Tra le specie aliene, poi, alcune si definiscono invasive (o anche IAS, acronimo dell’inglese “invasive aliene species”), ovvero quelle che si riproducono e si diffondono così rapidamente da entrare in conflitto con le specie residenti soprattutto per le risorse del cibo e del territorio.
Secondo le ultime stime elaborate dal centro di ricerca Senckenberg sulla biodiversità e il clima di Francoforte, in Europa negli ultimi 30 anni il numero di specie aliene è cresciuto del 76%! Si tratterebbe di un dato addirittura in crescita, destinato ad aumentare con circa 2500 specie entro il 2050. Per ogni 100 specie aliene che arrivano in un’area, si stima che solo 1 diventi invasiva.
Ma quali sono gli effetti di questo fenomeno? Gli impatti sono tanti e diversi, a partire da una pericolosa perdita di biodiversità fino ad arrivare alle conseguenze di tipo sociale, economico e sanitario. Facciamo qualche esempio. Tutti noi conosciamo la zanzara tigre (Aedes albopictus), che negli ultimi 30 anni si è diffusa in maniera incontrollata in tutto il mondo ed è originaria del Sudest asiatico. La sua presenza ha modificato il nostro stile di vita negli ambienti aperti e ha contribuito significativamente alla trasmissione di diversi virus.
Un altro insetto di cui molti avranno sentito parlare è il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus): questo parassita ha distrutto migliaia di palme modificando in poco tempo la struttura dei parchi urbani delle città in cui si è insediato. Altri esempi di specie che possiamo trovare in Italia sono:
- Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri) originario dell’Africa centro settentrionale e della regione indo-pakistana;
- Fico degli Ottentotti (Carpobrotus spp) originario del Sudafrica;
- Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) originaria del Nord America;
- Rana toro americana (Lithobates catesbeianu) originaria del Nord America;
- Testuggine palustre americana (Lithobates catesbeianus) originaria del Nord America, Centro America, regioni nordoccidentali del Sudamerica.
Gli zoologi dell’Ispra sostengono che, nonostante questo problema sia percepito dalla collettività come un problema minore, sia a livello globale una delle cinque minacce più pericolose alla biodiversità.
Inoltre, i dati dimostrano che anche i costi economici generati dalle specie invasive sono davvero imponenti: sulla prestigiosa rivista scientifica Nature si legge che tra il 1970 e il 2017 sono stati spesi complessivamente nel mondo una media di 26,8 miliardi di dollari ogni anno per i costi associati ai danni e alle attività di gestione e controllo delle specie. Il danno provocato è drammatico e silenzioso: sulla biodiversità, sull’impollinazione dei raccolti, sulle risorse idriche, sulla produttività agricola, sulla salute pubblica… Le soluzioni esistono, ma per ripristinare l’ambiente originario e ottenere effetti positivi sulla biodiversità, il processo è spesso lungo e i costi sono enormi.
Quella delle specie aliene è una situazione complessa, che viene complicata ulteriormente dalle dinamiche di un mondo interconnesso e dal cambiamento climatico in atto. Molte attività economiche possono favorire l’arrivo per lo più accidentale di nuove specie, per esempio il commercio di animali, la navigazione, l’acquacoltura o la pesca sportiva. Eppure, tutti possiamo dare il nostro contributo alla gestione delle specie, compiendo piccole scelte che possono avere grandi risultati!
(articolo adattato da Nuova Ecologia – numero di settembre 2021)
Per approfondire:
Progetto “LifeAsap” per la promozione di una gestione efficace delle Ias tramite la partecipazione attiva dei cittadini: https://www.lifeasap.eu/index.php/it/
“Life PonDerat”, un esempio di progetto per l’eradicazione di specie aliene invasive nell’habitat delle Isole Ponziane: http://www.ponderat.eu/