Plogging, successo per l’evento promosso dall’Uisp Bologna

Operatori e volontari del comitato Uisp hanno trascorso un pomeriggio camminando o correndo in un parco per pulirlo dai rifiuti

Tenersi in forma e fare una buona azione per l’ambiente. Tecnicamente si chiama plogging, ovvero camminare o correre armati di pinze o guanti e raccogliere i rifiuti che si ritrovano sulla propria strada. Che sia nel parco o sul marciapiede, l’importante è togliere quello che i maleducati gettano a terra e ripulire l’ambiente. Una ventina di volontari dell’Uisp Bologna, insieme al presidente del comitato Gino Santi, si sono ritrovati mercoledì 6 marzo in Piazzale Atleti Azzurri d’Italia, nel quartiere Savena, e con attrezzatura specifica e sacchetti dell’immondizia hanno trascorso un’oretta nel parco attiguo, raccogliendo bottiglie di plastica e vetro, fazzoletti di carta ma soprattutto tanti mozziconi di sigaretta. E il tutto in un parco assolutamente curato e ben tenuto.

“È un’attività che in nord Europa sta letteralmente esplodendo – ha commentato il presidente dell’Uisp Bologna, Gino Santi – In Danimarca addirittura ci sono persone che pagano per fare il giro con i retini a pulire fiumi e canali. Stiamo cercando di capire se anche a Bologna può esserci un interesse a creare gruppi organizzati di cammino e raccolta”.

05Da soli o in compagnia è una attività che porta benefici a livello fisico e psicologico perché fare una buona azione per la comunità e l’ambiente aumenta l’autostima. “Stiamo riscontrando che la gente ha una sensibilità molto alta nei confronti dell’ambiente che si scontra con la poca sensibilità di chi sporca – aggiunge Santi – Il nostro obiettivo è farne un’attività sistematica, creando dei gruppi che mentre fanno attività motoria e si allenano, raccolgono i piccoli rifiuti che incontrano. L’attività potrebbe essere allargata anche a manifestazioni che coinvolgono grandi numeri di partecipanti e quindi producono anche molti rifiuti: si potrebbe pensare a dei gruppi che a fine evento si occupano di ripulire il percorso”. (Fonte: redazione Uisp Bologna)

“Open space”: progetto Uisp per la riqualificazione urbana

Giovani protagonisti di interventi di riqualificazione urbana per lo sviluppo sociale delle nostre città, attraverso lo sport. Parla Tommaso Iori

“Open space. Giovani attori di trasformazione sociale” è il progetto Uisp che ha coinvolto centinaia di ragazzi su tutto il territorio nazionale, dando vita ad esperienze di progettazione partecipata e restituendo alle città spazi abbandonati per metterli a disposizione dei cittadini. Il progetto, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della legge 383/2000, era rivolto a giovani tra i 16 e i 24 anni in condizione di disagio sociale, in particolare NEET (non occupati e non in istruzione) e giovani a rischio devianza, con l’obiettivo di costituire crew di street sport nelle periferie di undici città italiane, indirizzate all’utilizzo e valorizzazione dello spazio pubblico, con finalità di riattivazione sociale e contrasto all’emarginazione giovanile.

“Sul territorio Open space ha dato vita ad un caleidoscopio di esiti riconducibili ad un medesimo obiettivo – commenta Tommaso Iori, responsabile del progetto e delle politiche per l’impiantistica e i beni comuni Uisp – Sono stati realizzati interventi che rimarranno, dando la possibilità di portare avanti queste attività anche grazie all’attivazione dei giovani che si sono messi in gioco insieme a noi. La creazione di rapporti di fiducia con i ragazzi era una sfida interna al progetto che abbiamo lanciato e abbiamo vinto, aprendoci a contesti informali che costruiscono attivazione sociale e di comunità, oltre il contesto sportivo. Siamo riusciti ad abitare i luoghi dello sport per tutti, che vanno oltre quelli tradizionali, abitati dai cittadini che vogliamo al nostro fianco per immaginare il futuro delle nostre città”.

“Il progetto è stato interpretato con declinazioni territoriali in base al proprio contesto – continua Iori – partendo da obiettivi e strategie comuni si è realizzato in modo differenziato sul territorio, a  seconda delle condizioni interne all’associazione e relative alle istituzioni che hanno collaborato e delle realtà con cui c’è stata occasione di fare rete. Il dosaggio di questi tre elementi ha portato ad esiti molto diversi, ma tutti positivi”.

