Una ciotola di Poke 🥗

11 Maggio 2022
I sistemi di approvvigionamento del cibo del mondo globalizzato, oltre a connettere sempre di più il Nord e il Sud del Mondo, implicano enormi impatti da un punto di vista ambientale (riduzione della biodiversità, alterazione degli ecosistemi naturali), sociale (sfruttamento del lavoro, insicurezza alimentare) ed economico (aumento delle diseguaglianze).

Prima che il cibo raggiunga le nostre tavole, percorre un bel po’ di kilometri e passa per molte mani. Per assicurarci un futuro più sostenibile è fondamentale trovare nuovi modi per gestire e ridurre la nostra impronta in tutte le fasi del processo alimentare. Le criticità che caratterizzano buona parte delle filiere globalizzate e determinano per esempio la dieta delle persone in Europa possono anche coesistere in un unico piatto: per esempio una ciotola di Poke. 

Il Poke, nella sua interpretazione occidentale della ricetta originale hawaiana, è al momento uno dei piatti più di tendenza anche in Italia e rappresenta un ottimo esempio per evidenziare e rappresentare la portata di alcuni degli impatti delle filiere del cibo Nord-Sud. Il Poke è composto da diversi ingredienti: base, proteina, topping, parte croccante e salsa. Generalmente, il suo ingrediente principale è il pesce crudo affettato (poke è un verbo hawaiano che significa tagliare, affettare), servito in una ciotola di riso e condita con molti altri ingredienti: frutta secca (noci, anacardi), verdure (cipollotto, pomodorini, cavolo, alghe), frutta (avocado, ananas, mango, lime), salse e altro (zenzero, erbe, germogli).  

 

Perché è così di tendenza? 


Ci fa scoprire uno stile tropicale. È altamente personalizzabile perché ti permette di scegliere la composizione in base ai tuoi gusti. Sembra sano, è colorato e bello da guardare. Ma soprattutto, segue la tendenza dietetica del momento: pochi carboidrati e tante proteine.  

 

Ma…il Poke è sostenibile? 


Probabilmente la risposta migliore a questa domanda è: potrebbe esserlo, ma nella maggior parte dei casi non lo è.

Potrebbe esserlo perché dipende dalle caratteristiche delle filiere agro-alimentari di ogni ingrediente che compone il piatto e lo rende così ricco. Dato che non esistono al momento standard di sostenibilità internazionalmente riconosciuti per tutti i prodotti, molti degli ingredienti sopra citati hanno filiere lunghe e frammentate. Ciò significa che il processo di trasformazione dei prodotti può avvenire in diversi momenti e paesi o continenti, con tragitti di trasporto lunghi e ripetuti. In aggiunta, le differenze geo-economiche dei paesi coinvolti in queste relazioni commerciali, specialmente quelle Nord-Sud, lasciano spesso spazio alla violazione di alcuni diritti, come i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici o il diritto di accesso all’acqua.  

 

Cosa possiamo fare? 


Di fronte alla consapevolezza della complessità e spesso dell’insostenibilità di alcune delle filiere di approvvigionamento alimentare, ogni consumatore può contribuire con le sue scelte e fare la propria parte.

Come? Innanzitutto, informarsi sulla filiera che coinvolge il prodotto che si vuole acquistare per assicurarsi che sia sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale. Cittadine e cittadini europei, specialmente le generazioni più giovani, chiedono filiere agro-alimentari sostenibili che garantiscano il la sicurezza alimentare e la salute, e sostengano la crescita, l’occupazione e i diritti di lavoratori e lavoratrici nelle filiere alimentari. È comprendendo la complessità dei sistemi di cibo che diventa possibile mettere in campo strategie per correggere distorsioni e criticità. Un’altra soluzione è scegliere ingredienti più sostenibili, cercando di comporre un Poke alternativo. Al posto dei classici ingredienti il vostro Poke potrebbe contenere una proteina vegetale, come i legumi, pesci più sostenibili e verdure meno impattanti, noci e cereali, sarebbe già un primo passo verso la sostenibilità! 

Consulta le infografiche che illustrano le filiere dei prodotti maggiormente contenuti nel Poke a questo link: https://www.foodwave.eu/wp-content/uploads/2022/04/Food-Wave-18-cities-report-FINAL-affiancate_POKE.pdf  

 

Fonte: Està per Food Wave 

 
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