Forse per molte delle nostre città, soprattutto quelle più piccole in provincia, essere molto vicino ai servizi principali, soprattutto se si vive nei pressi del centro, può sembrare banale (20 minuti magari sembrano pure troppi!). Ma pensiamo alle grandi megalopoli del mondo, sarebbe un grande passo avanti poter rinunciare all’auto per gli spostamenti quotidiani. E questo vale soprattutto per i grandi quartieri suburbani, le zone residenziali più esterne alle città e più lontane dai servizi.
Ma perché anche queste zone possano godere di questo grande privilegio, quali devo essere gli ingredienti da mettere in campo? Il piano ne evidenzia in particolare due.
In primo luogo è necessario aumentare la densità abitativa, ovvero il numero di persone che vivono all’interno di una certa area (di solito si calcola sul km quadrato). Molte città, come appunto Melbourne ma anche Los Angeles, sono caratterizzati da immensi quartieri di case singole: sebbene suggestivo, sono necessarie decine di case (con giardino, spesso) per contenere le stesse persone che possono abitare un palazzo di 5-6 piani.
E come evitare l’effetto “palazzoni dormitorio” tipici delle nostre periferie? La risposta sta nel creare il giusto mix di destinazione: perché tutti i palazzi in cui si lavora e i negozi devono essere nel centro, se le persone vivono all’esterno? Il secondo ingrediente riguarda i mezzi pubblici: ne servono di più, che passino più frequentemente e coprano maggiori aree delle città.
Certo, un piano ambizioso e non di certo economico. Ma se vogliamo raggiungere l’SDG 11 entro il 2030, che prevede città sostenibili e inclusive, non abbiamo altra scelta che modificare il modo in cui pianifichiamo lo sviluppo delle città stesse.