L’Uisp sulla Rai con la piscina al femminile gestita dall’Uisp a Torino

La TgR Rai Piemonte ha realizzato un servizio sulla piscina di via Massari che per due ore alla settimana è riservata alle sole donne

Da undici anni a Torino, grazie all’Uisp, ogni domenica mattina per due ore la piscina Massari diventa per sole donne, italiane e straniere, la maggior parte di religione musulmana. Un’esperienza che ha raccolto l’adesione di molte donne, che sono tra le protagoniste del servizio trasmesso lunedì 21 gennaio dalla TgR Rai Piemonte.

I commenti delle donne intervistate, giovani e adulte, sono tutti positivi: “È una felicità, sono contentissima”; “Il fatto di poter stare in questa piscina tra sole donne e anche senza il burkini mi dà un valore aggiunto”; “Per me la domenica è sacra, è mia, questo è il mio spazio”.

Infatti, questa idea nasce proprio con l’intento di dedicare uno spazio solo a loro, donne che per esigenze e preferenze personali, vogliono fate attività alla presenza di sole altre donne. “Non è una separazione – dice Patrizia Alfano, presidente Uisp Piemonte – questo progetto valorizza le donne, va incontro alle loro esigenze,  mentre fuori tutto ciò che sembra libero ed accessibile a tutti in molti casi non lo è”.

“Qui in piscina abbiamo avuto anche le prime signore arrivate in Italia – spiega Paola Voltolina, dell’Uisp Torino – che erano meno abituate a partecipare e hanno trovato uno spazio per fare finalmente dell’attività sportiva”. Partito nel 2008, il progetto oggi coinvolge circa 80 donne all’anno, per alcune si tratta dell’unica opportunità di praticare attività motoria, per altre è una scelta di libertà: “Per me si tratta di una scelta – dice Mariam – e ho scelto da sola di venire in una piscina per sole donne, nessuno mi ha costretto”.

Quindi questa separazione viene interpretata in maniera diversa da quella imposta alle donne saudite durante la finale di Supercoppa tra Juve e Milan a Gedda, che ai bordi di questa piscina riscuote opinioni diverse, alcune valorizzano la possibilità data a tutte le donne di assistere alla partita, in uno spazio protetto, anche se separato, per altre, la libertà è fondamentale come spiega Hind Lafram: “Se mi fosse vietato di entrare in un bar o in un ristorante non mi andrebbe bene, e cercherei di riprendermi i miei diritti assolutamente”. (A cura di Elena Fiorani)

Trump trasferisce l’ambasciata

Il 14 maggio 2018 il presidente Trump trasferisce l’Ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, dopo aver unilateralmente riconosciuto la città come capitale di Israele.

In tutta la Cisgiordania i palestinesi organizzano manifestazioni pacifiche, violentemente represse, rivendicando i loro diritti su Gerusalemme Est che considerano la capitale del loro futuro Stato.

Un po’ di storia

Gerusalemme è riconosciuta come Città Santa dalle tre religioni monoteiste: Ebraismo Cristianesimo e Islam. Per ognuna di esse Gerusalemme incarna il fulcro simbolico e storico della propria fede.

Per questo motivo, nel 1947, quando l’ONU approva il piano di spartizione della Palestina tra ebrei sionisti e palestinesi, Gerusalemme viene posta sotto controllo internazionale.

Nel 1949 il neo-costituito stato di Israele riesce a estendere i suoi territori fino ad includere Gerusalemme Ovest, che dichiara sua capitale, malgrado l’opposizione della comunità internazionale. Nessuno stato riconosce la nuova capitale.

Nel 1967, a seguito della guerra “dei sei giorni”, Israele occupa anche Gerusalemme Est, e dichiara Gerusalemme sua capitale “unica e indivisibile”. L’Onu condanna ancora una volta questa decisione unilaterale e continua a considerare Gerusalemme Est come terra palestinese occupata.

