La scuola ai tempi del Coronavirus

In questi giorni di emergenza la scuola deve affrontare la grande sfida della didattica online. Uno scenario spesso completamente nuovo sia per gli insegnanti che per gli alunni. Come tutte le comunità, anche quella scolastica deve cercare di dimostrarsi resiliente, riorganizzarsi e provare a superare le distanze con gli strumenti disponibili.

Elena è un’insegnante di scuola primaria di Novara. Noi di ActionAid l’abbiamo conosciuta in occasione dei progetti avviati durante Expo 2015 sul tema dell’educazione alimentare e con la sua classe ora Elena partecipa al progetto “Agente 0011”, uno dei progetti con cui adesso stiamo mettendo a disposizione attività da fare online aperte anche alle scuole non registrate.

Ci siamo fatti raccontare da Elena come procedono questi giorni.

Inizialmente abbiamo assegnato i compiti tramite il nostro registro elettronico Axios, condividendo anche schede da noi preparate e audio esplicativi, che non dovevano però superare i 10 megabyte per poter essere condivisi agevolmente. Da lunedì 16, sul nostro registro elettronico dell’ I.C. Duca d’ Aosta di Novara, è stata caricata una nuova piattaforma: IMPARI. È molto ampia, dà moltissime possibilità di lavoro, si possono creare facilmente stanze virtuali, mappe, nuvole di parole chiave, si possono caricare lezioni, video, ma non è di così immediata comprensione. La Dirigente ci ha iscritto ad un webinar, per iniziare a chiarirci le idee. Ora passiamo il nostro tempo a studiare, a creare e a provare a condividere il materiale nelle varie classi”.

Lo sforzo degli insegnanti in questi giorni è consistente: come ci racconta Elena bisogna preparare le lezioni e al tempo stesso studiare, aggiornarsi e accertarsi che tutta la classe sia in grado di usare le piattaforme, nuove per tutti.

Inoltre, un altro canale da me utilizzato, molto semplice e di facile fruizione, è il gruppo chiuso di Facebook.  Dieci minuti al giorno leggo un libro, mi faccio un video e lo posto sul gruppo. È un modo per mostrare vicinanza ai miei studenti. Tutte e 22 le famiglie si sono iscritte al gruppo Facebook” ci spiega Elena entusiasta “I bambini sono contenti e aspettano con ansia il giorno successivo. Un’altra mia collega (che non ha un profile Facebook)  legge un altro libro già iniziato a scuola, manda un audio alla rappresentante, che si impegna a condividerlo ai genitori. Per scelta non abbiamo un gruppo Whatsapp di classe”.

Le chiediamo se tutti riescono a collegarsi facilmente. Come ActionAid ci occupiamo di progetti di lotta alla povertà educativa e in questo frangente il pensiero va a bambini e ragazzi delle fasce più vulnerabili della popolazione. E quali siano le maggiori difficoltà da affrontare con la didattica online.

È stato spiazzante, di colpo, da un giorno all’altro, passare dalla lavagna di ardesia col cancellino o al massimo dalla LIM, unite ad un gran frastuono, alla spedizione digitale di link e file, inviati in un silenzio assoluto. Poi c’è il tema delle differenze di opportunità e di mezzi, in questa situazione emerge con preponderanza. Le differenze tra chi ha un computer, una stampante, un telefono, un iPad e i genitori che si interessano, chiedono, sollecitano e chi invece ha i genitori che non hanno ancora capito bene, hanno soltanto un cellulare con la connessione difficile. Non tutti hanno gli stessi mezzi, le stesse opportunità, gli stessi stimoli”.

Nonostante questi scogli da superare, la risposta di studenti e studentesse e delle loro famiglie sembra molto buona.

Riusciamo comunque a raggiungere quasi tutti. Ad esempio 21 famiglie su 22 accedono al registro elettronico. La famiglia che non accede, chiede costantemente aiuto alla rappresentante. Non tutte le colleghe del team però hanno un proprio profilo e questo naturalmente impedisce la totale condivisione del materiale da assegnare”.

E le priorità? Da dove si dovrà ripartire quando sarà possibile tornare in aula?

