Vi è mai capitato di trovare nei vostri testi scolastici dei lavori e/o delle azioni associate solo a un sesso specifico? Avete mai trovato frasi come “la mamma fa la lavatrice” e “il papà guida la macchina” in uno dei vostri esercizi di italiano? Ecco, nella rubrica Oltre gli Stereotipi di oggi cercheremo di capire questo fenomeno dei ruoli di genere.
Secondo la teoria dei ruoli sviluppata da Popitz nel 1967, i ruoli maschili e femminili possono essere definiti come “insiemi di norme di comportamento” indirizzate agli individui di un determinato genere (culturalmente definito) in quanto differenti dagli individui di un altro genere (culturalmente definito). Possiamo provare a capire i #ruolidigenere come ciò che la società si aspetta da noi (come ci comportiamo, vestiamo, parliamo, agiamo) solo ed esclusivamente tenendo conto del sesso con cui ci identifichiamo. Dunque, questi cambiano in base alla società, gruppo etnico, cultura e periodo storico di appartenenza.
Ruoli di genere o stereotipi di genere?
Nonostante la rigidità di alcuni contesti socio-culturali, la natura umana è di fatto varia e non esistono in natura attività, interessi o caratteri esclusivamente femminili o maschili. Ed è così che i ruoli di genere ricadono negli #stereotipidigenere, perpetuando un’idea in cui non si è liberi di essere noi stesse/i, ma tutte/i dovremmo seguire delle linee guida socio-culturali in base al nostro sesso di appartenenza. Poiché gli stereotipi causano disparità di trattamento in base al genere, possiamo identificare anche il questo fenomeno con il termine #sessismo.
Gli stereotipi sono solitamente relativi a quattro fattori:
- Tratti della personalità: quando, ad esempio, ci si aspetta spesso che le donne siano più emotive, mentre gli uomini più aggressivi.
- Comportamenti domestici: Quando, ad esempio, alcune persone si aspettano che le donne si prendano cura dei bambini e della casa, mentre gli uomini debbano avere tutta la responsabilità finanziaria famigliare.
- Occupazione: Quando, ad esempio, in alcune contesti c’è la credenza che le donne debbano svolgere lavori di assistenza e/o con orari ridotti.
- Aspetto fisico: Quando, ad esempio, ci si aspetta che gli uomini indossino unicamente pantaloni e portino acconciature corte, mentre le donne debbano indossare vestiti e make-up.
Gli stereotipi di genere semplificano la realtà fornendo immagini generalizzate che riducono la complessità e la ricchezza individuale all’interno dei contesti socio-culturali. Che siano in base al comportamento, aspetto o occupazione di una persona, questi hanno un potenziale estremamente dannoso, perché portano gli individui a non esprimere pienamente sé stessi e le loro emozioni. Non solo, gli stereotipi di genere possono limitare le scelte e le opportunità nella vita delle persone, portando a vera e proprio discriminazione
Probabilmente vedrete manifestarsi stereotipi di genere in molte forme nel vostro vivere, ricordate però che proprio voi potete dare il vostro contributo per sfidarli ed aiutare tutte/i – indipendentemente dal sesso o dall’identità di genere – a sentirsi uguali e valorizzati come persone.
Curiosità
Seguendo la definizione indicata sopra, possiamo notare che questi ruoli hanno la potenzialità di essere molto diversi in base allo stato o al contesto in cui si vive.
Ruoli di genere in Unione Europea
I governi Europei sono abbastanza coinvolti nella vita dei cittadini e, con diverse intensità, stanno intervenendo per incoraggiare l’uguaglianza di genere.
In Svezia, ad esempio, tutti i genitori che lavorano hanno diritto a sedici mesi di congedo retribuito per figlio, per incoraggiare un maggiore coinvolgimento paterno nell’educazione e crescita dei figli.
Attraverso politiche come il congedo parentale, si lavora attivamente per sradicare l’idea che la cura della prole sia da attribuirsi solo alla figura materna, e permette così ad ambo i sessi di coltivare la propria figura professionale senza rinunciare a prescindere alla propria carriera.
Tuttavia, disuguaglianze di genere nell’istruzione persistono, ad esempio in termini di preferenze di studio. Le donne hanno maggiori probabilità di avere un diploma superiore, ma continuano a essere sovrarappresentate in settori di studio legati a ruoli femminili tradizionali, come quelli connessi all’assistenza, e sottorappresentate in quelli della scienza e dell’ingegneria. Quello che ragazze/i possono fare nel loro futuro professionale e personale è ancora molto segnato dai concetti tradizionali dei ruoli di genere. Del rapporto tra donne e materie scientifiche (STEM) avevamo anche parlato in questo articolo.
Tutt’oggi, le politiche per l’uguaglianza di genere in Unione Europea si basano ancora sulla lotta contro i ruoli e gli stereotipi tradizionali e persistenti.
Potete approfondire la tematica nel contesto svedese consultando questa pagina: https://www.government.se/4a7738/contentassets/efcc5a15ef154522a872d8e46ad69148/gender-equality-policy-in-sweden?TSPD_101_R0=082953afa5ab2000ada2d306775ee525ccc983b86d10064b478eef4ec3948c548facede4d0e8380008d8ae95b914300020ff9189aa89782772c7be2976fa51e4700df5f89de083adab9c4939e3511a3eaedfd0ffd672fde6e0baf5617a216af2.
Ruoli di genere in Giappone
Spostandoci nel continente Asiatico, e nello specifico in Giappone, troviamo un contesto in cui il genere femminile è generalmente ben istruito e con un’occupazione. Rimane tuttavia una forte pressione sociale per le donne a trovare un marito. Nella storia giapponese, le differenze di genere sono state un elemento chiave della stratificazione sociale. Dalla Seconda guerra mondiale, ci sono stati tuttavia drastici cambiamenti socio-culturali che hanno portato questo sessismo ad attenuarsi, ed oggi in Giappone rimangono poche barriere all’equa partecipazione delle donne alla vita sociale e professionale. Tuttavia, la disuguaglianza di genere continua nella vita familiare, sul posto di lavoro e nella cultura popolare. Nonostante i cambiamenti in ambito lavorativo che hanno portato le donne giapponesi ad essere indipendenti economicamente, queste dovrebbero ancora sposarsi per ottenere uno status rispettato nella società. Esiste anche la convinzione sociale che sia nell’interesse della donna, dei suoi figli e della società rimanere a casa e dedicarsi unicamente alla famiglia.
Potete approfondire sul Giappone consultando questa pagina: https://www.giapponeinitalia.org/la-dipendenza-reciproca-tra-i-generi-l’uomo-e-la-donna-nella-societa-giapponese-contemporanea-attraverso-l’amae/.
Allegra Varriale