Oggi

Gerusalemme Est è rinchiusa in una cintura di nuove colonie che la separano dagli altri territori palestinesi. Subisce, con metodi vari, l’estromissione sistematica di abitanti palestinesi, spesso con la distruzione delle loro case, sostituendoli con nuovi e sempre più numerosi occupanti israeliani. Gli abitanti palestinesi non possiedono alcuna cittadinanza, ma solo un permesso di soggiorno revocabile in qualsiasi momento.

Gerusalemme e il suo destino costituiscono il nodo cruciale della questione palestinese e la controversia ineliminabile in qualsiasi colloquio di pace. Controversia molto ben esemplificata dal cosiddetto “Monte del Tempio”: con il “Muro del pianto” sacro agli ebrei e la sovrastante “Spianata delle Moschee” sacra ai musulmani, esso appare come l’espressione fisica e angosciosa di una lotta che sembra non avere fine.

Con il suo gesto unilaterale che vorrebbe definitivamente assegnare Gerusalemme allo Stato di Israele, Trump rimane di fatto escluso da ogni credibile ruolo di mediatore in questo interminabile conflitto.

Sospesi i finanziamenti all’UNRWA

La decisione potrebbe avere conseguenze drastiche per i milioni di rifugiati palestinesi ai quali l’UNRWA fornisce assistenza e protezione in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania, e nella Striscia di Gaza.

L’UNRWA (organismo ONU per i rifugiati palestinesi) è stata istituita come soluzione temporanea nel 1948, con la spartizione della Palestina dopo la proclamazione dello Stato di Israele, per assistere i palestinesi espulsi con la forza dalle loro città e villaggi. La cosiddetta Nakba (catastrofe) era già iniziata nel 1947. Entro il ‘48 gli atti delle truppe del neonato esercito sionista e le bande armate avevano espulso 760.000 palestinesi, distrutto 473 villaggi e città, e ucciso più di mille persone. Gli sfollati furono costretti a rifugiarsi nei villaggi della Cisgiordania (Territori palestinesi a Est di Israele ed entro la linea di confine del fiume Giordano) e nelle città palestinesi di Betlemme, Nablus, Hebron, Gerusalemme, e infine nei campi UNRWA. Dunque rifugiati nella loro stessa terra.

Dopo il 1948 gli espropri di terre, la rapina delle risorse idriche, la discriminazione verso i cittadini palestinesi rimasti nel neo Stato d’Israele sono continuati fino alla guerra del ’67 quando Israele occupò gli altri territori della Palestina: Cisgiordania, Golan e Gaza, causando ennesimi esodi, eccidi e distruzioni. Furono creati 10 campi per accogliere una nuova ondata di sfollati.Dal ‘48, UNRWA ha aiutato 4 generazioni di palestinesi con bisogni primari, tra cui alloggi, assistenza sanitaria, istruzione e servizi sociali. Aiuta oltre la metà dei 2 milioni di abitanti della Striscia di Gaza, devastata da oltre 10 anni di assedio e dai bombardamenti israeliani. Il numero dei profughi palestinesi al di fuori della Palestina è oggi di oltre 7 milioni; a nessuno di loro è concesso di rientrare, nonostante la risoluzione 194 dell’ONU. Nel 2017, gli USA avevano fornito oltre il 30% dei fondi all’agenzia, circa 350 milioni di dollari. Ma nel 2018 Trump ha definito l’UNRWA “un’operazione irrimediabilmente imperfetta”. Imperfetta per come conta i rifugiati – il totale include i discendenti dei rifugiati sfollati nel ‘48. Israele teme che il passaggio dello status di rifugiato dai genitori ai figli, minacci il cosiddetto “carattere ebraico” di Israele, cioè crei un problema demografico. Secondo il PM Netanyahu, UNRWA “perpetua il problema dei profughi palestinesi e la narrativa del diritto al ritorno … per eliminare lo Stato di Israele”.  Per i palestinesi il ritorno dei profughi della guerra del ‘48 e di quelle successive è un diritto internazionalmente riconosciuto e irrunciabile; la decisione USA di cancellare gli aiuti all’UNRWA quindi mira a rimuovere il diritto fondamentale dei rifugiati palestinesi a tornare nella loro patria.

