Di Luca Giommoni
Quando ci troviamo a parlare di cooperazione spesso pensiamo a paesi lontani, a culture e tradizioni diverse dalle nostre, a progetti concreti per aiutare le popolazioni colpite da emergenze quali calamità naturali e/o guerre civili.
Quando ci troviamo a parlare di cooperazione spesso ci allontaniamo dall’Italia, pensando all’internazionalità, all’estero, all’etnico.
Tuttavia, la realtà italiana, soprattutto in riferimento alla tematica delle migrazioni, è teatro e palcoscenico della cooperazione a 360 gradi, che ne attraversa i confini interregionali e territoriali.
Questo è quanto emerge anche nel consiglio di lettura di oggi: Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione di Luca Giommoni.
Introdurre questo romanzo significa soffermarsi sul termine di storia (nel senso di successione di vicende e di casi reali o fantastici in quanto oggetto di una narrazione).
Perché di questo tratta il libro, di una storia reale e fantastica. La storia di Makamba (e della sua missione).
Luca Giommoni, nel suo romanzo d’esordio, ci racconta le vicende di alcuni migranti che dai paesi dell’Africa sono arrivati in Italia, ricorrendo ad una scrittura che strizza l’occhio alla favola e alla fantascienza, ottenendo un effetto narrativo etico di grande importanza, che ci porta a riflettere su delle verità della vita che molto spesso in Italia non riusciamo a vedere, a cogliere.
L’autore, così, ci porta a riflettere sulle nostre scelte personali e morali di individui; sul senso più stretto del termine cooperazione (organizzazione di un lavoro in comune per il conseguimento di un dato fine); sulla tematica dell’immigrazione contemporanea, tra le sue ombre e le sue luci.
Dalla IV di copertina:
“Makamba ha una missione: aggiustare il mondo attraverso l’acqua. Partito dal Mali con un quadernino di famiglia e poco più, attraversa i continenti per equilibrare i rubinetti di ogni paese. Dalla Cina alla Svezia, passando per la Libia, Makamba sbarca in Italia per ritrovarsi nel centro di accoglienza straordinaria Arcobaleno. Da lì riprende la sua ambiziosa e sconclusionata impresa, accompagnato dagli altri ospiti del centro, ognuno con la propria specifica idea di mondo, e dagli operatori, che combattono un sistema ostile a suon di cinismo e fialette puzzolenti. La loro storia si muove tra fantasia surreale e terribili esperienze, in una favola che racconta un presente meraviglioso e atroce, in cui il lieto fine va cercato a tutti i costi e, se non lo si trova, va inventato.”
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