Con l’inizio del 2020 è ufficialmente iniziato anche il countdown verso gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro dieci anni, nel 2030. Il prossimo decennio sarà quindi determinante per mettere a punto politiche internazionali improntate al raggiungimento degli SDGs, un obiettivo così importante che l’Assemblea Generale dell’ONU ha rinominato la prossima decade il “decennio dell’azione”. Dal canto suo il WHO, l’Agenzia ONU che si occupa di salute pubblica (World Health Organization) ha individuato tredici sfide prioritarienell’ambito della salute, da prendere in seria considerazione se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi prefissati. Tra queste vi è la necessità di combattere le disuguaglianze nell’accesso alle cure e ai medicinali, in tutto il mondo: per fare questo, ad esempio, il WHO indica che basterebbe che tutti i paesi aumentassero il proprio investimento nella salute del 1% del proprio PIL, per assicurare a tutti almeno l’assistenza medica di base. O ancora operare politiche per espandere l’accesso ai medicinali, anche combattendo la proliferazione di medicinali falsi o sotto-standardizzati nei paesi più poveri. Inoltre l’Agenzia sottolinea come ogni anno si spenda molto di più nel cercare di contrastare gli effetti di catastrofi naturali o sanitarie di quanto non si spenda per la loro prevenzione. Anche in questo caso è necessario un cambio di prospettiva, con l’adozione di passi concreti per ribaltare questa situazione. Infine, è stato messo in luce come la grande crisi climatica di questi anni sia anche e soprattutto una crisi per la salute. Desertificazione ed eventi naturali catastrofici causano il proliferare di malnutrizione ed epidemie, e le emissioni sono responsabili per il sorgere di malattie dell’apparato cardio-respiratorio.
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