Ad Empoli è stato fato un lavoro molto lungo coinvolgendo un gruppo informale di giovani e arrivando a costituire un’associazione: “Il Comune ha visto nel progetto l’opportunità per riqualificare un parco pubblico cittadino abbandonato da anni, costruendoci uno skate park e un campo da basket – conclude Tommaso Iori – In questo modo ha riconosciuto lo sport come strumento per intervenire sul disegno della città, al fine di renderla più vivibile e adatta all’attività e al movimento dei cittadini. Un elemento di ulteriore valore è stato dato dal coinvolgimento di un istituto di geometri nella progettazione dello skate park: un intreccio virtuoso di attivazione e partecipazione”. (Elena Fiorani)

GUARDA IL VIDEO della diretta Facebook realizzata da Empoli domenica 18 novembre

Ad esempio a Crotone, Open space ha permesso di prendere contatto con nuove proposte e interventi rivolti ai giovani creando le possibilità di fare rete con altre organizzazioni con cui condividere ipotesi di lavoro comune. È nata una nuova prospettiva di rigenerazione e cura condivisa di uno spazio, attraverso il coinvolgimento di ragazzi che vivono un contesto sociale di grande bisogno. GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA delle attività di Crotone

A Verona l’Uisp è riuscita a coinvolgere tutte le culture di strada: dal parkour, alla break dance e lo skate, fino a un gruppo hip hop. “Il colpo d’occhio delle attività veronesi a Cerea, nella ex fabbrica riqualificata dal comune, conferma che i luoghi possono trasformarsi completamente grazie all’intervento di associazioni e realtà territoriali – continua Iori – Anche in questo caso il percorso è partito da una diffidenza iniziale che poi si è tradotta in coinvolgimento attivo, tanto da far diventare i ragazzi protagonisti e attivatori del progetto, dando vita a prospettive lavorative per il futuro di questi giovani, grazie all’interessamento del comune di Legnago. Il progetto Uisp è riuscito nella non facile missione di accorciare le distanze tra istituzioni, associazionismo e gruppi giovanili, contrastando la diffidenza reciproca”. GUARDA IL VIDEO della diretta Facebook realizzata da Cerea sabato 17 novembre

Milano: un Workshop per gli Agenti0011

Solitamente bisogna iniziare un articolo narrando dal principio tutti i fatti avvenuti, noi invece partiamo dalle parole chiave dette alla fine dell’ultimo incontro: condivisione, energia, coinvolgimento, interazione, novità e soddisfazione,  parole così semplici e concise che se messe insieme danno invece un significato complesso; è proprio su queste che si è basata la nostra esperienza.
Actionaid ci ha dato la possibilità di partecipare ad un workshop in strategie della comunicazione, tenutosi nei giorni 30 e 31 marzo 2019, che fa parte della “Spring school”, un momento laboratoriale e di formazione diretto a 30 giovani, nella sede centrale Actionaid International di Milano.
Il corso si è aperto con la presentazione degli attivisti Actionaid provenienti da varie città attraverso semplici domande come “Cosa vorremmo cambiare nel nostro paese?” “Cosa ci piace fare?” “Cosa sappiamo fare meglio?”. A questo punto ognuno ha realizzato delle costruzioni con i Lego per rappresentare sé stesso per poi unirle a quelle realizzate dagli altri ragazzi. L’obiettivo era quello di dimostrare che per realizzare il cambiamento è necessario mettere insieme le capacità e le qualità di tutti.
Durante la prima lezione, grazie a Paolo Chiovino , the head of digital communication, si è  discusso, soprattutto, dell’utilizzo dei social nell’ambito della comunicazione; abbiamo appreso che i social si basano su un algoritmo che ne regola l’andamento;
è stato veramente interessante come ci ha illustrato, con un linguaggio semplice e diretto, l’utilizzo da parte delle compagnie commerciali  dei social network e di come essi vengono utilizzati ai fini di propagandare e pubblicizzare le loro attività.
La Dott.ssa Silvia Brena, giornalista e insegnante all’ università  La Sapienza di Roma,ci ha illustrato cosa si intende per l’hate speech e i modi nei quali è possibile  contrastarlo. Ci ha spiegato che una comunicazione efficace deve essere basata su valori come la tolleranza.