Finalmente i laboratori di comunità!

Partiranno nei prossimi giorni i laboratori di comunità organizzati all’interno del nuovo progetto “Agente 0011: Missione Inclusione”, co-finanziato AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Obiettivo primario dei laboratori è l’ampliamento dell’ambito di intervento alla non-discriminazione, all’inclusione sociale e all’integrazione per contrastare l’intolleranza razziale e la discriminazione socio-economica.

Si parte da Bergamo, il 9 febbraio, per poi proseguire a Salerno (21 febbraio), Lecce (22 febbraio), Milano (23 febbraio), Roma (25 febbraio), Bologna (26 febbraio), Napoli e Catania (27 febbraio).

Cosa aspettate? Cercate il laboratorio più vicino e partecipate anche voi!

Sabato 9 febbraio partirà il primo dei due laboratori di comunità organizzati all’interno del nuovo progetto “Agente 0011: Missione Inclusione”, co-finanziatoAICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Obiettivo primario e novità rispetto alla precedente edizione del progetto Agente 0011, è l’ampliamento dell’ambito di intervento alla non-discriminazione, all’inclusione sociale e all’integrazione per contrastare l’intolleranza razziale e la discriminazione socio-economica.

Il laboratorio di comunità organizzato per sabato 9 febbraio presso l’Oratorio di Boccaleone aBergamo (Via Santa Bartolomea Capitanio, 9) vedrà la partecipazione del Liceo delle Scienze Umane  “Paolina Secco Suardo”, del Liceo Manzù e dell’I.S.I.S Giulio Natta.

Durante la prima parte della mattinata i ragazzi avranno l’opportunità di elaborare, all’interno di 3 tavoli di discussione facilitati da ABCittà, Cooperazione Pandora e Cesvi, alcune proposte progettuali per rendere più inclusiva e sostenibile la realtà sociale del quartiere di Boccaleone.

Le tre tematiche su cui verteranno i lavori della mattinata sono:

– promozione delle attività dedicate ai giovani e anziani per l’area clementina

– sviluppo degli spazi e promozione delle attività della biblioteca Betty Ambiveri

– promozione delle attività della rete attraverso alcuni prodotti/idee di comunicazione

A seguire, le porte del cineteatro di Boccaleone si apriranno alle associazioni territoriali e ai rappresentanti del Comune di Bergamo, tra cui il presidente del consiglio comunale Marzia Marchesi e gli assessori Maria Carolina Marchesi e Giacomo Angeloni, per assistere alla presentazione e alla votazione delle proposte per il quartiere discusse durante la mattinata.

Per concludere la giornata in allegria, a fine evento un pranzo a buffet verrà offerto a tutti i partecipanti.

Cosa aspetti? Contribuisci anche tu a rendere la nostra comunità aperta e inclusiva.

Scarica qui l’invito,

Ti aspettiamo!

Best team of the month – Gennaio 2019

Ciao a tutti Agenti0011! Ecco a voi la prima buona notizia del 2019: i vincitori del premio BEST TEAM OF THE MONTH di gennaio!

SCUOLE:

  • Fascia 5-10: PINO LORICATO, Scuola Primaria Don Bosco, Rotonda (PZ), Basilicata
  • Fascia 11-13: GREEN POWER, Scuola Secondaria di I Grado Giovanni XXIII, Lauria (PZ), Basilicata
  • Fascia 14-19: FUORICLASSE, Secondaria di II Grado IIS G. Minutoli, Messina (ME), Sicilia

ENTI INFORMALI:

  • Fascia 5-10: NUOTATORI2, Power Team, Messina (ME), Sicilia
  • Fascia 11-13: GRUPPO SCOUT AGESCI MELITOI, Associazione Gruppo Scout Agesci Melito Porto Salvo, Melito Di Porto Salvo (RC), Calabria
  • Fascia 14-19: NUOTATORI16, Power Team, Messina (ME), Sicilia

Complimenti alle studentesse, agli studenti e ai docenti che vincono i premi messi in palio dal VIS!

