L’accaparramento di terra e le conseguenze sulle donne

29 Marzo 2021
Il secondo obiettivo dell’Agenda 2030 consiste nel porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile.

Sono diversi i fattori che impediscono il suo raggiungimento, uno fra questi è il land grabbing.


Che cos’è il land grabbing


Il land grabbing (o accaparramento di terra) è un fenomeno nato con la crisi economica e finanziaria del 2008 a seguito dell’aumento dei prezzi degli alimenti, che ha spinto i governi e le multinazionali del nord del mondo ad acquistare terreni nei paesi del sud con lo scopo di produrre cibo, mangimi e biocombustibili.

Questo perché si sono resi conto che le loro risorse naturali si stavano esaurendo e quindi era necessario trovare dei luoghi alternativi.

Le principali conseguenze di questo tipo di pratica sono:

  • L’eccessivo utilizzo del suolo che finisce per impoverirsi;

  • Molto spesso le terre accaparrate sono della popolazione che abita in quei luoghi da generazioni e che sono costrette ad andarsene;

  • L’aumento dell’insicurezza alimentare di centinaia di milioni di persone;


Tutto ciò va a inficiare negativamente soprattutto la vita delle donne del posto. Perché?


Le conseguenze negative sulle donne


Le donne svolgono un ruolo fondamentale nei sistemi agricoli di tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

Per loro, infatti, disporre di un accesso libero e indipendente alla terra da coltivare significa poter godere di una serie di diritti quali quello all’istruzione e alla libertà dalla violenza, ma significa specialmente una forte emancipazione sociale.

Il loro accesso alle risorse naturali è impedito da diversi fattori:

  • la discriminazione di genere: nei paesi in cui è presente la pratica del land grabbing, c’è una prevalenza di sistemi sociali e culturali fortemente patriarcali che impediscono alle donne di poter prendere parte alla gestione dei terreni, costringendole quindi alla completa dipendenza economica dal marito;

  • i terreni che loro coltivano sono definiti dai governi dei paesi in via di sviluppo come “marginali” o “inutilizzati” in quanto vengono coltivati principalmente prodotti volti alla sussistenza della famiglia, non destinati al commercio e quindi non utili ad arricchire le casse dello stato;


È chiaro che questo tipo di pratica danneggia principalmente le donne, impedendo loro il raggiungimento dell’emancipazione sociale ma soprattutto si crea un circolo vizioso in cui i paesi in via di sviluppo che sono più ricchi del mondo in termini di risorse sono costretti a soffrire la fame a causa dei paesi con scarse risorse ma con grandi poteri.


Cosa possiamo fare?


Qui di seguito il link delle proposte di Action Aid https://www.actionaid.it/ambiti-intervento/disuguaglianze-globali
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