Sicuramente sarà fondamentale recuperare le fasce più deboli”, ci conferma Elena, provare a colmare il divario creato dalla distanza. Elena appare molto motivata nel suo lavoro. “Voglio mandare un messaggio a tutte le studentesse e gli studenti. Collegatevi giornalmente, noi insegnanti stiamo ideando per voi compiti nuovi molto accattivanti. E fatevi supportare dalla/dal rappresentante di classe se avete problemi. E un messaggio anche ai miei colleghi: non fate perdere l’entusiasmo nella scuolaassegnando troppo! Informatevi che tutti possano scaricare i compiti, altrimenti mandate un wapp alla famiglia, magari tramite la rappresentante perché, come ha detto una prof. di Vercelli, tutti devono avere lo stesso diritto allo studio: la scuola è di tutti. Se non è così, abbiamo perso tutti.

Elena, come molti altri docenti, ha partecipato al questionario messo in rete da ActionAid per mappare i principali bisogni e necessità delle scuole e degli insegnanti e delle insegnanti italiane: è ancora possibile rispondere per qualche giorno, basta cliccare a questo link.

News a cura di ActionAid Italia, credit immagine Gianluca Costantini

“Persone più attive per un mondo più sano”. L’Uisp per il GAPPA

L’Uisp ha tradotto e pubblicato in Italia il GAPPA-Piano d’azione globale per l’attività fisica approvato dall’OMS-Organizzazione Mondiale Sanità

L’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato nel 2018 il Piano d’Azione Globale per la Promozione dell’attività fisica che, insieme alle “Strategie per l’attività fisica dell’OMS Europa” tradotte e pubblicate in Italia dall’Uisp, sono state le basi del lavoro sviluppato dall’Uisp con il progetto europeo ActiveVoice. In questo progetto guidato dall’ISCA-International sport and culture association quale capofila, l’Uisp ha realizzato diversi eventi in tutto il territorio nazionale per rafforzare la sua azione di advocacy nei confronti delle istituzioni a tutti i livelli e nel rapporto con le organizzazioni della società civile, sempre allo scopo di promuovere lo sport di base e l’attività fisica per il benessere dei cittadini. Tra le azioni di promozione del GAPPA rientra la pubblicazione “Persone più attive per un mondo più sano”, già disponibile in versione cartacea e digitale realizzata dall’Uisp e curata da Raffaella Chiodo Karpinsky, coordinatrice del progetto ActiveVoice per l’Uisp. Quest’ultima ha curato anche la traduzione, con la gentile collaborazione di Claudio Guarnaschelli, dell’inserto contenente la traduzione in italiano del testo integrale del Piano d’Azione Globale sull’Attività Fisica 2018-2030 dell’OMS. “A partire da oggi – dichiara Chiodo Karpinsky – la versione italiana è disponibile a questo link. E’ un onore e un contributo concreto che viene dalla Uisp alla diffusione del Piano d’Azione nella speranza che possa favorire l’attivazione di tutti gli stakeholders che possono e devono svolgere un ruolo importante per invertire la rotta della sedentarietà. Sappiamo infatti, come ci ricorda lo studio specifico dell’Eurobarometro, che questo fenomeno colpisce fortemente i cittadini europei ed in particolare quelli del nostro paese. Sono diversi gli interlocutori istituzionali, in particolare alcune Università incontrate nel corso del progetto ActiveVoice ed in altri progetti europei come Change, che ci hanno già annunciato l’intenzione di inserire la pubblicazione tra i materiali dei propri programmi di studio. In questi anni con questo progetto insieme all’ISCA abbiamo preso sul serio uno degli appelli e una delle ispirazioni fondamentali lanciate dall’OMS e cioè stimolare la collaborazione multisettoriale e trasversale per raggiungere l’obiettivo riassunto nel titolo del GAPPA: Più persone attive per un mondo più sano”.