Per comprendere meglio quanto spiegato, abbiamo lavorato in gruppo svolgendo un esercizio su queste tematiche.
Durante il secondo giorno è intervenuta la Dott. Asia Fiorini, Digital Communication Officer, che ha presentato le campagne che svolge Actionaid sul territorio e ci ha illustrato come utilizzare i profili personali al fine di promuovere anche le loro attività.

Attraverso un’analisi dei dati è emerso che il social che per permette una visibilità a 360 gradi è Facebook attraverso campagne di sensibilizzazione; Instagram, invece, offre un audience più elevato tra i giovani mentre  la community di Twitter, che è costituita da giornalisti e politici, permette l’avvicinamento di terze persone.

Siamo molto contenti di aver partecipato al workshop perché quest’esperienza ha ampliato le nostre conoscenze, permettendo di confrontarci con specialisti del settore, favorendo l’integrazione e la collaborazione tra i diversi gruppi locali.

Federica Miglietta

Chiara Metrangolo

Francesco Melissano

Gli Agenti0011 all’opera nei Laboratori di Comunità di Lecce

Nell’ambito del progetto Agente 0011 – Missione Inclusione presentato da Gruppo Locale Lecce
Base Actionaid e dai ragazzi del Liceo Scientifico “Cosimo de Giorgi”, guidati dall’eccezionale
prof. Massimo Manco, in collaborazione con il Comune di Lecce, che si preoccupa di migliorare e
riqualificare il quartiere San Pio di Lecce nell’ottica degli obbiettivi dell’Agenda 2030 e, in
particolare, dell’obbiettivo n. 11 che auspica la realizzazione di città più inclusive, sostenibili e
resilienti, è stato realizzato il 22 febbraio 2019 un laboratorio di comunità presso la sede succursale
del liceo, invitando gli abitanti del quartiere ad esprimere la propria opinione sulle problematiche
più urgenti emerse dalle interviste condotte dai ragazzi, sulla base di un questionario dagli stessi
realizzato, e a dare dei suggerimenti per riuscire al meglio nello scopo.
Durante il laboratorio i ragazzi hanno avuto l’opportunità di esporre la loro iniziativa,
successivamente dividendosi in 4 tavoli tematici, politiche giovanili, verde pubblico, inclusione,
attività per bambini e ragazzi, hanno avuto modo di confrontarsi con i residenti nel quartiere, al
fine di raccogliere il loro punto di vista e cercare delle soluzioni condivise.
I partecipanti hanno avuto anche la possibilità di cambiare tavolo, in modo da poter affrontare
argomenti diversi.
In rappresentanza del Comune di Lecce è intervenuta l’Arch. Rossi la quale ha illustrato i vincoli
amministrativi e architettonici cui è soggetto chi realizza un progetto di riqualificazione urbana.
L’Ass. Baraonda per i bambini ha organizzato dei laboratori, tra i quali il più riuscito è stato quello
con i trampoli, facendo sì che i genitori degli stessi potessero dedicarsi tranquillamente all’incontro.
Il tutto si è concluso con un ricco buffet.
I ragazzi del Liceo Scientifico “Cosimo de Giorgi”, grazie all’aiuto dello staff Actionaid, si sono
preoccupati di appuntare tutto su dei cartelloni e di documentare le varie fasi dell’incontro
attraverso video e foto.
Tirando le somme sui temi trattati durante il Laboratorio di Comunità, possiamo dire che, in
relazione al tema inclusione, quello che è venuto fuori è un quadro per certi aspetti confortante per altri preoccupante.
Non risultano particolari problemi tra le varie etnie né episodi di violenza o caos che possano
preoccupare gli abitanti, eppure, quello che emerge è che le diverse etnie vivono in una situazione
di tolleranza indifferente, nella quale ognuno rimane nel suo senza sentire il bisogno di conoscere
l’altro.
Quello che può considerarsi come un dato positivo è che la popolazione del quartiere sia riuscita,
con un percorso lento, ma costante, a realizzare una convivenza pacifica.
L’ostacolo da superare è la totale assenza di integrazione tra le diverse anime del quartiere.

