La situazione dell’Italia – Best of dicembre 2017

12 Gennaio 2018
Il titolo della missione "La situazione dell'Italia" ha cercato di sintetizzare un'attività speciale promossa da Asvis per far riflettere le scuole su quanto si sta facendo nelle varie regioni del nostro Paese per raggiungere gli obiettivi degli SDGs.



Sul sito di Asvis è infatti presente un dettagliato rapporto della Bertelsmann Foundation nel quale vengono presentate le condizioni di partenza dei 34 paesi OCSE (paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico e un'economia di mercato). Anche nei Paesi ricchi, contrariamente a quanto ci potremmo aspettare, la strada per la sostenibilità è ancora lunga.



Di seguito riportiamo la relazione realizzata dal team Km Zero composto dagli studenti della Classe IG dell'Istituto Comprensivo "Giuseppe Mazzini" di Marsala.



Il Raggiungimento Degli SDG in Italia



Goal 1: Sconfiggere la povertà

I target dell’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030 includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali (target 1.2) “Entro il 2030, ridurre almeno della metà la percentuale di persone che vivono in povertà in tutte le sue dimensioni in base alle definizioni nazionali”. Con l’approvazione della “Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali” (Legge 15 marzo 2017, n. 33), per la prima volta è stata prevista una misura universale di sostegno (il cosiddetto ReI, Reddito di inclusione) per chi si trova in condizione di povertà assoluta. Secondo la valutazione dell’ASviS, se pienamente attuato e rafforzato sul piano finanziario, il ReI, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2018, potrebbe consentire di raggiungere il Target 1.2 che prevede la riduzione di almeno la metà della percentuale di persone che vivono al disotto della soglia di povertà assoluta.



Goal 2: Sconfiggere la fame

I target dell’Obiettivo 2 includono:

  • Target 2.3 - “Entro il 2030, raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di alimenti su piccola scala, in particolare le donne, le popolazioni indigene, le famiglie di agricoltori, pastori e pescatori, anche attraverso l’accesso sicuro e giusto alla terra, ad altre risorse e stimoli produttivi, alla conoscenza, ai servizi finanziari, ai mercati e alle opportunità che creino valore aggiunto e occupazione non agricola”.

  • Target 2.4 - “Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e applicare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a conservare gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, alle condizioni meteorologiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e agli altri disastri, e che migliorino progressivamente il terreno e la qualità del suolo”.


Il nostro Paese si è inoltre impegnato ad assicurare entro il 2020 “la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento e domestici e le loro specie selvatiche affini, anche attraverso banche del seme e delle piante gestite e diversificate a livello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali collegate, come concordato a livello internazionale” (Target 2.5).



Goal 3: Salute e benessere

I Target dell’obiettivo 3  includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali:

  • Target 3.7 – “Entro il 2030, garantire l'accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, compresi quelli per la pianificazione familiare, l'informazione e l'educazione, e l'integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali”.

  • Target 3.8 – “Conseguire una copertura sanitaria universale, compresa la protezione dai rischi finanziari, l'accesso a servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l'accesso a farmaci essenziali sicuri, efficaci, di qualità e a prezzi accessibili e vaccini per tutti”.


Un ulteriore impegno Onu sottoscritto dall'Italia è quello di dimezzare, entro il 2020, “il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali” (Target 3.6).

Come nella maggior parte dei Paesi economicamente avanzati, quelli europei in particolare, anche in Italia sta maturando la convinzione che occorra spostare progressivamente le attenzioni e l’impegno dagli obiettivi del passato (lotta alle patologie acute, cure ospedaliere, efficienza economico-finanziaria) a quelli compatibili con il nuovo contesto epidemiologico ed ambientale, e dunque verso le patologie croniche, la prevenzione, la qualità della vita delle persone affette da malattie croniche, l’assistenza domiciliare, la sostenibilità di lungo termine, l’uguaglianza di tutte/i e a tutte le età di fronte all’offerta sanitaria, in termini di accesso e di qualità, la lotta agli sprechi. In particolare, le disuguaglianze in termini di accesso ai servizi restano molto ampie.



