“Partecipare significa essere attivi, impegnati e dire la propria. Le maggiori difficoltà riguardano non avere fiducia nel proprio ruolo e abilità e il fatto che a volte nell’ambiente scolastico gli studenti e le studentesse non si sentono ascoltati e sentono di non avere spazio per partecipare.”
Così studenti e studentesse italiani che hanno preso parte al progetto EducAction descrivono la partecipazione e le difficoltà che incontrano a partecipare.
Il progetto EducAction, cofinanziato dall’UE e implementato in 4 diversi paesi europei, è stato ideato con la volontà di rafforzare il ruolo della scuola e della comunità nella promozione dell’educazione e della partecipazione civica tra i giovani. Le principali attività comprendono la realizzazione di un percorso educativo per corpo docente, studenti e famiglie volto ad acquisire competenze ed elaborare dal basso proposte di miglioramento di beni, spazi e servizi che rispondano ai loro bisogni. Infine, il progetto ha messo in atto azioni di disseminazione, networking, e advocacy a livello locale, nazionale e internazionale attraverso attività online e offline.
Il Progetto ha visto il coinvolgimento di quattro comunità scolastiche in altrettanti paesi europei: la scuola Oriani-Mazzini di Milano, in Italia, e altri istituti in Grecia, Belgio e Portogallo. Nonostante le difficoltà portate dalla pandemia, arrivata a due mesi dal kickoff del progetto, che ha influenzato profondamente le attività che si sono dovute svolgere per la gran parte online, è stato comunque possibile sviluppare il prototipo del percorso.
La struttura di EducAction ha visto l’interconnessione di 3 fasi che, partendo dall’analisi del contesto scolastico arrivando fino al coinvolgimento della comunità, avevano lo scopo di coinvolgere studenti e studentesse in un processo di consapevolezza e di individuazione di soluzione collettive ai problemi condivisi dalla comunità di riferimento.
La prima fase ha visto lo sviluppo di un processo partecipativo volto a identificare bisogni e sfide degli studenti e delle studentesse e dell’ambiente scolastico e conseguentemente a sviluppare soluzioni collettive. Contestualmente a quello tenutosi a scuola, i e le giovani sono stati coinvolti in un processo simile rivolto però verso la comunità in cui la scuola è inserita, che ha visto la partecipazione di 19 realtà della società civile nello sforzo di identificare soluzioni condivise a problemi comuni. Infine le soluzioni identificate in ogni città sono state testate e validate a livello locale. Usando interviste, questionari e sondaggi online gli studenti e le studentesse hanno valutato se le soluzioni proposte rispondessero veramente ai bisogni e alle aspettative della comunità.
I e le giovani partecipanti sono stati infine coinvolti nella redazione di un Manifesto civico dei giovani e delle giovani, un documento contenente i fattori più importanti da considerare qualora si voglia rafforzare la partecipazione delle persone giovani nelle questioni che li riguardano, direttamente o indirettamente, a livello locale, scolastico e del vicinato. Tra i punti emersi, la necessità di vedere riconosciuto maggiore ascolto e coinvolgimento nella pianificazione delle politiche locali, una maggiore attenzione al riconoscimento delle diverse forme di partecipazione civica e alla cura del dialogo, ma anche maggiore dotazione di spazi di partecipazione e in generale una maggiore apertura e sostegno della politica alla voce dei e delle giovani.
Studenti e studentesse hanno confermato che il progetto ha colto un problema importante visto il basso livello di partecipazione sia dentro che fuori dalla scuola. La maggior parte delle persone giovani non sono a conoscenza di opportunità per partecipare o non si fidano del processi decisionali perché sentono che la loro opinione non conta per la decisione finale. In definitiva è stato un percorso che ha visto i propri risultati esprimersi soprattutto a livello individuale: la valutazione dimostra come studenti e studentesse che hanno preso parte a EducAction abbiamo rafforzare le proprie capacità, cognitive e non, e siano divenuti più consapevoli e attivi sulle opportunità e sull’importanza di esprimere la propria partecipazione.