la crisi climatica è anche una questione di genere

19 Aprile 2023
L’Earth day, la Giornata della Terra, è il giorno in cui si celebrano l’ambiente, le sue risorse naturali e la salvaguardia del pianeta Terra. L’idea della Giornata è nata negli anni del presidente Kennedy, dei Beatles in vetta alle classifiche e di Jimi Hendrix, ma anche in quelli delle proteste contro la guerra in Vietnam. Era il 22 aprile 1970. L’idea venne al senatore democratico del Wisconsin, Gaylord Nelson: dopo aver osservato migliaia di studenti scendere in piazza per manifestare contro la guerra in Vietnam capì che quella era la strada da seguire per rivoluzionare il movimento ambientalista: una grande manifestazione ambientale a livello nazionale.

La crisi climatica è anche una questione di genere

Ora più che mai si scende in piazza per chiedere ai governi e alle multinazionali azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico e le conseguenze che ha sulle persone e i loro diritti. La crisi climatica infatti non è neutrale, le sue conseguenze amplificano le disuguaglianze sociali preesistenti. Tra queste anche il problema di genere. Se è vero che il cambiamento climatico non fa distinzioni di per sé, è altrettanto vero che gli effetti sui gruppi sociali colpiti non sono tutti uguali. La disparità di genere rende le donne più vulnerabili degli uomini.

Ma partiamo dai  dati….Secondo le Nazioni Unite, le donne dipendono maggiormente dalle risorse naturali minacciate dal cambiamento climatico. In tutto il mondo, le donne rappresentano circa il 43% della forza lavoro in agricoltura. In Asia e Africa, questa percentuale è più alta, spesso superiore al 50%. Un insieme di 130 studi condotti dalla Global Gender and Climate Alliance afferma che in contesti climatici estremi le donne hanno maggiori probabilità di soffrire di insicurezza alimentare rispetto agli uomini.

La mancanza di risorse, poi, è una delle cause delle migrazioni climatiche. Anche in questo caso, i dati delle Nazioni Unite ci dicono che circa l’80% dei migranti climatici sono donne. Sebbene questa stima sia incerta, considerata la difficile definizione di migrante climatico, resta il fatto che le conseguenze negative dei cambiamenti climatici colpiscono di più il sesso femminile.

E la violenza? Che la violenza sessuale aumenti in concomitanza di disastri naturali e altri casi di emergenza umanitaria è chiaro e lo dimostrano studi recenti. Si basti pensare alla pandemia da Covid-19 e i suoi impatti disuguali. La dottoressa Clare Wenham, assistente di politica sanitaria globale alla LSE di Londra, ha detto che durante i periodi di crisi “le norme di genere si acutizzano”, e questo non vale solo per i paesi in via di sviluppo per l’appunto.

Insomma, la crisi climatica è anche un problema di giustizia, e se vogliamo trovare delle soluzioni non possiamo ignorare la questione di genere.

 
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