Per tutti gli altri, ci vediamo il mese prossimo, con nuove missioni e nuovi premi per gli Agenti 0011 che promuovono gli SDG e l’inclusione! Ma soprattutto: è iniziato il concorso “La città che vorrei, aperto a tutti i team del portale! Non perdete tempo e cercate subito una squadra per partecipare e candidarvi a vincere il premio BEST TEAM OF THE YEAR!!

Comincia il concorso di Agente0011!

E’ COMINCIATO IL CONCORSO “Agente 0011: missione inclusione”, che chiede agli Agenti0011 di tutta Italia di realizzare un digital-tale dal titolo “La città che vorrei”.

Per partecipare al concorso i team devono gemellarsi tra loro e costituire un SUPERTEAM, lavorando insieme alla descrizione della loro città ideale, con particolare attenzione al tema dell’inclusione, della non discriminazione, dell’equità e delle pari opportunità, riflettendo sugli aspetti che la renderebbero sostenibile ma anche sul ruolo delle persone, lasciando libero spazio alla creatività ma cercando di essere realistici!

I team sono liberi di realizzare il proprio lavoro elaborando testo, immagini e/o fotografie digitali, contributi video, audio e/o animazioni, immagini e/o fotografie analogiche opportunamente digitalizzate, utilizzando i software che ritengono più idonei. Gli elaborati potranno essere caricati sul portale a partire dal 30 gennaio 2019 fino al 30 aprile 2019.

PREMI 

Entro il 15 maggio 2019 saranno individuati dalla giuria i tre SUPERTEAM che vinceranno il PREMIO BEST TEAM OF THE YEAR, che consiste in un premio speciale firmato ASviS a cui vanno aggiunti:

  • fascia 5-10 anni: partecipazione, a giugno o a luglio, di una delegazione di 6 studenti e 2 docenti (team scolastico) + 6 ragazze/i e 2 responsabili (ente informale), per un totale in gemellaggio di 12 ragazze/i e 4 adulti, a un evento sportivo antirazzista UISP.
  • fascia 11-13 anni: partecipazione, a giugno o a luglio, di una delegazione di 6 studenti e 2 docenti (team scolastico) + 6 ragazze/i e 2 responsabili (ente informale), per un totale in gemellaggio di 12 ragazze/i e 4 adulti, a un evento sportivo antirazzista UISP.
  • fascia 14-19 anni: partecipazione, a giugno o a luglio, di una delegazione di 6 studenti e 2 docenti (team scolastico) + 6 ragazze/i e 2 responsabili (ente informale), per un totale in gemellaggio di 12 ragazze/i e 4 adulti, a un evento sportivo antirazzista UISP.

REGOLAMENTO COMPLETO

Dalla parte delle bambine

“Dalla parte delle bambine” è il libro scritto nel 1973 dall’insegnante Elena Gianini Belotti.

Anche se ha più di 40 anni è ancora per molti aspetti attuale e rappresenta un’importante analisi dei condizionamenti sociali alla base di quelle che vengono considerate le differenze tra maschi e femmine, e della loro relazione.

Sostiene che la tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali che l’individuo subisce nel corso del suo sviluppo.

La tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti è confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare e che oggi ha forti basi scientifiche, riconosciuta in tutto il mondo e fondamentale per i gender studies.

Ma perché solo “dalla parte delle bambine”?

Perché questa situazione è a sfavore del sesso femminile. La cultura alla quale apparteniamo – come ogni altra cultura – si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il mito della “naturale” superiorità maschile contrapposta alla “naturale” inferiorità femminile.

In realtà non esistono qualità “maschili” e qualità “femminili” ma solo qualità umane.

