Le prime attività sono state di natura umanitaria, per far fronte all’emergenza e alle necessità dettate dal conflitto: distribuzione di cibo e aiuti non alimentari alle famiglie più vulnerabili e iniziative di cash for work. A partire dall’anno successivo, in collaborazione con UNHCR, Cesvi ha cominciato ad occuparsi della protezione di sfollati interni e rifugiati, richiedenti asilo e migranti irregolari, provenienti principalmente dalla Siria e dall’Africa sub-sahariana. Il progetto si concentrava su individui e famiglie che necessitavano di assistenza medica, finanziaria e psicosociale. A ciò si aggiungeva l’impegno nella formazione e sviluppo delle capacità delle autorità libiche al fine di mettere a punto soluzioni di più lungo periodo e garantire un miglior coordinamento tra le parti.
Il progetto sanitario nell’area di Gharyan, Sabratha, Surman, Homs prevedeva l’incremento dell’accesso ai servizi sanitari nei centri di detenzione e nei principali campi sfollati di Tripoli, il miglioramento del servizio sanitario stesso, l’aumento del numero di pazienti riferiti a strutture sanitarie esterne, l’apertura o la riabilitazione di ambulatori. Da allora ad oggi, Cesvi ha operato nella Libia occidentale e orientale in piena continuità con gli anni precedenti.
A Tripoli è presente un centro sociale in cui 120 richiedenti asilo trovano un posto sicuro per incontrarsi e per il supporto reciproco Le attività principali condotte dallo staff di Cesvi nel Centro sono di tre tipi: educazione informale, supporto psicosociale ed eventi di socializzazione e sensibilizzazione. Clicca sul link di seguito per leggere l’articolo completo sul nostro lavoro in Libia:
https://www.cesvi.org/notizie/tripoli-un-centro-sociale-rifugiati-richiedenti-asilo/
FOTO: Giovvani Diffidenti