In relazione al tema del verde pubblico, le problematiche riscontrate rientrano in quattro categorie
fondamentali: mancanza di cura e manutenzione, comportamenti incivili da parte dei fruitori dei
parchi, percezione generale di insicurezza e di paura, assenza di servizi adeguati e di iniziative.
In relazione al tema spazi e attività per bambini e ragazzi i bisogni della popolazione sono attinenti
all’assenza di spazi attrezzati dove i bambini e i ragazzi possano esercitare le loro attività o
semplicemente trascorrere il tempo libero in sicurezza. Nel quartiere, infatti, non ci sono
biblioteche, ad eccezione di quella universitaria, né luoghi in cui poter leggere o studiare in
tranquillità; alla percezione generalizzata di insicurezza, dovuta alla situazione del quartiere, ma
anche al generale allarmismo che si respira ovunque nel nostro.
Arrivati a questo punto, il passo successivo, sarà quello di realizzare un progetto di riqualificazione che risponda alle esigenze degli abitanti che verrà presentato nel corso dell’evento finale che si terrà
a maggio. Vi aspettiamo!

Articolo scritto da Stella Conte, studentessa dell’IS De Giorgi di Lecce coinvolta nel progetto

Hakuna Matata – Senza pensieri

Ero nel campo in un caldo e umido pomeriggio keniota quando ho ricevuto la notizia del mio invito a partecipare al seminario antirazzismo in Italia. L’eccitazione era difficile da contenere. Dovevo mantenere la calma, anche se mi sentivo di saltare dalla gioia. Sarebbe stato il mio primo viaggio in Europa. L’esperienza del workshop di Agente0011 ha cambiato per sempre la mia visione del mondo. Questa è la mia storia.

Vogliamo tutti un mondo migliore, l’umanità è una grande famiglia.
Vedete, come africano non sono estraneo al lato brutto della discriminazione – sulla base del colore della pelle, della religione o dell’etnia.
Da bambino, ho avuto modo di conoscere il barbaro genocidio del 1994 in Ruanda. Da giovane ho guardato le notizie locali scioccato, mentre i kenyani hanno tagliavano, bruciavano, mutilavano e si uccidevano a vicenda sulla base di differenze etniche durante una serie di violenze insensate scatenate dalle elezioni, fortemente contestate, del 2007.
Da adulto, ho seguito le strazianti storie di immigrati alla ricerca di una vita migliore nell’Europa occidentale. Dai bambini che affogano in mare mentre tentano di attraversare agli immigrati senza un soldo rapiti e venduti alle aste di schiavi libici dai trafficanti di esseri umani.
Ho anche avuto la sfortuna di assistere all’ascesa del fascismo in Occidente, travestita da populismo, come reazione all’Altro – l’immigrato.
Grazie al progetto Link to School, che collega le scuole del Kenya e dell’Italia, abbiamo esplorato la questione dell’Altro nei nostri rispettivi contesti sociali.

Un Rinascimento postmoderno
L’Italia è dove è iniziato il Rinascimento e l’Italia è dove muore il fascismo.
L’evento anti-razzista della coppa del mondo ha risvegliato questa consapevolezza attraverso un programma molto divertente e interattivo che ha coinvolto partecipanti di tutte le età. Sin dall’aeroporto di Istanbul, dove ho avuto modo di incontrare i delegati di tutto il mondo, assaggiare gustoso cibo italiano e tenere una Babele di conversazioni in diverse lingue. Fino al grande ballo finale e alle chiacchiere con i ragazzi italiani nell’ascensore dell’hotel: ci capivamo perfettamente anche se non parlavamo la stessa lingua.
Spero in un mondo più inclusivo e tollerante, piantando semi di compassione, tolleranza e apertura all’Altro nelle giovani generazioni. L’evento antirazzista della coppa del mondo era tutto ciò che speravo, e molto altro … per rendere il mondo un posto migliore.
Credo che i bambini e i giovani siano formidabili agenti di cambiamento sociale, perché trasformano la società dall’interno. La coppa del mondo anti-razzista si è mobilitata, rafforzata e ha dato qualcosa di potente a questa giovane generazione. E agente0011 ha dato loro la licenza per rendere il mondo un posto più inclusivo.

Asante Sana Agente0011!