L’operazione di compiere dunque non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene.

Qualche anno più tardi, nel programma “La questione femminile”, andata in onda nel 1976, la scrittrice mostra attraverso interviste a bambine, bambini, educatrici e educatori quanto siano radicati alcuni stereotipi sui ruoli delle donne e dei maschi.

Guardate il video cliccando qui!

 

 

Rapporto Oxfam 2019

Come ogni anno, poco prima del Forum economico mondiale annuale di Davos, Oxfam pubblica il suo rapporto sulla ricchezza nel mondo. Il documento, che vi riportiamo in originale in fondo alla pagina, indica che a livello mondiale 26 miliardari possiedono da soli l’equivalente ricchezza della metà più povera del pianeta mentre in Italia il 5% più ricco degli italiani è titolare da solo della stessa quota di patrimonio posseduta dal 90 per cento più povero.

L’organizzazione evidenzia inoltre un forte legame tra disuguaglianza economica e disuguaglianza di genere: gli uomini possiedono il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l’86% delle aziende. Tuttavia Oxfam ha calcolato anche quanto vale il lavoro di cura non retribuito svolto in famiglia, prevalentemente dalle donne: secondo il rapporto, se questa attività a livello globale venisse appaltata a una singola azienda, il fatturato annuo sarebbe di 10mila miliardi di dollari, vale a dire 43 volte quello della Apple. Insomma, “il lavoro di cura non retribuito è un enorme sussidio nascosto all’economia” che “paradossalmente amplifica le diseguaglianze economiche perché interessa soprattutto le fasce più povere della popolazione, che si ritrovano con minor tempo a disposizione per guadagnarsi da vivere e accumulare ricchezza nel corso del tempo”.

Infatti, parallelamente alla crescita dell’opulenza di pochi emerge un forte rallentamento della riduzione della povertà: secondo la Banca mondiale tra il 2013 e il 2015 il tasso annuale di riduzione si è contratto del 40% rispetto alla media annua 1990-2015 e 3,4 miliardi di persone vivono ancora con meno di 5,50 dollari al giorno. E così circa 10mila persone al giorno muoiono per mancanza di accesso ai servizi sanitari e 262 milioni di bambini non possono andare a scuola.

 

Uisp Bologna: presentata la nona edizione di Pillole di movimento

Torna per il nono anno Pillole di movimento, la campagna di sensibilizzazione coordinata dall’Uisp Bologna che ha l’obiettivo di combattere la sedentarietà e promuovere uno stile di vita sano ed attivo. L’Uisp, insieme all’Azienda Sanitaria, Farmacie ed Istituzioni mette a disposizione suggerimenti per la salute e buoni consigli per svolgere gratuitamente un mese di attività presso una delle società sportive, palestre e piscine che hanno aderito al progetto. Dal 16 gennaio nelle Farmacie dei gruppi LloydsFarmacia e Federfarma di Bologna e Provincia sono disponibili le 22mila scatole di Pillole di Movimento.

GUARDA LO SPOT

A chi si recherà nelle farmacie aderenti verrà consegnata la scatola di Pillole di movimento che contiene: il “bugiardino”, la brochure informativa contenente l’elenco delle società che aderiscono al progetto e delle attività motorie che le stesse mettono a disposizione per un mese (scadenza 31/03/2019) e una campagna di promozione della salute a cura dell’Azienda Sanitaria USL.

GUARDA IL VIDEO della conferenza stampa svolta mercoledì 16 gennaio a Bologna

Il progetto Pillole di movimento è rivolto alle persone sedentarie. Possono usufruire della gratuità solo le persone maggiorenni, in possesso di certificato medico per attività sportiva non agonistica, che non risultino già iscritte nelle palestre o piscine in cui intendono utilizzare il buono. Occorre contattare le segreterie delle polisportive, delle palestre e delle piscine per conoscere i termini della promozione, le attività e gli orari disponibili. La promozione è valida fino ad esaurimento dei posti che ogni società ha messo a disposizione. L’attività gratuita del mese in omaggio terminerà per tutti il 31 marzo 2019.

