Cosa abbiamo imparato dal lockdown? Ma, soprattutto, cosa hanno provato gli adolescenti in più di un anno chiusi in casa?
Sembra già passata un’infinità di tempo, ma da quell’8 marzo 2020 non sono ancora passati neanche due anni.
Nel corso di questi quasi due anni ci sono stati diversi lockdown e una lunga (lunghissima!) serie di DPCM che hanno scandito le nostre vite, rendendoci dei veri e propri esperti di tutta una serie di tematiche che, fino al 2019, non avremmo neanche immaginato che sarebbero diventati parte integrante della nostra quotidianità.
Nel libro “La pandemia degli adolescenti”, edito da Fondazione Media Literacy, si possono trovare testimonianze di studentesse e studenti che, da marzo 2020 a maggio 2021, hanno scritto sul mensile Zai.net, la rivista che da 22 anni dà voce agli adolescenti.
Il libro nasce dalla selezione di più di 700 testimonianze: le parole dei giovani reporter esprimono sofferenze e disagi profondi anche perché per 16 mesi si sono sentiti non considerati, silenziati, invisibili. Tutti ne parlano, Zai.net – come sempre – fa parlare loro.
Anche lo scatto in copertina è realizzato da un giovane reporter di Zai.net, che ha deciso di ritrarre la sorella durante i mesi di reclusione domestica e convivenza forzata.
“E ora che si ricomincia? – si chiede Lidia Gattini, segretario generale della Fondazione – Potrebbe essere una grande occasione per non accontentarci di tornare alla situazione precedente, ma cambiare sul serio. La definizione del Ministro Bianchi di scuola affettuosa che, dopo anni di individualismo, faccia ritrovare a tutti la bellezza di vivere con gli altri, che includa i più fragili e divenga il motore di una crescita del Paese è affascinante e di grande stimolo per chi, come noi, lavora con le studentesse e gli studenti da oltre vent’anni, offrendo loro l’opportunità di esprimersi sui media”.
Proprio perché sappiamo quanto sia importante la possibilità di esprimersi, il ricavato del libro (ultimato nei giorni in cui i talebani prendevano Kabul) sarà devoluto alla Fondazione Pangea ONLUS, perché una corretta educazione ai media è innanzitutto una corretta educazione umana. Questa pubblicazione mette in luce le tante difficoltà che si sono trovati ad affrontare durante la pandemia e come questa abbia cambiato le loro abitudini, ma anche rivelato inaspettate risorse e capacità di elaborare richieste concrete per il futuro.
Potete ottenere il libro e maggiori informazioni qui