Tommy Kuti in “Agente 0011 – Licenza di includere” – Puntata 3

Tommy Kuti, insieme ai nostri Agenti 0011, protagonista della web serie di Missione Inclusione.

TERZA PUNTATA

Il nostro rapper non si dà per vinto: deve trovare una storia di denuncia che spacchi e i protagonisti adatti per il suo videoclip. Stavolta Tommy si spingerà ancora più lontano, nella calda terra siciliana! Ce la farà stavolta?

Guarda #missioneinclusione #agente0011

Uisp Reggio Emilia: nasce una “Rete in movimento”

L’Uisp ed altre realtà del territorio propongono l’attività motoria come antidoto contro sedentarietà ed emarginazione sociale.

Più felici e più coese, il movimento migliora la vita delle persone. Da questo assunto, nove soggetti reggiani tra cui enti e associazioni hanno elaborato un progetto che prevede un calendario di attività motorie gratuite, che tra febbraio e giugno interesserà le fasce più deboli della popolazione e i luoghi più inusuali per lo sport. La sfida è quella di vincere la sedentarietà diffondendo la cultura della salute e utilizzando lo sport e il movimento come strumento di coesione sociale. Il progetto, guidato dall’Uisp Reggio Emilia, si chiama “Rete in movimento” ed è stato finanziato con circa 21mila euro dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso il bando legato alla legge sullo Sport 8/2017, aggiudicandosi il secondo posto in regione tra i progetti.

L’iniziativa è stata presentata martedì 19 febbraio a Reggio Emilia: “Con questo progetto – ha detto il presidente della Uisp Reggio Emilia, Azio Minardi – abbiamo voluto creare una squadra per andare nei quartieri e far muovere le persone rendendole protagoniste della propria salute, ma anche di quegli spazi pubblici in cui è possibile incontrarsi e praticare allo stesso tempo della sana attività motoria. L’Oms ci dice che lo sport deve entrare in modo sistematico nelle nostre vite per guadagnare salute. Noi sappiamo che lo sport non è solo un modo per essere più sani, ma anche un modo di vivere e guardare alle città e ai bisogni relazionali delle persone”.

Gli attori della Rete sono enti e associazioni di volontariato e non: Acer-Azienda Casa Emilia Romagna Reggio Emilia, Aima-Associazione Italiana Malati di Alzheimer, AM.CO-Amministrazioni Condominiali, Auser, Ausl Reggio Emilia, Cooperativa Case Popolari Mancasale e Coviolo, LILT-Lega Italiana Lotta ai Tumori, Tuttimondi Asd e Uisp Reggio Emilia con la collaborazione di Luoghi di prevenzione. Tra le attività previste dal progetto ci sono: ginnastica dolce, attività ludico-motoria per i bambini, gruppi cammino e ginnastica funzionale nei parchi attrezzati della città.

I luoghi della Rete sono gli spazi di incontro messi a disposizione gratuitamente dai partner: le aree ricreative di Acer nelle Residenze Gerra, le sale condominiali di AM.CO e Auser in via Compagnoni e in via Petrella, della Cooperativa Case Popolari di Mancasale e Coviolo in via Selo. Tra marzo e giugno Aima insieme a Tuttimondi proporrà attività adattata ai malati di Alzheimer e gruppi di cammino ai familiari dei malati nelle sedi di Albinea, Canossa, Montecavolo, Poviglio, Reggiolo e Reggio Emilia. Per Ausl, il calendario di attività per adulti e bambini si svolgerà al Parco San Lazzaro nella “Palestra Sotto il Cielo” da aprile a giugno.

Per scaricare la brochure clicca qui

Il progetto mette al centro anche la formazione sugli sani stili di vita e un pizzico di innovazione grazie alla LILT, che proporrà gratuitamente due percorsi formativi, per i tecnici-educatori Uisp e per i cittadini, entrambi nella sede di Luoghi di Prevenzione nel padiglione “Villa Rossi” in via Amendola. Per i tecnici sono previsti due incontri sabato 23 e sabato 2 marzo sull’approccio motivazionale al cambiamento degli stili di vita a rischio, mentre a marzo ci saranno altri tre incontri su alcool, fumo e alimentazione aperti a circa 30 cittadini che vorranno candidarsi a diventare peer educators e cioè portatori sani di stili di vita salutari nella propria rete di conoscenze. Alcune delle attività sono già partite, come la ginnastica dolce nella sala polivalente di Acer all’interno delle Residenze Gerra, che si svolge ogni martedì e giovedì o quella ospitata nella saletta civica di Via Selo negli spazi della Cooperativa Case Popolari Mancasale e Coviolo ogni mercoledì. Altre iniziative partiranno a breve. Il calendario aggiornato delle attività è disponibile sul sito www.uisp.it/reggioemilia. Per partecipare è necessario prendere contatti con le associazioni o gli enti in cui si svolgono le iniziative.

