Basti pensare che lo scorso anno (2022) in Italia si sono verificati 310 eventi estremi, principalmente siccità, grandine, trombe d’aria e alluvioni. Sono morte 29 persone a cause dei disastri ambientali e quella del 2022 è stata l’estate più calda della storia Europea, con temperature record anche in Italia. A novembre 2022 la media di CO2 nell’atmosfera si aggirava attorno a 420 ppm (parti per milione), solo 10 punti sotto il limite indicato da esperti per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto gli 1.5°C. Nonostante il costo degli impianti rinnovabili diminuisca di anno in anno, l’Italia sceglie di soddisfare l’80% della propria energia primaria con le fonti fossili, creando ostacoli burocratici alle alternative sostenibili e partecipative, come le comunità energetiche.
Marco Modugno, portavoce di Fridays for Future Italia denuncia: “Le politiche climatiche italiane sono gravemente insufficienti e si manifestano con totale incoerenza: tempistiche tardive, mancanza di un legame tra visione di lungo periodo e obiettivi di medio termine, scarsa implementazione e monitoraggio degli obiettivi raggiunti e disallineamento delle politiche nei diversi livelli dell’amministrazione pubblica”. Michela Spina, portavoce del movimento aggiunge: “La percezione dell’emergenza climatica deve aumentare, specialmente nelle istituzioni, prima che la situazione diventi irreversibili. Tra i disordini di una politica da cui non ci sentiamo rappresentati, noi, giovani attiviste ed attivisti di Fridays For Future, abbiamo scelto di rinnovare la nostra rabbia ancora e ancora, e manifestare insieme Venerdì 3 marzo. Scenderemo nelle piazze di tutto il mondo per trasformare quella rabbia in proposte concrete verso un mondo decarbonizzato”.
per info: https://fridaysforfutureitalia.it/sciopero-globale-per-il-clima-il-3-marzo-la-nostra-rabbia-e-energia-rinnovabile/