La pubblicazione è on line anche sul sito dell’OMS a questo link

“La pubblicazione che è stata realizzata a conclusione del progetto, rappresenta la coerente chiusura, anzi il completamento, di un percorso che aveva lo scopo di sostenere e rafforzare le attività di advocacy per l’affermazione del diritto umano al movimento – scrive nella prefazione alla pubblicazione Vincenzo Manco, presidente Nazionale Uisp – E’ stato un percorso particolarmente ricco che ha visto la realizzazione di incontri ed eventi che hanno interessato tutto il territorio italiano, dove i Comitati della Uisp sono stati protagonisti e hanno potuto mettere in evidenza a livello locale, nazionale ed internazionale il lavoro che portano avanti quotidianamente per promuovere l’attività fisica e sani stili di vita. Un nuovo e convinto contributo della Uisp al servizio di operatori che su questo tema agiscono all’interno delle istituzioni e della società civile, attori politici e sociali, terzo settore, realizzato grazie al sostegno della Commissione Europea attraverso il progetto Active Voice. Certamente con l’obiettivo fondamentale di promuovere ed incentivare l’attività motoria nella società attuale, stimolando così risposte da parte di tutti i soggetti decisori indirizzate alla fotografia che ci è stata consegnata dall’edizione speciale dell’Eurobarometro sulla sedentarietà. La speranza è quindi di contribuire a favorire il sorgere di sinergie e azioni trasversali e intersettoriali indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo di rendere le cittadine e i cittadini italiani ed europei più attivi”.

Tra il 2017 e il 2018, infatti, sono stati realizzati molti eventi ed incontri sul tema dell’advocacy nell’ambito del progetto ActiveVoice: da Trento a Cagliari, da Milano a Matera, fino ad Enna, l’Uisp ha promosso tavole rotonde con rappresentanti delle istituzioni, del mondo associativo e dello sport di base per confrontarsi sulle strategie legate al cosiddetto influenzamento verso le istituzioni e le realtà della società civile. “E’ un percorso che ha visto la Uisp protagonista a livello internazionale e che parte da lontano – scrive Carlo Balestri, responsabile Politiche Internazionali, Cooperazione Interculturalità Uisp – Infatti, nell’elaborazione di concetti e principi che si ritrovano in questa pubblicazione sono evidenti i segni familiari alla Uisp, alle realtà dove operiamo nei diversi territori e a livello nazionale. Ritroviamo termini e obiettivi che abbiamo nel nostro vocabolario e che sentiamo davvero nostri. Per questo è naturale per noi sentire anche nostro il Piano d’Azione Globale per l’Attività fisica, perché ci sentiamo parte integrante del lungo processo partecipativo di cui tutto questo è il frutto. Tutti, ognuno con le proprie peculiarità e potenzialità, possono e devono svolgere un ruolo per perseguire l’obiettivo che la comunità internazionale si è prefissata: più cittadini attivi per un mondo più sano”.

(A cura di Elena Fiorani, Uisp APS)

Città a portata di…piede!

E se le città fossero progettate per essere sempre a massimo 20 minuti a piedi dai principali servizi? É il piano messo in campo dalla città di Melbourne, in Australia, per la pianificazione della propria espansione nei prossimi 35 anni. L’idea è proprio quella di organizzare i servizi e le zone residenziali in modo che ogni cittadino abbia tutto quello che gli serve (compreso il lavoro) a una distanza massima di 20 minuti, raggiungibile a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. E la macchina? L’idea è proprio che l’auto non serva per spostamenti interni alla città, per il fatto che tutto si trova a portata di..piede.

Forse per molte delle nostre città, soprattutto quelle più piccole in provincia, essere molto vicino ai servizi principali, soprattutto se si vive nei pressi del centro, può sembrare banale (20 minuti magari sembrano pure troppi!). Ma pensiamo alle grandi megalopoli del mondo, sarebbe un grande passo avanti poter rinunciare all’auto per gli spostamenti quotidiani. E questo vale soprattutto per i grandi quartieri suburbani, le zone residenziali più esterne alle città e più lontane dai servizi. 

Ma perché anche queste zone possano godere di questo grande privilegio, quali devo essere gli ingredienti da mettere in campo? Il piano ne evidenzia in particolare due. 

In primo luogo è necessario aumentare la densità abitativa, ovvero il numero di persone che vivono all’interno di una certa area (di solito si calcola sul km quadrato). Molte città, come appunto Melbourne ma anche Los Angeles, sono caratterizzati da immensi quartieri di case singole: sebbene suggestivo, sono necessarie decine di case (con giardino, spesso) per contenere le stesse persone che possono abitare un palazzo di 5-6 piani. 

E come evitare l’effetto “palazzoni dormitorio” tipici delle nostre periferie? La risposta sta nel creare il giusto mix di destinazione: perché tutti i palazzi in cui si lavora e i negozi devono essere nel centro, se le persone vivono all’esterno? Il secondo ingrediente riguarda i mezzi pubblici: ne servono di più, che passino più frequentemente e coprano maggiori aree delle città.

Certo, un piano ambizioso e non di certo economico. Ma se vogliamo raggiungere l’SDG 11 entro il 2030, che prevede città sostenibili e inclusive, non abbiamo altra scelta che modificare il modo in cui pianifichiamo lo sviluppo delle città stesse.

Restiamo a casa..ma impariamo e informiamoci, con un sorriso!

Eccoci qui per il nostro appuntamento dedicato anche a coloro che non essendo docenti o operatori di enti informali, non sono iscritti alla community di agente0011! Anche questa settimana, abbiamo pensato di condividere con voi alcune missioni già svolte dalla community o attività da sviluppare rigorosamente in casa come ci indicano le ordinanze, riadattate in modo da poter essere affrontate in modalità piccolo gruppo (adulti e bambino o bambina, adolescenti) o in modalità on-line per condivisione.

Lo sappiamo, è un momento complesso per tutto il paese, e non solo, ma vi invitiamo ad essere positivi e a riappropriarci in questi giorni di momenti di lettura, riflessione e approfondimento (in maniera divertente), che spesso nella vita frenetica abituale ci mancano!

Per mantenere un contatto, ti invitiamo a condividere con noi la foto, la presentazione o il video taggandoci (@agente0011) e utilizzando l’hashtag #agente0011 e seguirci sul profilo instagram di Agente0011! Se vuoi inviarci la tua missione o l’output dell’attività, scrivici a educazione.ita@actionaid.org e una volta terminato il periodo di quarantena, ti invieremo un simpatico gadget per te!

Qui trovi le missioni di Agente0011 da scaricare, mentre qui alcune attività di approfondimento su stereotipi e violenza di genere. E qui un cruciverba sul diritto al cibo!

Da questa settimana, inoltre, lo staff di Agente0011 stimolerà gli iscritti con alcune attivazioni on-line e temi di discussione dedicati ai docenti e ai giovani, tramite la pagina Instagram del progetto…Che aspetti a iscriverti? Abbiamo bisogno anche di te!

Tutto qui? Niente affatto!

Per chi ancora non l’avesse visto, vi avvisiamo che è on line Covid19italia.help, una piattaforma comunitaria di attiviste e attivisti volontari sostenuta e promossa da ActionAid. Si tratta di uno spazio web accessibile, interattivo e aggiornato dove è possibile mettere in contatto cittadini e cittadine, associazioni e istituzioni, trovare informazioni verificate e soprattutto dove i bisogni incontrano le concrete disponibilità di aiuto e solidarietà. Covid19Italia.help è una vera e propria mappa delle iniziative di solidarietà che stanno nascendo giorno dopo giorno e permette di accedere e diffondere informazioni, dati e notizie utili. 

Non ne hai ancora abbastanza? Meglio, perché grazie anche alle segnalazioni raccolte su Covid19italia.help abbiamo tante altre proposte per te. Ti lasciamo un po’ di link a diversi portali di didattica digitale, condotta con mezzi alternativi come giochi o altre attività.

Scoprile tutte! E se hai perso le nostre proposte della scorsa settimana, qui le ritrovi sempre!

https://eduskills.plus/it – strumenti per insegnanti della Scuola primaria e secondaria

https://www.facebook.com/Grafite.Grafica.e.Fumetto/photos/a.281434681958301/2447608728674208/?type=3&theater– Grafite, scuola di fumetto, disegno e illustrazione – corsi online

https://www.facebook.com/CooperativaSocialeLoScrignoOnlus/photos/rpp.459078597452644/3608894845804321/?type=3&theater – Favole al telefono della Cooperativa Sociale Lo Scrigno Onlus #Milano

https://www.francopaniniragazzi.it/index.php/giochi – Risorse e giochi gratuiti online di Franco Panini

https://www.cbmitalia.org/news/nuova-app-ecg“Lascia1Segno” app gratuita di CBM, semplice e intuitiva, che prova a raccontare ai più giovani la solidarietà, l’inclusione e la generosità in un modo nuovo e stimolante. 

