Le forme di espressione della violenza sono molteplici e profondamente trasversali. A noi, infatti, giungono quelle più estreme ed evidenti, il più delle volte senza via di ritorno. Eppure, la violenza di genere è infestante, pervade tutti gli ambiti della vita, e il più delle volte facciamo fatica a ricondurre a una matrice patriarcale profondamente radicata nella nostra cultura le sue origini più profonde.
I rapporti di potere si fondano su una salda asimmetria, che diventano strumento di assoggettamento e coercizione. Lo diventano attraverso i quotidiani abusi, le microaggressioni che vengono costantemente minimizzate, la disparità salariale sui luoghi di lavori, il peso del carico di cura riversato unicamente sulle donne, senza una reale possibilità di emancipazione. Lo diventa finanche il linguaggio, specchio di un privilegio maschile, che rifiuta la declinazione di alcune professioni, perché si sa, “non sono quelle le questioni importanti”. Eppure, attraverso il linguaggio nasciamo nel mondo e nello stesso ci definiamo a partire da sembianti rappresentazionali che di noi dicono. E delle nostre capacità, e soprattutto nella potenza di poterci inscrivere in un futuro che finalmente possa diventare anche per noi donne una possibilità concreta.
Alcuni dati
Prevenzione sottocosto. La miopia della politica italiana nella lotta alla violenza maschile contro le donne, il report sul monitoraggio delle politiche antiviolenza è stato di recente pubblicato da ActionAid. In linea con NUDM, viene denunciata la sottovalutazione dei meccanismi di prevenzione e il suo inadeguato finanziamento. Ciò si riflette anche nei dati emersi dalla ricerca: al significativo aumento di risorse (+156%) registrato nell’ultimo decennio, non corrisponde una diminuzione del numero di femminicidi in Italia. Un dato, quest’ultimo, che dimostra quanto siano inadeguate le politiche antiviolenza adottate fino ad oggi e la necessità di intervenire sulle cause culturali che producono e riproducono il fenomeno attraverso l’adozione di una norma che stanzi annualmente fondi certi per la prevenzione primaria, la cui finalità è proprio fare in modo che la violenza non venga proprio agita.
Manifestazione 25 novembre
La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, non deve diventare la ricorrenza della retorica istituzionale sulla lotta alla violenza di genere. D'altronde è un tema ancora trascurato dalla politica, come dimostra l’inadeguatezza del sistema antiviolenza nel suo complesso, su cui le istituzioni ad ogni livello investono poco e su cui si espongono esclusivamente in occasione di ricorrenze simboliche.
È fondamentale sostenere le mobilitazioni del movimento femminista e delle piccole e medie realtà che supportano le donne e le ragazze che subiscono violenza attive 365 giorni l’anno. ActionAid ha aderito al corteo di Roma del 25 novembre 2023 e condivide le proposte del manifesto TransfemministƏ ingovernabili contro la violenza PATRIARCALE! del collettivo femminista Non Una Di Meno (NUDM).
In particolare, ActionAid condivide la necessità di scardinare il sistema patriarcale dalle sue fondamenta in quanto responsabile delle disuguaglianze e discriminazioni di genere che producono e riproducono le varie forme di violenza maschile contro le donne e le persone LGBTQIA+, nonché politiche pubbliche che sempre più restringono alle donne l’accesso ai diritti fondamentali e agli spazi pubblici.
Se vuoi vedere foto o video della manifestazione nazionale a Roma e del corteo a Milano:
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Per approfondire: