Il campo di Shimelba, fondato nel 2001, ha una popolazione composta da circa 6.000 persone, molte delle quali di etnia Kunama, un piccolo gruppo etnico eritreo che è solito migrare insieme alla famiglia e al bestiame. Qui i problemi maggiori, che riguardano il degrado ambientale dovuto alla domanda di legna da ardere e al pascolo del bestiame, provocano tensioni con la vicina comunità residente.
Hitsats è invece un campo giovane, aperto solo 5 anni fa, in cui 10.000 abitanti sono per lo più rappresentati da minori e minori non accompagnati che si fermano solo per brevi periodi prima di proseguire il viaggio verso l’Europa. Situato in un’area remota e secca, Hitsats ha come principale problema la mancanza di acqua: diverse organizzazioni stimano la disponibilità attuale in circa 8 litri per persona al giorno, contro il minimo raccomandato di 20 litri. In entrambi i campi vi è carenza di latrine familiari: le conseguenti scarse condizioni igienico-sanitarie hanno condotto al proliferare di casi di diarrea e malaria. Il progetto mira quindi a rafforzare i servizi nei settori WASH, sussistenza ed energia/ambiente, proponendo attività di costruzione di pozzi e di raccolta dell’acqua piovana, rafforzamento dei centri di formazione in energie rinnovabili ed efficienza energetica, produzione e diffusione di strumenti ad alta efficienza energetica e sostenibili.
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