https://festival.ilcinemaritrovato.it/lezioni-di-cinema-3/?fbclid=IwAR2jhW6RPJM-bWKMgIrv-_pFNvhA7rOHvCwiCjW9cwC-aV-aIImzs2XT6cA – Cineteca di Bologna – Lezioni online

https://www.weschool.com/ – Piattaforma online per la didattica digitale, con molte risorse direttamente anche per gli studenti e per le studentesse. 

https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id=1720 – Piattaforma per tutte le età con corsi, video e idee di attività.

No al razzismo! La Giornata Internazionale contro la discriminazione razziale

Sabato 21 marzo si è celebrata la Giornata Internazionale contro le discriminazioni razziali. É importante in questo momento così difficile, dominato comprensibilmente sul dibattito intorno al Coronavirus e agli effetti che tutti stiamo vivendo, non dimenticare anche le altre battaglie in difesa di diritti fondamentali e contro ogni forma di discriminazione.

La Giornata del 21 marzo, peraltro, non è stata scelta casualmente. In questo giorno infatti ricorre l’anniversario del massacro di Sharpeville, in Sudafrica, avvenuto nel 1960 ad opera della polizia della città contro i manifestanti, che uccise 70 manifestanti e ne ferì quasi 200. Ma cosa successe quel giorno, e perché la polizia aprì il fuoco sui civili?

Bisogna fare un passo indietro e ricordare che in quel periodo lo stato africano si trovava nel pieno del regime dell’apartheid. Ne hai sentito parlare? Si tratta di un regime di segregazione razziale, istituito nel 1948 e perpetrato fino -pensate- il 1991, che prevedeva una rigida divisione tra la popolazione bianca (che deteneva il potere) e quella nera del Sudafrica. Forse avrete sentito parlare di uno dei più famosi attivisti contro l’apertheid, e in seguito imprigionato per ben 27 anni: il premio nobel per la pace Nelson Mandela.

Ebbene, quel 21 marzo di 60 anni il gruppo di attivisti Pan Africanist Congress (PAC) aveva organizzato una dimostrazione contro l’introduzione di una legge che prevedeva per i cittadini sudafricani neri di dover esibire uno speciale lasciapassare qualora fossero stati trovati all’interno di zone riservate ai bianchi. I permessi venivano rilasciati solo ai cittadini che avessero un lavoro regolare all’interno delle aree in questione, mentre per gli altri permaneva il divieto di frequentare le stesse. La polizia, con l’intento di disperdere i manifestanti, intorno alle 13 aprì il fuoco sulla folla e compì il massacro.

Nel 2005 l’Onu ha deciso di ricordare questa brutta pagina della storia dell’umanità dedicandola alla lotta contro le discriminazioni razziali di tutto il mondo. Anche in questo periodo di fragilità per tutti noi, è importante ribadire il rifiuto categorico per qualsiasi forma di discriminazioni, non solo razziali ma anche basate sul genere, orientamento sessuale, religione e qualsiasi altro motivo, e per ribadire il principio di uguaglianza tra esseri umani.

Il 21 marzo sarà la Giornata Internazionale delle Foreste

Non sempre vediamo la connessione con le foreste durante le nostre attività quotidiane. Per esempio, hai mai pensato che bere un bicchiere d’acqua, o scrivere sul quaderno degli appunti o persino prendere una medicina per febbre sono attività che hanno un impatto sulla terra e in particolare sulle foreste? E’ proprio così!

Devi sapere che la gestione sostenibile delle foreste e delle risorse naturali (e tutti gli ecosistemi che esse ospitano) sono aspetti cruciali nella lotta contro il cambiamento climatico, ma anche per assicurare il benessere e la prosperità alle generazioni future. Va da sè, quindi, che il rispetto e la protezione attiva degli ecosistemi boschivi mondiali sia uno dei primi e principali passi per il raggiungimento degli Obietti di Sviluppo Sostenibile.

