Palestina da giovane

Vivere in Palestina oggi, soprattutto per un giovane, è qualcosa di molto difficile. Anche ciò che a noi può sembrare scontato, come andare a scuola o semplicemente muoversi da un luogo a un altro, è  per i giovani palestinesi una vera sfida, a volte insormontabile.

Come per Kholoud una ragazza di 22 anni che ha sempre e solo vissuto nel villaggio di Beit Zakariya, in Palestina. Anche andare a scuola, per lei, è diventato praticamente impossibile: fino alle medie Kholoud ha potuto frequentare la scuola del villaggio di Beit Zakariya. Questo le ha permesso di avere un’istruzione di base e di cominciare e pensare a cosa le sarebbe piaciuto fare da grande. Dopo la settima classe, per continuare a studiare, ha dovuto spostarsi in una scuola di villaggio vicino. “Ci mettevo più di un’ora per andare a scuola e il tragitto era terribile” racconta Kholoud. “Una volta i soldati ci hanno fermati per controllare le borse. Eravamo tre amici e hanno perquisito solo me. Un’ora passata a vedere i soldati gettare i miei libri in strada e cercare qualcosa nella mia borsa. Mentre io assistevo alla scena in silenzio. Ero terrorizzata. L’unica cosa che ho potuto fare è stata raccogliere i miei libri da terra”. Questo è stato soltanto uno dei problemi che la ragazza ha avuto con i militari israeliani. Per questo motivo, Kholoud ha deciso di abbandonare la scuola.

Haitham, 14 anni, e Sofian, 13 anni sono fratelli e anche loro vivono nel villaggio. Sono due dei  5 figli di Fatma e vivono anche loro nel villaggio di Beit Zakariya. Se loro possono andare nel villaggio, per gli altri fratelli questo non è affatto scontato: gli altri fratelli, infatti, devono per forza spostarsi nella scuola dei villaggi limitrofi. Un’ora di autobus, che può anche rivelarsi molto pericolosa.

Perché capita, sempre troppo spesso, che i ragazzi vengano molestati, picchiati e messi in prigione. O addirittura che i militari sparino. È il motivo principale per il quale ragazzi e ragazze lasciano la scuola. Limitandosi, semplicemente, a trascorrere i loro giorni chiusi in casa.

Vuoi sapere di più sulla situazione della Palestina e sul lavoro di ActionAid per aumentare la resilienza delle comunità? Vai su https://www.actionaid.it/cosa-facciamo/vivere-in-palestina per saperne di più

Arriva il bonus sociale idrico

Dal 1 luglio 2018 è possibile richiedere il bonus sociale idrico o bonus acqua, una misura volta a ridurre la spesa per il servizio di acquedotto delle famiglie in condizione di disagio economico e sociale che consente di non pagare 50 litri giorno a persona (18,25 mc di acqua all’anno), corrispondenti al soddisfacimento dei bisogni essenziali.

Il provvedimento è stato previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 ottobre 2016 e successivamente attuata con provvedimenti dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Tuttavia la domanda per ottenere il bonus acqua va presentata, in forma di autocertificazione, presso il proprio Comune di residenza.

Informatevi sul sito www.arera.it o www.sgate.anci.it

Fuori campo – Rapporto MSF su migrazioni e inclusione sanitaria

L’indagine Fuori campo – Richiedenti asilo e rifugiati in Italia: insediamenti informali e marginalità sociale di Medici Senza Frontiere è il frutto di un monitoraggio costante, compiuto nel 2016 e 2017, sul sistema di accoglienza italiano per richiedenti asilo e rifugiati, ampliatosi fino a raggiungere poco più di 180.000 posti al 31 dicembre 2017.

Sono almeno 10.000 secondo il rapporto le persone escluse dall’accoglienza, tra richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria, con limitato o nessun accesso ai beni essenziali e alle cure mediche. Infatti, a causa di barriere amministrative e nonostante le leggi vigenti, per migranti e rifugiati, in possesso di un titolo di soggiorno o meno, si riducono le possibilità di accesso alle cure, a cominciare da quelle di medicina generale.

Il contributo dei vincitori

I ragazzi impegnati quotidianamente nelle missioni di Agente0011 ci inviano ogni settimana i frutti del loro lavoro sull’inclusione e i Global Goal. Qui sotto una breve selezione delle missioni migliori dei team vincitori del premio “Best Team Of the Month” di Ottobre:

Welcoming Europe – Campagna

Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi: sono i tre obiettivi che il comitato promotore della campagna Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie intende raggiungere attraverso lo strumento dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) e il coinvolgimento di almeno un milione di cittadini europei entro il febbraio del 2019.

Ma cos’è l’ICE? Si tratta di uno strumento di democrazia partecipativa che tramite la raccolta di almeno un milione di firme in 7 paesi dell’UE nell’arco di un anno permette di invitare la Commissione Europea a presentare un atto legislativo in una materia di competenza dell’Unione. Raggiungendo l’obiettivo delle firme, quindi, la Commissione Europea si troverebbe vincolata alla trattazione degli argomenti proposti dai promotori. Ed è veramente importante che di questi temi si parli, e soprattutto che su questi temi l’Europa prenda posizione emettendo direttive, o modificando le normative attuali, in un senso maggiormente protettivo dei diritti di tutte le persone costrette a migrare e di chi fornisce loro aiuto o supporto.

