In Zimbabwe, anche a causa dei cambiamenti climatici, la siccità sta diventando un fenomeno quasi permanente, seguita spesso da piogge torrenziali che arrecano più danni che benefici.
Solo negli ultimi 5 anni, lo Zimbabwe ha subito due tra le peggiori siccità dalla metà del ’900. Dall’inizio del secolo scorso, la stagione 2019-2020 si ritiene sia seconda, per mancanza di precipitazioni, solo alla grande siccità del 1992.
Tutti i raccolti piantati in aree non irrigate sono stati persi e, anche per le comunità che hanno a disposizione impianti irrigui, la mancanza di energia elettrica – dovuta in buona parte all’assenza delle piogge che hanno impedito il pieno utilizzo della diga idroelettrica di Kariba – ha compromesso la produttività.
Gli eventi estremi vanno a peggiorare le conseguenza di una mancata gestione del territorio e portano oltre 6 milioni di Zimbabwani a dipendere dagli aiuti umanitari per sopravvivere.
Molte delle comunità in cui Cesvi lavora, hanno perso la maggior parte dei raccolti e con grande difficoltà faranno fronte agli investimenti necessari per affrontare la prossima stagione. L’aranceto di Shashe, progetto virtuoso di sviluppo sostenibile promosso da Cesvi negli ultimi anni, sta subendo una crisi senza precedenti. A causa di una tromba d’aria è senza elettricità da novembre e a nulla sono serviti gli sforzi della comunità che ha visto i suoi preziosi alberi ingiallire e seccarsi in attesa delle prime gocce d’acqua che sono arrivate, ma con oltre due mesi di ritardo.
Simile è la situazione della maggior parte delle altre comunità, incapaci di far fronte a una crisi di portata globale.
Loris Palentini, capo missione per Cesvi in Zimbabwe, racconta: “Grazie alla solarizzazione che Cesvi sta promuovendo, stiamo cercando di ovviare alla mancanza di energia per poter pianificare i raccolti in maniera più sicura puntando ad aumentarne la qualità sul mercato. Attraverso l’introduzione di sistemi d’irrigazione moderni e più efficienti riusciamo a contenere l’utilizzo d’acqua di oltre il 60%, riducendo inoltre il dilavamento dei fertilizzanti e garantendo una produzione più sana e meno costosa.”
“Le comunità rurali dello Zimbabwe sono un esempio di come sia indispensabile pensare globalmente ed agire localmente, perché ognuno di noi, può e deve fare la sua parte per contrastare i cambiamenti climatici e per conservare il proprio territorio, senza per questo dover rinunciare al progresso e all’ambizione di poter dare un futuro migliore ai propri figli.”
Contenuto editoriale a cura di Cesvi, Ph. credits Giovanni Diffidenti