Come abbiamo già avuto modo di vedere in alcuni articoli precedenti, le foreste coprono un terzo della superficie del nostro pianeta, ma ciò che più conta sono le funzioni vitali che esse svolgono: per fare un esempio, 1,6 miliardi di persone – tra cui 2mila comunità indigene – dipendono dalle foreste per il cibo, il riparo, medicine e molto altro. Inoltre esse ospitano più dell’80% delle specie animali, vegetali e di insetti di tutto il globo, il che ne fa l’ecosistema più vario dal punto di vista biologico. Ma, soprattutto, rappresentano il vero grande polmone della Terra, che ci fornisce l’ossigeno ripulendo l’atmosfera dalla CO2 a altri gas.

Riesci a immaginare le conseguenze per il nostro pianeta ogni volta che un ettaro di foresta va perduto, o peggio, distrutto?

Per questo e molti altri motivi, l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato nel 2012 che il 21 marzo (tra pochissimi giorni!) sia la Giornata Internazionale delle Foreste. Di cosa si tratta? Semplicemente di una giornata che ha lo scopo di celebrare e aumentare la consapevolezza sull’importanza degli ecosistemi forestali per la vita del nostro pianeta e il futuro dell’umanità. Ogni paese è incoraggiato a promuovere iniziative a livello locale e nazionale, che coinvolgano gli alberi o le zone boschive. In molte città, per esempio, vengono organizzate in questa giornata le campagne di piantumazione di alberi.

Ogni anno viene scelto un tema diverso per celebrare questa importante ricorrenza, e quest’anno il tema scelto è Foreste e Biodiversità. Purtroppo con la situazione attuale non ci è possibile quest’anno dare seguito a grandi iniziative, ma una cosa la puoi fare…la missione speciale Cara Foresta, ti vogliamo bene!

Entra subito nel portale e scoprila, la puoi fare da casa nel rispetto delle ordinanze vigenti! Divertirsi e rispettare l’ambiente è molto importante, ma lo è anche rispettare le regole soprattutto in un momento come questo!

Buon divertimento

Il Goal 6 e la grande sfida di garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari a tutti

La giornata mondiale dell’acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, è il risultato della conferenza di Rio sull’ambiente e lo sviluppo. Il 22 marzo di ogni anno gli Stati di tutto il mondo sono invitati a promuovere attività concrete legate all’acqua nei loro rispettivi Paesi.

Pur essendo un elemento indispensabile per la vita e la sopravvivenza dell’uomo, nel 2018, 844 milioni di persone nel mondo non avevano ancora accesso all’acqua potabile e 2,3 miliardi non avevano servizi igienici di base. Il diritto di accesso e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie è descritto nell’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) mette in guardia però anche chi gode del privilegio di avere disponibile l’acqua del rubinetto e in bottiglia dal problema delle micro e nanoplastiche che vi sono presenti.  Le principali fonti di inquinamento sono costituite dal deflusso terrestre e dalle acque reflue e anche se e il 90% delle microplastiche può essere eliminato se adeguatamente trattato, una parte significativa della popolazione mondiale non dispone di un sistema di trattamento delle acque potabili e delle acque reflue. A oggi tuttavia non è stato possibile per gli scienziati stimare l’entità del rischio per la salute umana.

Un altro aspetto importante legato all’acqua e alla sua relazione con il cambiamento climatico è l’aumento della temperatura che produce desertificazione e obbliga intere popolazioni a fare i conti con la mancanza d’acqua, fattore che genera migrazioni forzate e conflitti. Il World Resources Institute ha creato uno strumento che combina più di 80 variabili ambientali, sociali ed economiche per analizzare in quali parti del pianeta si scateneranno violenze per stress idrico nel futuro prossimo. Le zone più a rischio risultano in Africa, Medio oriente, Sud e Sud-est asiatico.

Per celebrare l’acqua in tutte le sue forme, nel 2016 è nato l’Aqua Film Festival, il primo festival di cinema internazionale con cortometraggi, incontri, workshop ed eventi speciali tutti incentrati sul tema dell’acqua. Il festival quest’anno si appresta a celebrare la sua quinta edizione che si terrà a Roma dal 2 al 4 aprile 2020.

Per scoprirne di più leggi gli articoli completi qui e qui.

Responsabilità editoriale e i contenuti dell’articolo sono a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)

Report: quanto (e cosa) ci costerà la crisi globale?

É uscito da qualche giorno un nuovo report firmato WWF che, attraverso un innovativo modello di analisi, ha provato a calcolare l’impatto del declino dell’ambiente sulle economie, i commerci e l’industria di tutto il mondo. L’idea di base è mostrare gli effetti catastrofici non solo sulla natura, ma anche sull’economia, cui andremo incontro se non cambiamo il nostro stile di vita. Secondo la ricerca, continuando così, ci troveremo a dover sostenere un costo inimmaginabile, che si ripercuoterà sulle vite di milioni di persone.

Le evidenze ci dicono che il mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto non abbia mai fatto prima. Il modo in cui ci nutriamo, produciamo e consumiamo energia e finanziamo le nostre attività sta distruggendo l’ecosistema su cui basiamo la nostra stessa vita. Prendendo in considerazione alcuni “servizi” naturali che l’ecosistema ci mette a disposizione (come l’acqua per l’agricoltura, la legna, la fauna marina, l’impollinazione dei fiori da parte degli insetti, la protezione dalle calamità naturali e altre) la ricerca vuole mettere in evidenza che se continuiamo a distruggere il nostro pianeta non solo dovremo affrontare una crisi ambientale senza precedenti, ma rischiamo di andare incontro a una crisi economica i cui contorni sono esplicitati nel report.

Tra i dati principali sicuramente vale la pena sottolineare quello del costo totale in termini di Prodotto Interno Lordo globale (ovvero l’insieme del valore di tutti i beni e servizi prodotti nel mondo): secondo la ricerca, il nostro stile di vita insostenibile ci costerà entro il 2050 ben 9.87 trilioni di dollari. Non riesci nemmeno a immaginarli? Hai ragione, prova a pensarli come 10mila (!!) miliardi di dollari

Possono sembrare solo numeri astratti, ma bisogna immaginare l’impatto che avrebbe un costo del genere sulle vite di tutti noi. Ma non ci sono solo danni economici, o meglio, i danni economici sono la quantificazione in termini monetari di disastri ben più gravi. 

Ad esempio, una delle conseguenze più drammatiche sarà la perdita degli ecosistemi costieri (mangrovie, barriere coralline, paludi costiere, alghe ecc.) che ci esporrà in maniera preoccupante a inondazioni e altri fenomeni atmosferici distruttivi. Consideriamo infatti che circa il 40% della popolazione mondiale vive sulle coste, dove quindi ci sono città (anche megalopoli) con tutte le infrastrutture.

Insomma, questa ricerca aggiunge un peso significativo ai costanti avvertimenti riguardo alle conseguenze che affronteremo se continuiamo a produrre e consumare come stiamo facendo porterà nel breve termine, illustrando anche le severe conseguenze economiche che ci troveremo a dover fronteggiare. Speriamo che queste prove non vengano lasciato inascoltate e riescano a convincere i leader mondiali che non si può più rimandare.

Restiamo a casa..ma impariamo, divertendoci!

Caro lettore e cara lettrice,

per supportare anche coloro che non sono iscritti sul portale o non essendo docenti o educatori di gruppi giovanili, abbiamo pensato di condividere con voi alcune missioni e attività da svolgere in questi giorni da passare rigorosamente in casa, riadattate in modo da poter essere affrontate in modalità piccolo gruppo (adulti e bambino o bambina) o in modalità on-line per condivisione.

Per mantenere un contatto, ti invitiamo a condividere con noi la foto, la presentazione o il video utilizzando l’hashtag #agente0011 e seguirci sul profilo instagram di Agente0011!

Se vuoi inviarci la tua missione o l’output dell’attività, scrivici a educazione.ita@actionaid.org e una volta terminato il periodo di quarantena, ti invieremo un simpatico gadget per te!

Qui trovi le missioni di Agente0011 da scaricare, mentre qui una serie di attività di approfondimento su stereotipi e violenza di genere.

Tutto qui? Niente affatto!

