Questo invito è rivolto a tutti gli attori e a tutti i settori, ma in special modo a quelli che più di altri impattano attualmente sul nostro pianeta con alte emissioni di CO2 (anidride carbonica), come ad esempio il settore edilizio. Secondo uno studio dell’organizzazione Global alliance for buildings and construction (GlobalAbc), il settore delle costruzioni sarebbe infatti responsabile del 36% del consumo finale di energia e del 39% delle emissioni totali di biossido di carbonio a livello mondiale. Ma numerosi sprechi si verificano anche quando gli edifici vengono abitati (pensiamo alle nostre case) perché non efficienti da un punto di vista energetico. La principale causa di dispersione energetica deriva dagli impianti di aria condizionata che usano perlopiù energia generata da combustibili fossili e sostanze chimiche che rilasciano emissioni di gas serra. L'uso dei condizionatori è triplicato dal 2010, principalmente perché – indovinate un po’! – in tante regioni delle Terra fa sempre più caldo. Un triste circolo vizioso insomma!
Un altro settore fortemente responsabile delle emissioni rilasciate in atmosfera è quello del turismo. Esso infatti è uno dei settori in crescita degli ultimi decenni e l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni unite stima che saranno 37,4 miliardi i viaggi turistici previsti entro il 2030, con una crescita delle emissioni legate ai trasporti del 103% rispetto al 2005. Questa prospettiva impone al settore turistico di affrontare una sfida importante: ridurre la propria impronta ambientale. Ma solo se punterà all’innovazione potrà riuscirci.
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