Tra le proposte dell’Uisp Bologna per sani stili di vita a tutte le età, segnaliamo i corsi di ginnastica dolce, grazie a cui avere una vita più attiva e conoscere persone nuove. “Si lavora sulla mobilità, sulla coordinazione, sull’equilibrio – dice Federica Tossani, istruttrice Uisp – fare attività in gruppo è socializzante, può essere da stimolo per iniziare nuove attività insieme fuori, come andare a camminare”. GUARDA IL VIDEO. (Fonte: redazione Uisp Bologna)

Liberi di giocare

Oggi a Napoli alle 18.30, all’interno della rassegna letteraria omosessuale Poetè, giunta alla 10° edizione, verrà presentato il libro “Giochiamo anche noi”. Abbiamo intervistato Francesca Muzzi, giornalista e autrice del libro. Per scaricare la locandina clicca qui 

“Giochiamo anche noi” (Ultra, 144 pagine)  racconta il calcio gay italiano: Francesca Muzzi, cronista di sport che da anni segue la squadra del calcio dell’Arezzo, ha fatto un viaggio lungo un anno e mezzo tra passione e curiosità, che l’ha portata a conoscere calciatori omosessuali di tutta Italia disposti a svelare le loro vicende, ora dolenti ora gioiose. Storie di diversità nel mondo prettamente antigay del pallone, dove urlare “froci” ai propri giocatori – racconta uno degli intervistati all’autrice – è il peggior rimprovero che si possa fare.

“Sono stata una delle prime donne ad entrare, venti anni fa, in un mondo maschile, quello del calcio aretino – racconta Muzzi – ed era all’ordine del giorno sentirmi discriminata per il mio essere donna in un mondo maschile: se è stato difficile per me figuriamoci per un omosessuale. Da lì ho cominciato ad esplorare, a chiedermi se esistessero squadre gay e ho scoperto molte esperienze del genere, purtroppo localizzate tra Torino e Napoli, non esistono ancora società strutturate nel sud del nostro paese. Ho ascoltato tante storie di ragazzi originari del sud che solo una volta trasferiti al nord sono riusciti a sentirsi loro stessi: i pregiudizi ci sono dappertutto, ma al sud sono ancora più pressanti”.

Il libro contiene i contributi di Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp e Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli; l’autrice, che è stata inserita da Gianni Mura nell’elenco dei 100 nomi da ricordare del 2018, ha contattato anche molti calciatori professionisti chiedendo di partecipare al lavoro e raccontare la propria esperienza, ricevendo però solo rifiuti: “Solo Tomas Locatelli ha accettato di far parte di questa avventura ed ha scritto la prefazione del libro – aggiunge –  È un tema che ancora oggi dà molto fastidio: fare coming out in una squadra di serie A o serie B è praticamente impossibile. Molti dei ragazzi che ho incontrato vengono da esperienze di calcio professionistico, ma negli spogliatoi hanno sempre dovuto nascondere la loro vera identità, vivendo una doppia vita fino a che hanno potuto scegliere di far parte di queste società sportive in cui hanno potuto esprimere liberamente se stessi. E questa scelta non è una ghettizzazione ma la possibilità di essere liberi, di giocare, senza sentirsi additati”.

“All’inizio i ragazzi erano titubanti, timorosi di fronte all’idea di raccontare la loro storia ma alla fine molti di loro hanno scelto di mandarmi le loro foto per la pubblicazione all’interno del libro – conclude Muzzi – quasi a ribadire l’orgoglio di fare parte una squadra, di aver abbattuto un muro e poter scegliere di godersi una passione sportiva senza paura. Il mio mestiere è scrivere e il mio auspicio è che da questa scrittura possa nascere un frutto utile ad aprire il mondo dello sport, e in particolare il calcio, a tutti, perchè chiunque possa sentirsi se stesso mentre corre dietro a un pallone”.