Goal 4: Istruzione di qualità

L’Italia ha fatto passi avanti rispetto al raggiungimento di alcuni Target dell’obiettivo 4, come il Target 4.2: “Entro il 2030, assicurarsi che tutte le ragazze e i ragazzi abbiano accesso a uno sviluppo infantile precoce di qualità, alle cure necessarie e all'accesso alla scuola dell'infanzia, in modo che siano pronti per l'istruzione primaria” per il quale nel 2017 è stato approvato il d. l. 107/15 che prevede l’istituzione di un sistema integrato per i servizi educativi e di istruzione per i bambini dalla nascita fino a 6 anni.

Coerentemente con il Target 4.5 “Entro il 2030, eliminare le disparità di genere nell'istruzione e garantire la parità di accesso a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale per i più vulnerabili, comprese le persone con disabilità, le popolazioni indigene e i bambini in situazioni vulnerabili” ad aprile è stata approvata la Legge 47/2017 il cui testo ribadisce che tutti i minori stranieri, anche se privi di titolo di soggiorno, hanno il diritto di essere iscritti alle scuole di ogni ordine e grado, e sono soggetti all’obbligo scolastico.

Infine, in linea con il Target 4.7 “Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile” è stata finalmente riconosciuta l’importanza dell’educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale: uno specifico stanziamento per progetti di Educazione alla Cittadinanza Globale è stato previsto sia nel 2016 sia nel 2017 dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.



Goal 5: Parità di genere

Il lavoro è il punto più dolente della condizione femminile in Italia. Il tasso di occupazione è tra i più bassi in Europa, con una forte disparità territoriale e di età. A parità di mansioni, le donne percepiscono stipendi significativamente inferiori. Per ciò che concerne l’eliminazione della violenza contro le donne (Target 5.2) i dati indicano la stabilità di femminicidi e stupri, ma aumenta la gravità degli abusi. A tale proposito il Governo ha portato la dotazione per il “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” a 10 milioni di euro annui per il triennio 2017-2019. Al fine di eliminare le pratiche nocive per le donne (Target 5.3) è stata recentemente firmata una nuova Convenzione tra l’Istat e il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio, per la realizzazione di una terza indagine dedicata al fenomeno della violenza di genere, che include anche rilevazioni sulle mutilazioni genitali femminili.



Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

La carenza d’acqua è un'emergenza nazionale e per questo nell'estate del 2017 dieci Regioni hanno dichiarato lo stato di calamità. All'origine del fenomeno gli effetti dei cambiamenti climatici in corso e il persistere di una incapacità gestionale delle risorse idriche in diverse aree, come evidenziato anche dal primo rapporto sullo stato del Capitale Naturale dove si sottolinea che la “disponibilità ‘teorica’ non coincide con quella ‘effettiva’ a causa della natura irregolare dei deflussi e delle carenze del sistema infrastrutturale esistente”. E non va meglio la tendenza dei ghiacciai, che in cinquanta anni si sono ridotti del 30%, passando da una superficie di 527 km2 a 370. Secondo i dati Istat, il volume di acqua potabile erogata agli utenti nel 2015 è stato di 1,63 km3, ovvero un consumo procapite giornaliero di 245 litri, 23 in meno rispetto al 2012. Allo stesso tempo è andato disperso il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione, con una crescita di oltre due punti percentuali sul 2012 (35,6%): una perdita giornaliera reale che soddisferebbe le esigenze idriche per 10,4 milioni di persone. A livello europeo, molte le procedure d’infrazione attivate in merito alla Direttiva 91/271/Cee sulla depurazione delle acque a carico dell'Italia, gestito dalla Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche della presidenza del Consiglio. L’approvazione del disegno di legge in discussione al Senato n. 2343 “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque” avvierebbe l'Italia nella giusta direzione per il raggiungimento del Goal 6. In particolare, verrebbe introdotto un ordine di priorità alla disponibilità della risorsa idrica che privilegia il consumo umano, a seguire quello agricolo e per l’alimentazione animale, e infine ogni altro tipo di utilizzo.