Ti proponiamo un quiz realizzato su Kahoot, con domande prese direttamente dalle missioni che proponiamo ai nostri agenti del cambiamento! Come si gioca? E’ molto semplice: collegati al sito https://kahoot.it/ e inserisci il codice PIN 0790124. A quel punto il quiz parte in automatico!

Vuoi approfondire tematiche come stereotipi e prevenzione della violenza di genere in un modo alternativo? Prova a giovare al webgame di Youth4Love! Giocare è semplice, puoi farlo da PC o Smartphone (ti consigliamo quest’ultimo per un’esperienza di gioco davvero coinvolgente), senza necessità di fare account..e ovviamente è gratuito!

Il webgame è uno strumento che simula la realtà, quello di youth for love è un serious game e cioè si pone, oltre all’aspetto ludico-ricreativo di svolgere un ruolo educativo. è stato costruito sulla base di ciò che realmente accade nella quotidianità dei/delle giovani.
Si tratta di un gioco di ruolo “a bivi” in cui ci sono 7 personaggi principali, ciascuno con diverse caratteristiche, vivono i luoghi della loro quotidianità. A ciascun luogo corrisponde una storia, uno spaccato di vita del/della protagonista, che si interfaccia con altre/i ragazze e ragazzi. Le storie sono state scritte e sviluppate sulla base di ciò che realmente accade nella quotidianità dei/delle giovani, tenendo conto delle tematiche, e problematiche, che si trovano a dover vivere e affrontare ogni giorno. 

Non ne hai ancora abbastanza? Meglio, perché abbiamo tante altre proposte per te. Ti lasciamo un po’ di link a diversi portali di didattica digitale, condotta con mezzi alternativi come giochi o altre attività. Scoprile tutte!

Scuole Primarie:

https://www.lezionisulsofa.it/

http://bartolomeo.education/giochi-didattici

https://www.nasa.gov/kidsclub/index.html

https://kids.nationalgeographic.com/

https://www.focusjunior.it/

https://www.ilportaledeibambini.net/

Scuole medie/superiori

https://storymap.knightlab.com/

http://lostcities.org/#/

https://artsandculture.google.com/partner?hl=it

Università:

https://www.coursera.org/

Per oggi è tutto, ci vediamo tra qualche giorno con tante nuove proposte!

Diritto all’istruzione: nuovi dati da un sondaggio in UK

È stato appena pubblicato nel Regno Unito il risultato di un questionario sul diritto all’istruzione che restituisce un quadro piuttosto inaspettato (e allarmante!), per quanto riguarda la percezione dei giovani tra i 14 e i 30 anni su questo diritto umano fondamentale. Un diritto umano, certo, a meno che non si parli di ragazze e rifugiati, stando alle risposte. Scopriamolo insieme!

Secondo la ricerca, l’89% dei rispondenti riconosce il carattere fondamentale del diritto allo studio. Allo stesso tempo, solo il 44% crede che questo diritto spetti anche ai rifugiati. Non solo, il 62% dei giovani maschi tra i 16 e i 18 anni sostiene con forza che questo diritto spetti in maniera uguale a maschi e femmine. In altre parole, il 38% (quasi 2 persone su 5) è convinto che le ragazze non abbiano lo stesso diritto dei maschi all’istruzione.

Molto interessante anche la percezione restituita dalle ragazze che hanno partecipato al sondaggio. In questo caso il 90% delle rispondenti è convinta che il diritto all’istruzione debba essere riconosciuto egualmente per le donne come per gli uomini, e il 62% lo pensa anche per i rifugiati.

Il risultato di questa ricerca, secondo la ONG che ha effettuato il sondaggio, fa emergere preoccupazione rispetto alla possibilità di riuscire a raggiungere l’obiettivo della parità di genere (SDG 5) entro i prossimi 10 anni. In particolare, secondo la direttrice dell’organizzazione, è “scioccante vedere questi livelli di discriminazione, in particolare tra i giovani e con una differenza così marcata tra i generi”. 

Dobbiamo lavorare perché queste discriminazioni vengano abbattute, per far sì che il diritto all’istruzione (SDG 4) non solo sia garantito a tutti e tutte, ma sia anche percepito come un diritto fondamentale che non può vedere alcun tipo di differenza!