Il Report “How the Finance Flows” di ActionAid mostra lo squilibrio tra gli investimenti privati alle cause del cambiamento climatico e i finanziamenti pubblici per contrastarlo. Lo studio in particolare fotografa una preoccupante realtà: a sette anni dall’Accordo di Parigi, gli investimenti con cui i principali gruppi bancari hanno finanziato in 134 Paesi del Sud globale i settori che più contribuiscono alla crisi climatica - ossia l’industria dei combustibili fossili e l’agricoltura industriale - sono 20 volte superiori ai fondi pubblici che i governi hanno stanziato per il contrasto al climate change nei medesimi Paesi.
A partire da oggi e fino al 19 aprile ActionAid ha lanciato una settimana di mobilitazione globale in occasione delle assemblee degli azionisti di alcune delle principali banche a livello globale per chiedere ai consigli di amministrazione di alcune delle più grandi banche al mondo di:
- Chiediamo alle banche italiane e internazionali di smettere immediatamente di finanziare le fonti fossili e lo sviluppo dell’agricoltura industriale e di adottare politiche per proteggere il clima e i diritti umani.
In particolare, come Federazione internazionale ActionAid e insieme a un’alleanza di organizzazioni della società civile, ci rivolgiamo a tre grandi gruppi finanziari che abbiamo identificato come target della nostra campagna: Citi, HSBC e Barclays, che da soli rappresentano una quota rilevante dei finanziamenti a business nocivi. - Chiediamo ai Governi di regolamentare il settore bancario per fermare i finanziamenti dannosi e investire in soluzioni sostenibili come le energie rinnovabili e l'agroecologia.
Cosa potete fare voi?
Se non l’avete già fatto…FIRMATE LA PETIZIONE per chiedere alle banche di interrompere i finanziamenti ai settori più inquinanti, a partire dall’industria fossile, come anche previsto dagli Accordi di Parigi del 2015.
PARTECIPATE AL CICLO DI WEBINAR SU CLIMA E FINANZA. Abbiamo organizzato un ciclo di webinar insieme a ValoriLab, una piattaforma di formazione delle Fondazione Finanza Etica, per aiutarci a prendere scelte più consapevoli e fare la nostra parte per ottenere un cambiamento nelle politiche della finanza. Oltre a partecipare al ciclo di incontri sarà possibile, per chi vuole, approfondire i temi con altri video e materiali disponibili sulla piattaforma ValoriLab. Gli incontri si svolgono online alle 18 e hanno una durata di 60 minuti, potete iscrivervi qui: https://m.actionaid.it/webinar_finanza_etica
Partecipate al webinar “Una transizione ecologica (in)giusta. Gli interessi fossili italiani in Mozambico”, che si terrà mercoledì 17 alle ore 18.15 online. Il Mozambico è al terzo posto in Africa per riserve di gas stimate, dietro solo a Nigeria e Algeria. Al largo delle coste mozambicane si trova il bacino di Rovuma, dove è attiva Eni con un impianto galleggiante per la produzione di gas naturale liquefatto, il progetto Coral South FLNG, che la multinazionale energetica italiana intende duplicare con la piattaforma Coral North FLNG. Nel 2017 UBI Banca, oggi parte del gruppo bancario Intesa Sanpaolo, e UniCredit hanno partecipato al finanziamento di Coral South con 270 milioni di dollari. Sfortunatamente è proprio dal 2017 che la crescente presenza di gruppi armati ha portato a un'escalation di violenza nei distretti dove si trova la maggior parte delle attività estrattive, con più di 4mila vittime e circa 900mila sfollati. Tale contesto è considerato molto rischioso per il finanziamento dei progetti per l’estrazione del gas. Ad assicurarli con denaro pubblico è quindi SACE, agenzia italiana di credito all’esportazione (ECA). Tra i progetti fossili garantiti da SACE ci sono proprio Coral South FLNG di Eni, con una garanzia di 700 milioni di euro, e, potenzialmente, Mozambique LNG con 950 milioni di euro. Potete registrarvi al webinar qui: Iscrizione al Webinar - Zoom
Il momento giusto per agire è ora. Unisciti alla campagna internazionale #FundOurFuture. È tempo di cambiare rotta e salvare il nostro Pianeta!