“Il progetto promosso dall’Uisp rientra in maniera strutturale nelle politiche messe in campo dall’Amministrazione comunale sul tema della partecipazione, attraverso il lavoro dei Tavoli di Quartiere, con gli assistenti sociali, e con i Laboratori di cittadinanza attraverso  gli Architetti di quartiere – ha detto l’assessora alla Partecipazione Valeria Montanari – Il valore aggiunto di ‘Rete in movimento’ però, è la capacità di costruire circolarità delle competenze e relazioni tra le persone e le associazioni che vi partecipano, creando collaborazioni che spingono ad uscire di casa, a riscoprire lo spazio pubblico e a sentirsi protetti in una comunità in cui ci si prende cura degli altri e si promuovono esperienze interessanti, che facciano stare meglio e aiutino a essere più felici”. (di Federica Imbrogli, redazione Uisp Reggio Emilia)

 

 

“Darwin: noi, nuovi cittadini”: il progetto dell’Uisp Firenze

Sport, formazione e cultura per l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati. L’Uisp segue il progetto in palestra e in piscina

Ha preso il via il progetto “Darwin: noi, nuovi cittadini”, che vede l’Uisp di Firenze in prima fila nel favorire l’integrazione e il futuro inserimento sociale e lavorativo dei minori stranieri non accompagnati presenti nell’area metropolitana (Firenze, Fiesole, Scandicci, Calenzano e Sesto Fiorentino). L’iniziativa è un lavoro di squadra che coinvolge, oltre all’Uisp, Comune di Firenze, cooperativa ConVoi, Anelli Mancanti Onlus, Associazione Nosotras e Associazione di promozione sociale Ancescao di Firenze.

L’obiettivo è di promuovere, attraverso l’attività sportiva, corsi di italiano ed informatica, apprendistato nelle botteghe artigiane e visite ai musei, il reale inserimento dei ragazzi. A Firenze sono circa 600 i minori che si trovano in strutture di accoglienza: un terzo di questi provengono da paesi balcanici come Kosovo e Albania, un altro terzo risulta inserito in progetti Fami-Fondo asilo migrazione e integrazione e Sprar-Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, i restanti sono italiani.

Il progetto Darwin, della durata di un anno è finanziato dalla Regione Toscana e si propone di fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva nell’ottica di combattere la disoccupazione e le disuguaglianze. Lo sport gioca un ruolo di primo piano sia a livello individuale che di inserimento collettivo e sociale. Le attività sportive previste si svolgono presso gli impianti gestiti dall’Uisp. Si va dai corsi di nuoto nell’impianto della piscina Costolina, al calcio presso i campi sportivi della Trave, sono previste attività anche nella palestra di Scandicci, mentre la canoa verrà proposta presso la delegazione Uisp Valdisieve e in alcune delle polisportive affiliate.

Per quanto riguarda i percorsi educativi si terranno nelle sedi dell’Associazione Anelli Mancanti e dell’Associazione di promozione sociale Ancescao di Firenze, mentre il percorso culturale è previsto direttamente presso le Botteghe Artigiane Fiorentine aderenti al progetto e presso l’Associazione Anelli Mancanti chiamata ad organizzare le visite guidate per i musei della città di Firenze. Per ogni attività è previsto un incontro a settimana. (Fonte: redazione Uisp Firenze)

Tommy Kuti in “Agente 0011 – Licenza di includere” – Puntata 2

Tommy Kuti, insieme ai nostri Agenti 0011, protagonista della web serie di Missione Inclusione.

SECONDA PUNTATA

Continua l’avventura di Tommy alla ricerca della storia per il suo pezzo di denuncia: forse i migranti, i politici o la disoccupazione giovanile? 

Il nostro rapper è indeciso, ma quello che non può mancare è di sicuro un videoclip d’effetto, magari con un crew che balla! 