In molti paesi europei fornire assistenza, aiuto o un rifugio ai migranti costituisce un reato (pensiamo all’importante lavoro svolto dalle ONG nel Mediterraneo che rischia di essere impedito da queste norme): quello che si chiede all’Europa è di impedire ai governi di emettere provvedimenti di questo tipo. D’altra parte è anche dovere dell’Europa quello di fornire un’alternativa alla traversata del mare alle persone che cercano di costruirsi una nuova vita, e la richiesta di maggiore supporto ai programmi che garantiscono vie d’ingresso sicure è uno dei punti chiave dell’azione di Welcoming Europe. Infine, non si può non considerare come i migranti, una volta giunti in Europa, siano vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni dei diritti umani, in particolare alle frontiere, e come trovino grandi difficoltà nell’accesso alla giustizia: sul punto i promotori chiedono che tutte le persone vengano protette, indipendentemente dalla loro condizione, e sia garantita giustizia alle vittime di sfruttamento lavorativo e di violazioni dei diritti umani.

Scopri di più sulla campagna Welcoming Europe sul sito ufficiale http://welcomingeurope.it/

I vincitori del Best team of the month – ottobre 2018

Siete pronti per conoscere il nome dei team vincitori del BEST TEAM OF THE MONTH per il mese di Ottobre 2018?

Quali sono le scuole e – per la prima volta – anche gli enti informali che si sono aggiudicati il primo dei premi messi in palio da Agente0011 – Missione Inclusione?

Ecco i loro nomi:

SCUOLE:

  • Fascia 5-10: TEAM SUPERINCLUSIVE, Scuola Primaria Vernole, Vernole (LE), Puglia
  • Fascia 11-13 (a parimerito): TEAM 2b CREW, Secondaria di I Grado, Istituto Comprensivo Statale Benedetto Croce, Latronico (PZ), Basilicata
  • Fascia 11-13 (a parimerito): TEAM ALL FOR ONE, Secondaria di I grado Filippo Brignone, Pinerolo (TO) Piemonte
  • Fascia 14-19: TEAM GRIMALDI, Istituto alberghiero I.P.S. Principi Grimaldi, Modica (RG), Sicilia

ENTI INFORMALI:

  • Fascia 5-10: TEAM ORATORIO ROTONDA, Rotonda (PZ), Basilicata
  • Fascia 11-13: TEAM UNITI VERSO LA META, Associazione Social G23 – Amici e Genitori Giovanni XXIII, Pinerolo, (TO)
  • Fascia 14-19: TEAM PIOXIGEN, Oratorio Pio XI, Cinisello Balsamo (MI), Lombardia

Complimenti ai ragazzi e ai docenti che vincono i laboratori didattici messi in palio da CESVI.

E per tutti gli altri ci vediamo a novembre, con nuove missioni e nuovi premi per gli Agenti 0011 che promuovono gli SDG e l’inclusione!

Prevenire le malattie curando l’ambiente

Il rapporto dell’OMS intitolato “Prevenire le malattie grazie a un ambiente migliore: verso una stima del carico di malattia legato all’ambiente”, rappresenta finora il contributo più completo e sistematico su quanto i fattori di rischio ambientali possano contribuire a un’ampia gamma di malattie e incidenti. Tutti sanno infatti che la salute è influenzata dall’ambiente in vari modi: per via delle esposizioni ai fattori di rischio di natura fisica, chimica e biologica e attraverso i comportamenti che si attivano in risposta a tali fattori, ecc… Pochissimi sanno però che una persona su quattro muore a causa dell’inquinamento ambientale.

Secondo l’OMS circa il 24% di tutte le malattie nel mondo è dovuto all’esposizione a fattori ambientali e prevenire l’esposizione a questi fattori di rischio salverebbe circa 4 milioni di vite all’anno solo fra i bambini, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Planet earth 2: le città

Le città stanno crescendo a un ritmo più veloce di qualsiasi altro habitat sulla Terra. Possono sembrare un posto improbabile per gli animali per prosperare, ma possono essere un mondo di opportunità sorprendenti. I leopardi si aggirano per le strade di Mumbai, i falchi pellegrini cacciano tra i grattacieli di New York e un milione di storni eseguono spettacolari danze aeree su Roma. A Jodhpur, le scimmie sono venerate come divinità religiose e ad Harar la gente del posto vive in armonia con le iene selvagge. Molti animali, tuttavia, lottano per far fronte alla giungla urbana. In qualità di architetti di questo ambiente, gli umani possono scegliere di costruire città che siano case sia per loro sia per la fauna selvatica? Lasciatevi incantare dalle spettacolari riprese della vita selvatica in città realizzate dalla BBC per il documentario Planet Earth II: https://www.bbc.co.uk/programmes/b0861m8b