Goal 7: Energia pulita e accessibile

I Target dell’Obiettivo 7 includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali:

- 7.1 Entro il 2030, garantire l'accesso universale ai servizi energetici a prezzi accessibili, affidabili e moderni

- 7.2 Entro il 2030, aumentare notevolmente la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale

- 7.3 Entro il 2030, raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell'efficienza energetica

A livello nazionale, la crescita delle fonti rinnovabili in energia primaria ha portato la relativa quota dal 6-8% dei primi anni 2000 a poco meno del 20% (33 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, Mtep) nel 2016. Parallelamente, il contributo delle rinnovabili al consumo finale è passato dal 7,9% al 17,6% nel 2016, con una crescita lenta negli ultimi anni intorno allo 0,2% annuale, il che ha comunque consentito di superare con cinque anni di anticipo il valore obiettivo (17%) assegnato all’Italia dalla Strategia Europa 2020. Il governo dell’energia in Italia sta per avere una svolta decisiva con la prossima adozione della Strategia Energetica Nazionale (SEN), ancora in fase di consultazione, ma senza un’espansione delle fonti rinnovabili a un ritmo almeno triplo rispetto a quello degli ultimi anni, l’obiettivo della Sen al 2030 non verrebbe acquisito, in aperto contrasto con il Target 7.2. 



Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica

Crescono i divari territoriali tra il Nord e il Sud del Paese, con un Pil pro-capite del Mezzogiorno che nel 2015 era il 47% di quello registrato nel Nord-ovest, con un incremento del 2,2% tra il 2007 e il 2015. Allo stesso tempo però nel 2016 il Pil ha ricominciato ad aumentare e la stima dei Fondo monetario internazionale ha rialzato le stime dallo 0,9% del 2016 all’1,3% per il 2017. Una tendenza simile riguarda il Pil pro-capite che ha ripreso a salire (+1,2%) in linea con la media Ue dell'1,5%, mentre sul piano degli investimenti si riscontra un impulso significativo, dopo la drastica caduta durante gli anni della recessione, ancora lontano però dai livelli pre-crisi, tanto che alla fine del 2016 il valore degli investimenti era del 25% inferiore rispetto al 2008. Il tasso di occupazione registrato nel 2016 si è attestato al 57,2%, con un lieve incremento (+0,9%) sull'anno precedente, ma restando su valori ancora inferiori a quelli pre-crisi, anche grazie all’andamento positivo dell’occupazione femminile. Con riferimento alle classi di età, si può notare come la ripresa dei livelli occupazionali riguarda in particolare le persone di 50 anni e più: a causa di una crescita economica limitata, i più penalizzati sono i giovani e nonostante una riduzione, per il terzo anno consecutivo, del numero delle persone inattive, l’Italia mostra un numero di Neet, ovvero giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, ancora pari a 2,2 milioni. Sul fronte della sicurezza sul lavoro, il numero di infortuni nel 2016, circa 642mila denunce, è sostanzialmente in linea con quello del 2015, +0,66%. Si riscontra però una riduzione molto significativa degli incidenti mortali sul lavoro con una contrazione del 12,7%. Venendo alle politiche e iniziative messe in atto per raggiungere i Target del Goal 8 l'Italia ha compiuto numerosi sforzi. Con riferimento al Target 8.5, volto al raggiungimento della piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso e all'8.6, ridurre il numero di Neet, al fine di incrementare l’alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione, la Legge di Bilancio 2017 ha previsto misure di sostegno all’occupazione per i soggetti che abbiano partecipato ai programmi relativi o svolto un periodo di apprendistato. Inoltre il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha previsto un conguaglio contributivo per i datori di lavoro che, nel 2017 assumano giovani tra i 15 e i 24 anni, o ragazzi di età superiore ai 25 anni ma privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi.



Goal 9: Imprese, innovazione e infrastrutture

I Target dell’Obiettivo 9 includono:

  • Target 9.1 – “Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti, comprese le infrastrutture regionali e transfrontaliere, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano, con particolare attenzione alla possibilità di accesso equo per tutti”.

