Le disuguaglianze danneggiano te e chi ti sta intorno: combattiamole!

15 Aprile 2020
Vi siete mai chiesti perché le persone emigrano? Perché decidono di affrontare viaggi molto rischiosi pur di raggiungere un altro Paese? Beh, nella maggioranza dei casi la risposta è semplice: perché il Paese di origine non offre le stesse condizioni e le stesse opportunità di vita del Paese di destinazione. È quello che gli esperti chiamano “indice di sviluppo umano”. Facciamo un esempio: un bambino che nasce in un Paese con basso indice di sviluppo umano ha molte meno probabilità di sopravvivere e se sopravvive ha una prospettiva di vita di 13 anni inferiore rispetto a chi vive nei Paesi più sviluppati come il nostro. Le disuguaglianze tra le varie nazioni del mondo sono infatti molti forti e nonostante il divario negli standard di base si sta riducendo, le disuguaglianze che riguardano l’accesso ad un’istruzione di qualità, alle nuove tecnologie e l’esposizione ai cambiamenti climatici, continuano a essere consistenti. Disuguaglianza e crisi climatica si intrecciano: i Paesi con più alto indice di sviluppo umano, quindi più ricchi, generalmente inquinano di più contribuendo ad alterare il clima. Tra il 2030 e il 2050, si prevede che i cambiamenti climatici causeranno 250mila morti all'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore, stando a quanto ci dice il programma delle Nazioni unite per lo sviluppo.

Il Goal 10 dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite è proprio focalizzato sul tema della riduzione delle disuguaglianze all'interno di e fra le Nazioni.

Per questo motivo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), in un recente studio, ha analizzato l’andamento delle migrazioni nel nostro secolo avvertendo che il fenomeno è destinato ad aumentare. Nello stesso tempo ha elaborato una serie di raccomandazioni ai governi affinché realizzino politiche utili a favorire l’integrazione, tra le quali troviamo:

  • dialogare in maniera collaborativa con i Paesi di origine dei migranti;

  • usare le nuove tecnologie disponibili anche per la produzione dei beni di consumo e dei servizi;

  • considerare tutti gli elementi della migrazione e dell’integrazione, come l’educazione e la sanità;

  • fare scelte politiche a lungo termine;

  • favorire l’integrazione sociale, coinvolgendo tutti i settori della società e garantendo il coordinamento tra le autorità pubbliche a tutti i livelli.


Per scoprirne di più leggi l’articolo completo qui e qui



Responsabilità editoriale e i contenuti dell’articolo sono a cura dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)
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