Guarda #missioneinclusione #agente0011

Cooperazione Uisp: danza e movimento per abbattere i muri

L’Uisp a Tiro, in Libano, con due operatrici per la formazione di educatori nei campi profughi. Parlano I. Nobili e E. Serra

Attraverso il gioco e il movimento libero l’Uisp promuove anche in Libano lo sportpertutti e il diritto di ognuno alla libera espressione di sé. Ilaria Nobili, Uisp Roma, e Emanuela Serra, Uisp Sassari, sono a Tiro da domenica 27 gennaio e fino al 5 febbraio per portare a compimento i percorsi di formazione legati al progetto “Promozione dei diritti dei minori e nuove opportunità di educazione informale nel sud del Libano”, nel quale l’Uisp – insieme alla Fondazione libanese Ghassan Kanafani e alla Municipalità di Tiro, è partner dell’Ong CTM – Cooperazione nei Territori del Mondo, e che viene realizzato grazie al cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale/Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.

La formazione nei campi profughi libanesi è partita circa quattro anni fa, con un primo progetto sempre gestito da CTM, e ha visto alternarsi in Libano vari operatori Uisp da tutta Italia – racconta Nobili – in questa fase conclusiva stiamo tirando le somme dei progetti e degli incontri formativi svolti, per verificare se gli strumenti sono stati assorbiti e lavorare sulle criticità che possono essere sorte nel corso del lavoro sul campo dei nostri partner locali”.

Gli incontri prevedono due giornate in ogni campo e durante la missione saranno raggiunti i campi di Rashidieh, Ein El Helweh e il centro per ragazzi con disabilità di Mosan a Tiro. “Abbiamo lavorato su gioco e movimento attraverso la danza e il basket – prosegue Ilaria Nobili – in particolare abbiamo coinvolto i partecipanti in attività a corpo libero per aiutarli ad esprimersi liberamente e a vivere un rapporto migliore con il proprio corpo. La danza è un linguaggio comune, che spesso ci ha permesso di lavorare senza bisogno del traduttore e di spiegazioni approfondite. È un linguaggio immediato che facilita la comunicazione”.

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I due giorni di formazione cono stati suddivisi in attività rivolte agli educatori e attività insieme ai ragazzi e bambini destinatari: “Sono entusiasti, interagiscono senza difficoltà – aggiunge Emanuela Serra – si è creata sempre una buona sintonia. Lavoriamo principalmente con donne molto giovani e riscontriamo un forte bisogno di idee e proposte pratiche di giochi e attività. In questi anni hanno messo in pratica le nostre proposte ed utilizzato gli strumenti che abbiamo cercato di mettere a loro disposizione. Trovano qualche difficoltà nell’adattare le attività alle esigenze particolari, come quelle legate agli spazi ristretti o alle persone con disabilità. Quindi stiamo lavorando con loro sulle potenzialità di adattamento delle varie pratiche motorie, agli spazi disponibili, o ai limiti dei partecipanti”.

“Ogni volta che veniamo riceviamo un’accoglienza festosa, sia da parte dei bambini che degli insegnanti – aggiungono le operatrici Uisp – Qui le condizioni di vita sono precarie, sia per la scarsità di servizi e infrastrutture sia a livello sociale. Le donne non possono vivere all’aperto e socializzare, i genitori non trovano il modo per comunicare con i loro figli, lasciandoli spesso all’unico svago degli strumenti tecnologici, che li isolano e li tengono chiusi in casa. A questo proposito inseriremo nella nostra formazione dei momenti che includano anche i genitori, per illustrare loro l’importanza del movimento e proporre attività da fare insieme ai propri figli. Gli educatori che lavorano con noi vorrebbero venire in Italia e visitare i centri in cui si svolgono le attività Uisp: hanno voglia di imparare e sono assetati di nozioni ma hanno pochi mezzi e nessuna possibilità di studiare. Nonostante questo sono tutti pronti a mettersi in gioco, senza tabù e paure: per loro rappresentiamo anche un ponte per aprirsi verso l’esterno”. (Elena Fiorani)

Ilaria Nobili ed Emanuela Serra sono state intervistate nell’ultima edizione del GrsWeek, approfondimento del Giornale Radio SocialeASCOLTA L’AUDIO