  • Target 9.4 – “Entro il 2030, aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili, con maggiore efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell'ambiente e dei processi industriali, in modo che tutti i paesi intraprendano azioni in accordo con le loro rispettive capacità”.


Un ulteriore impegno Onu sottoscritto dall'Italia è quello di aumentare significativamente, entro il 2020, “l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e sforzarsi di fornire un accesso universale e a basso costo a Internet nei Paesi meno sviluppati” (Target 9.c).



Goal 10

I Target dell’Obiettivo 10 includono:

- Target 10.1 – “Entro il 2030, raggiungere e sostenere progressivamente la crescita del reddito del 40 per cento più povero della popolazione ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale”.

- Target 10.2 – “Entro il 2030, potenziare e promuovere l'inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, status economico o altro”.

- Target 10.3 – “10.3 Garantire a tutti pari opportunità e ridurre le disuguaglianze di risultato, anche attraverso l’eliminazione di leggi, di politiche e di pratiche discriminatorie, e la promozione di adeguate leggi, politiche e azioni in questo senso”.

Per la riduzione delle disuguaglianze sono stati presi alcuni importanti provvedimenti strettamente connessi con altri Obiettivi: nell’ambito del Goal 1 (Povertà), la legge delega approvata nel marzo scorso dal Parlamento incentrata su una strategia nazionale per il contrasto alla povertà e la riduzione delle disuguaglianze; per il Goal 3 (Salute) l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza; per il Goal 4 (Istruzione), il Programma operativo nazionale 2014-2020. Inoltre, la riduzione delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi fondamentali è al centro della Strategia Nazionale per le Aree Interne, una politica nazionale oggi estesa a oltre settanta aree lontane dai grandi centri di servizio, che coprono un quinto del territorio nazionale, con circa due milioni di abitanti. La Strategia è entrata nella fase operativa con l’approvazione dei primi Accordi di Programma Quadro attuativi, che raggiungeranno il numero di 10 entro l’autunno (delle 23 originarie aree-pilota).



Goal 11: Città e comunità sostenibili

Per quanto riguarda le politiche abitative e rigenerazione urbana (Target 11.1), nel 2015 l’11,3% della popolazione soffriva a causa di un grave disagio abitativo nelle aree più densamente popolate, contro una media Ue del 5,2%. L’Italia si collocava così al terz’ultimo posto, prima di Ungheria e Lituania, con un aumento del disagio rispetto al 2013, mentre la media europea rimaneva stabile. Nel 2017 è stato approvato il finanziamento di 2,1 miliardi di euro per i 120 progetti del bando del “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza nelle periferie” destinato ai comuni capoluogo e alle città metropolitane, a cui si sommano i 78,5 milioni di euro del bando dell’anno precedente. È stato altresì approvato di recente il “Piano di azione nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero”, resi obbligatori da una Direttiva UE a partire dal 1 gennaio 2019. La situazione della mobilità urbana (Target 11.2) non è cambiata rispetto al Rapporto 2016: la popolazione, anche quella urbana, ha difficoltà di accesso al servizio pubblico e l’auto e la moto prevalgono ancora di gran lunga come mezzi di spostamento prioritari. Per contribuire a raggiungere i traguardi europei al 2030 e al 2050 l’obiettivo intermedio per le aree urbane è di ridurre almeno del 50% il riparto modale tra l’auto e le altre forme di mobilità entro il 2020.



Goal 12: Consumo e produzione responsabili

I Target dell’Obiettivo 12 includono:

- 12.2 Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l'uso efficiente delle risorse naturali

- 12.3 Entro il 2030, dimezzare lo spreco pro-capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto

- 12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo

- 12.6 Incoraggiare le imprese, soprattutto le aziende di grandi dimensioni e transnazionali, ad adottare pratiche sostenibili e integrare le informazioni sulla sostenibilità nelle loro relazioni periodiche

L’Italia si è inoltre impegnata a ottenere, entro il 2020, “la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e l'ambiente” (Target 12.4).



Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico

L’Italia nel 2017 ha prodotto diverse novità: la proposta di un Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, aperto alla consultazione fino al 15 ottobre 2017, la creazione della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e l’annuncio della preparazione del Piano Nazionale Clima ed Energia. Come richiesto dall’Unione europea, il Piano dovrà integrare i temi dell’energia con quelli ambientali. Novità del 2017 è anche la Strategia Energetica che adotta i Target Eu 2030. Per quanto riguarda il Target 13.3 “Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale riguardo ai cambiamenti climatici in materia di mitigazione, adattamento, riduzione dell’impatto e di allerta precoce” il Governo ha dato ampia rassicurazione sulla diffusione delle conoscenze climatiche che passerà attraverso un accordo operativo tra ministero dell’Ambiente e ministero dell’Istruzione, ma al momento ancora non si rilevano cambiamenti nei programmi delle scuole superiori e delle università. Anche gli sforzi per il raggiungimento dei Target 13.a (“Dare attuazione all’impegno assunto nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per raggiungere l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 congiuntamente da tutte le fonti, per affrontare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo nel contesto delle azioni di mitigazione significative e della trasparenza circa l’attuazione e la piena operatività del “Green Climate Fund” attraverso la sua capitalizzazione nel più breve tempo possibile”) e 13.b (“Promuovere meccanismi per aumentare la capacità di una efficace pianificazione e gestione connesse al cambiamento climatico nei Paesi meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo concentrandosi, tra l’altro, sulle donne, i giovani e le comunità ed emarginate”)  sono molto ridotti. Il Governo ha dichiarato, però, che rispetterà gli impegni di rifinanziamento del Global Climate Fund di Copenhagen, ormai vicini alla scadenza dei 100 miliardi di dollari/anno globali al 2020.



Goal 14: “Vita sott’acqua”

Rispetto a quasi tutti i Target dell’Obiettivo 14, l’Italia presenta un notevole ritardo, anche se è visibile un lento miglioramento. A livello nazionale, infatti, è indietro sulla tabella di marcia stabilita dalla Direttiva quadro 2008/56/Ce sulla strategia per l’ambiente marino che impone il raggiungimento nel 2020 del Buono stato ecologico. Se l’Italia rispettasse gli obblighi della Direttiva, buona parte dei Target del Goal 14 sarebbero già di prossimo conseguimento. E purtroppo, così non è. Malgrado il suo carattere geografico di penisola con un alto rapporto di sviluppo lineare costiero rispetto alla sua superficie territoriale, le performance dell’Italia per il monitoraggio delle misure imposte dalla Direttiva, rispetto agli altri Paesi Ue interessati, risultano tra le meno adeguate e per alcune attività di monitoraggio non si prevede il rispetto della soglia temporale del 2020. Il dato più allarmante risulta essere il sovra-sfruttamento degli stock-ittici monitorati, con una quota dell’88% nel 2014. Quota che rimane ancora troppo alta, sebbene il trend abbia cominciato a migliorare (nel 2013 la quota arrivava fino al 95%).



Goal 15: Vita sulla terra

Diversi Target del Goal 15 della Agenda 2030 hanno come scadenza l’anno 2020, e su questi target l’Italia è in forte ritardo. La piena attuazione delle previsioni della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2011-2020 potrebbe ancora consentire il rispetto dei target al 2020, ma ciò richiede una forte accelerazione delle politiche programmate e una stringente coerenza con tutte le politiche che incidono e influenzano la gestione del territorio e della biodiversità. A conferma della scarsa importanza attribuita a questi temi dalla politica si segnala che ancora non si è concluso l’iter di approvazione della Legge sul consumo di suolo, la quale tocca trasversalmente diversi Target del Goal 15 come il Target 15.3 “Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati ed il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno” e il 15.5 “Adottare misure urgenti e significative per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate”, anche se, nell’attuale formulazione, non ne garantirebbe il conseguimento. Al consumo di suolo si aggiungono fenomeni, come quelli avvenuti nel corso dell’estate appena conclusa, di siccità e incendi che dipendono dagli effetti dei cambiamenti climatici e da un’inadeguata capacità preventiva e gestionale da parte delle istituzioni a diversi livelli. Il fenomeno degli incendi, nelle prime quantificazioni, risulta in forte aumento rispetto al precedente anno 2016. Dal Dossier incendi 2017 di Legambiente dalla metà di giugno 2017 al 12 luglio 2017 “sono andati in fumo ben 26.024 ettari di superfici boschive, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata per dolo o colpa in tutto il 2016”. Importanti criticità legate alla corretta preservazione della biodiversità (tutelata dal Target 15.5), una delle basi fondamentali del nostro capitale naturale, sono presenti nella legge di modifica della “Legge Quadro” sulle aree protette, ancora in discussione al Senato. La proposta di modifica prevede l’esclusione dallo status di aree protette, considera la possibilità di finanziare il parco con attività estranee agli obiettivi di conservazione, quali le concessioni per la produzione energetica e attività estrattive in aree contigue al parco, la non necessaria preparazione scientifica specifica in tema di conservazione della natura per ricoprire il ruolo di Direttore del Parco.



