Come quel pastore, infatti, ogni uomo è intrappolato in un sistema economico che da un lato gli impone di accrescere il suo gregge, dall'altro è sottoposto a limiti oggettivi (la quantità di erba comune). Per questo, secondo l'ecologo Garrett Hardin, che ha esplorato questo dilemma sociale in "The Tragedy of the Commons", articolo pubblicato sulla rivista Science, il libero accesso ai beni comuni è causa di rovina per tutti perché i benefici di una sovra utilizzazione ricadono sul singolo mentre le conseguenze negative sono ripartite tra tutti gli utilizzatori.
Secondo alcuni osservatori, questo è precisamente quanto è avvenuto in Africa, dove l'aver sottratto le risorse africane ai loro legittimi proprietari ha distrutto l'originario sistema dei diritti di proprietà, e, con esso, ogni incentivo a conservarle. Il risultato, inevitabile, è stato il sistematico sovrasfruttamento delle risorse collettivizzate.
La soluzione di Hardin è la privatizzazione dei beni comuni, l’unica ed inevitabile risposta in grado di garantire, secondo il noto ecologista, la conservazione di tali risorse. Cosa ne pensate? Riuscite a immaginare soluzioni diverse?
Approfondite i paradossi dei beni comuni su Wikipedia oppure leggete l'articolo originale di Hardin pubblicato su Science (in inglese).