Come per Kholoud una ragazza di 22 anni che ha sempre e solo vissuto nel villaggio di Beit Zakariya, in Palestina. Anche andare a scuola, per lei, è diventato praticamente impossibile: fino alle medie Kholoud ha potuto frequentare la scuola del villaggio di Beit Zakariya. Questo le ha permesso di avere un’istruzione di base e di cominciare e pensare a cosa le sarebbe piaciuto fare da grande. Dopo la settima classe, per continuare a studiare, ha dovuto spostarsi in una scuola di villaggio vicino. “Ci mettevo più di un’ora per andare a scuola e il tragitto era terribile” racconta Kholoud. “Una volta i soldati ci hanno fermati per controllare le borse. Eravamo tre amici e hanno perquisito solo me. Un’ora passata a vedere i soldati gettare i miei libri in strada e cercare qualcosa nella mia borsa. Mentre io assistevo alla scena in silenzio. Ero terrorizzata. L’unica cosa che ho potuto fare è stata raccogliere i miei libri da terra”. Questo è stato soltanto uno dei problemi che la ragazza ha avuto con i militari israeliani. Per questo motivo, Kholoud ha deciso di abbandonare la scuola.
Haitham, 14 anni, e Sofian, 13 anni sono fratelli e anche loro vivono nel villaggio. Sono due dei 5 figli di Fatma e vivono anche loro nel villaggio di Beit Zakariya. Se loro possono andare nel villaggio, per gli altri fratelli questo non è affatto scontato: gli altri fratelli, infatti, devono per forza spostarsi nella scuola dei villaggi limitrofi. Un’ora di autobus, che può anche rivelarsi molto pericolosa.
Perché capita, sempre troppo spesso, che i ragazzi vengano molestati, picchiati e messi in prigione. O addirittura che i militari sparino. È il motivo principale per il quale ragazzi e ragazze lasciano la scuola. Limitandosi, semplicemente, a trascorrere i loro giorni chiusi in casa.
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