Goal 16: Pace, Giustizia e istituzioni solide

I Target dell’obiettivo 16  includono:

- 16.3 “Promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e garantire parità di accesso alla giustizia per tutti”

- 16.4 “Entro il 2030, ridurre in modo significativo i flussi finanziari e di armi illeciti, rafforzare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di criminalità organizzata”

- 16.5 “Ridurre sostanzialmente la corruzione e la concussione in tutte le loro forme”

- 16.6 “Sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli”

- 16.10 “Garantire l'accesso del pubblico alle informazioni e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali”

L’Obiettivo 16 ha una connotazione molto ampia per l’eterogeneità dei suoi Target e dei suoi indicatori, e numerosi sono stati gli interventi in Italia nell’ultimo anno, ma nel nostro Paese assume particolare rilievo il Target 16.3, soprattutto con riferimento alla questione della eccessiva durata dei processi e alla ipertrofia dei contenziosi pendenti. Per superare questo stato di criticità il Processo civile telematico è stato esteso a nuovi ambiti, incrementandone l’utilizzo e quindi favorendo una riduzione dei costi del sistema. Rispetto ai Target 16.4 e 16.5 si segnala il disegno di legge sul whistleblowing, prossimo all’approvazione, che tutela chi lavora in aziende pubbliche o private e denuncia casi di corruzione svolgendo un ruolo significativo in termini di prevenzione e accertamento del fenomeno. È stato potenziato anche il ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione in materia di regolazione di appalti pubblici, con una serie di linee guida emanate nel 2017 e sottoposte a consultazione pubblica, con l’obiettivo di dare trasparente applicazione alla disciplina contenuta nel nuovo Codice degli Appalti.



Goal 17: Partnership per gli obiettivi

I Target dell’ Obiettivo 17 includono numerosi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali:

- Target 17.2 – “I Paesi sviluppati adempiano pienamente ai loro obblighi di aiuto pubblico allo sviluppo, tra cui l'impegno da parte di molti Paesi sviluppati di raggiungere l'obiettivo dello 0,7 per cento di Aps/Pil (Aiuti per lo sviluppo) per i Paesi in via di sviluppo e da 0,15 a 0,20 per cento di APS/PIL per i Paesi meno sviluppati; i donatori di Aps sono incoraggiati a prendere in considerazione la fissazione dell’obiettivo di fornire almeno 0,20 per cento di Aps/Pil per i Paesi meno sviluppati”.

- Target 17.14 – “Migliorare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile”.

- Target 17.10 – “Promuovere un sistema commerciale multilaterale universale, basato su regole, aperto, non discriminatorio ed equo nell’ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio, anche attraverso la conclusione dei negoziati dell’agenda di Doha per lo sviluppo”.

- Target 17.17 – “Incoraggiare e promuovere efficaci partenariati tra soggetti pubblici, pubblico-privati e nella società civile, basandosi sull'esperienza e sulle strategie di accumulazione di risorse dei partenariati”.

 

Noi della squadra KmZero, faremo il possibile per aiutare il nostro paese a realizzare tutti i goals, per migliorare il nostro pianeta e il nostro modo di vivere.

 


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