Cos’è la neutralità carbonica e come raggiungerla entro il 2050

10 Gennaio 2022




Nella legge europea sul clima, l'Unione europea si impegna a raggiungere il traguardo della neutralità carbonica, le cosiddette "emissioni zero", entro il 2050. Cosa comporterà in pratica?

Il cambiamento climatico sta colpendo il nostro pianeta, sotto forma di condizioni climatiche estreme quali siccità, ondate di caldo, piogge intense, alluvioni e frane sempre più frequenti, anche in Europa. L'innalzamento del livello dei mari, l'acidificazione dell'oceano e la perdita della biodiversità sono ulteriori conseguenze dei rapidi cambiamenti climatici.

Per riuscire a contenere il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5° - reputata sicura dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) - raggiungere il traguardo emissioni zero entro la metà del ventunesimo secolo è essenziale. Tale obiettivo è previsto anche dall'Accordo di Parigi firmato da 195 paesi, inclusa l'Unione europea.

A dicembre 2019 la Commissione europea ha presentato il Green deal europeo, il piano per rendere l'Europa climaticamente neutrale entro il 2050. Questo obiettivo sarà raggiunto attraverso la legge europea sul clima che inserisce la neutralità climatica nella legislazione vincolante comunitaria.


Cos'è la neutralità carbonica?








È un’espressione che potrebbe essere male interpretata: si potrebbe pensare che significhi “smettere di produrre emissioni di gas serra”, ma non è proprio così. Quando si parla di “emissioni zero” si intende in realtà “emissioni nette zero”, cioè una condizione in cui per ogni tonnellata di COo di un altro gas serra che si diffonde nell’atmosfera se ne rimuove altrettanta. Le emissioni zero (o neutralità carbonica) consistono quindi nel raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l'assorbimento delle stesse. Quando si rimuove anidride carbonica dall'atmosfera si parla di sequestro o immobilizzazione del carbonio. Per raggiungere tale obiettivo, l'emissione dei gas ad effetto serra (GHG) dovrà essere controbilanciata dall'assorbimento delle emissioni di carbonio.


Viene definito pozzo di assorbimento un sistema in grado di assorbire maggiori quantità di carbonio rispetto a quelle che emette. I principali pozzi di assorbimento naturali sono rappresentati dal suolo, dalle foreste, e dagli oceani. Secondo le stime, i pozzi naturali rimuovono tra i 9.5 e gli 11 Gt di CO2 all'anno. Nel 2019, le emissioni globali di CO2 hanno superato di più di tre volte (38.0 Gt) la capacità totale di assorbimento dei pozzi naturali.


Ad oggi, nessun pozzo di assorbimento artificiale è in grado di rimuovere la necessaria quantità di carbonio dall'atmosfera necessaria a combattere il riscaldamento globale. Il carbonio conservato nei pozzi naturali come le foreste è rilasciato nell'atmosfera attraverso gli incendi nelle foreste, i cambiamenti nell'uso del terreno o i disboscamenti. Per questo motivo è fondamentale ridurre le emissioni di carbonio per poter raggiungere la neutralità climatica.



Compensare le emissioni di carbonio


Un altro modo per ridurre le emissioni e raggiungere la neutralità carbonica consiste nel compensare le emissioni prodotte in un settore riducendole in un altro. Questo può essere fatto investendo nelle energie rinnovabili, nell'efficienza energetica o in altre tecnologie pulite. Il Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'UE è un esempio di schema per la compensazione delle emissioni di carbonio.


Il meccanismo della delocalizzazione della CO2 è un altro modo per ridurre le emissioni. Attraverso questo sistema, si conta di aiutare a prevenire la delocalizzazione delle emissioni di CO2 scoraggiando lo spostamento della produzione verso paesi con norme meno rigorose sulle emissioni di gas serra. La Commissione dovrebbe proporre questa tassa sul carbonio nel 2021.



Gli obiettivi dell'Unione europea


L'Unione europea è impegnata in un'ambiziosa politica climatica. Secondo il piano stabilito dal Green Deal, l'UE aspira a diventare il primo continente a togliere dall'atmosfera almeno tanta CO2 quanta ne produce entro il 2050.


Il Parlamento europeo il 7 ottobre ha approvato non solo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, ma anche una riduzione delle emissioni del 60% entro il 2030. Si tratta di una proposta più ambiziosa rispetto alla proposta della Commissione del 55%, a cui il Parlamento richiede di fissare un ulteriore obiettivo intermedio per il 2040 per assicurare il raggiungimento dell'obiettivo finale nel 2050.


Gli eurodeputati hanno chiesto ai singoli stati membri di divenire climaticamente neutrali, così che dopo il 2050 la CO2 rimossa dall'atmosfera sarà maggiore che quella prodotta. Inoltre, tutti i sussidi diretti o indiretti per i combustibili fossili dovranno essere eliminati al massimo entro il 2025.


Nell’aprile 2021, gli eurodeputati hanno raggiunto l’accordo con il Consiglio sull’obbligo per l’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.


L’istituzione di un comitato consultivo scientifico europeo indipendente sui cambiamenti climatici, come suggerito dal PE, servirà a valutare la qualità degli interventi messi in campo e a monitorare i progressi fatti.


Attualmente cinque stati membri dell'UE hanno legiferato circa l'obiettivo emissioni zero: la Svezia mira a raggiungere zero emissioni entro il 2045, mentre Francia, Germania, Danimarca e Ungheria entro il 2050.


Articolo riadattato dall'originale

Per saperne di più su come l'UE lavora per ridurre le emissioni:


Obiettivi nazionali per il 2030


Auto e inquinamento, obiettivi per le emissioni


Emissioni CO2 delle auto: infografica


La storia dei negoziati sul cambiamento climatico: infografica





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