AFRICA ED EUROCENTRISMO

05 Maggio 2025
L’Africa è un continente estremamente vasto, ricco di storia e culture, nonostante questo è stata rappresentata a lungo in modo riduttivo e stereotipato dalla cultura eurocentrica.  

L’eurocentrismo ha sempre cercato di rappresentare il continente africano come tutto uguale al suo interno, instabile e povero.  

Cos’è l’eurocentrismo? 

È un approccio che vede l’Europa e la cultura occidentale come il centro del mondo, relegando, dunque, gli altri paesi (non occidentali) a ruoli subalterni. 

Questo modo di pensare ha radici piuttosto antiche ma si è radicalizzato e consolidato durante il periodo del colonialismo, quando le potenze europee hanno esteso il loro dominio su gran parte del mondo. Questo dominio era giustificato dall’idea secondo cui le popolazioni colonizzate (in particolar modo quelle africane) fossero inferiori e avessero bisogno di essere civilizzate. Questo pensiero ha portato ad una visione dell’Africa (che dura ancora oggi) come un continente selvaggio e privo di storia e cultura. 

Impatto dell’eurocentrismo sull’Africa: 

Per molto tempo l’Africa è stata descritta come continente senza storia o come continente la cui storia si è sviluppata con l’arrivo degli europei. Questo ha portato all’idea secondo cui l’Africa non abbia contribuito alla storia globale. 

La visione eurocentrica ha sempre visto il continente come: un luogo esotico, le immagini di animali e popoli “primitivi” alimentavano l’idea di un altrove diverso dall’Europa che, però, non era considerato come fonte di ispirazione o di curiosità ma come sfondo per le storie di conquista e scoperta degli europei. 

Tale pensiero è stato a lungo utilizzato per giustificare un sistema in cui le risorse del continente africano venivano sfruttate a beneficio delle potenze europee. Molte delle difficoltà che molti paesi africani devono affrontare ancora oggi, come i confini arbitrari e i conseguenti problemi di stabilità tra i vari popoli sono il risultato diretto della colonizzazione da parte degli europei. 

Decolonizzazione: 

Oggi diversi studiosi stanno cercando di decolonizzare la storia e la cultura dietro a tale visione eurocentrica, ciò significa mettere al centro il punto di vista delle persone del sud del mondo e riconoscere la complessità delle loro culture. Il contesto storico in cui emerge il pensiero decoloniale è da identificarsi in due processi politici fondamentali del Novecento: l’affermazione dei regimi dittatoriali reazionari in America Latina a partire dagli anni Settanta e la fine del socialismo in Unione Sovietica. 

Walter Mignolo è colui che ha costruito un sistema teorico volto alla decostruzione radicale della cultura coloniale, secondo l’autore la decolonialità non è né una disciplina accademica, né un metodo, né una categoria postmoderna, ma piuttosto un tentativo di reintrodurre una nuova grande narrazione a partire da quelle degli ultimi cinque secoli. Narrazione che si pone in opposizione a quelle che Mignolo definisce le “finzioni” della modernità, ovvero a tutte quelle discipline che hanno un’origine storico-geografica precisa (la colonizzazione attraverso la rotta atlantica delle Americhe da parte di soggetti europei, bianchi e cristiani) e che non costituirebbero altro che l’autorappresentazione da parte dell’occidente di cinque secoli di dominio coloniale.   

Walter Mignolo e il pensiero decoloniale (ecointernazionale.com)   

 

L’edizione 2024-2025 del portale è supportata dal progetto “AGIRE”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato interministeriale per la programmazione economica – CUP C29I23001120001 
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