Sapere “dove siamo”, quindi, ma soprattutto entrare nel merito della missione assegnata agli agenti di Mirafiori e Esquilino: cosa sia diritto alla salute. Non è scontato considerare un centro di aggregazione giovanile o uno sportello di sostegno quali servizi che stimolino e preservino la salute di un / una giovane. Spesso difatti la considerazione di salute si limita a una dimensione puramente fisica. Pertanto la mappatura è stata anzitutto mentale: di apertura. Città sostenibili sono città laddove il concetto di salute, nel caso specifico di giovani studenti delle superiori, includa non solo un facile e equo accesso alle cure fisiche per tutti, ma anche una più consapevole dimensione alla salute sociale, mentale, emotiva quale diritto imprescindibile. E seppure non sia per tutti scontato, la sensibilità e forse l’innata consapevolezza dei giovani di saper sposare il concetto dello stare bene in tutte le sue sfaccettature ha aiutato a assorbire il senso allargato di diritto alla salute e ampliare la lista dei luoghi da visitare, dei servizi da conoscere e delle persone da incontrare.
E poi tutto è stato in discesa, passando dalla teoria alla pratica e mettendo le mani (bocca, orecchie, naso), nei luoghi laddove le cose accadono, le persone si incontrano e le prospettive si ampliano. All’Esquilino, gli Agenti hanno avuto modo di confrontarsi e intervistare medici e ostetriche del servizio centrale della Asl e del Consultorio di San Giovanni dove hanno “somministrato” domande pre – definite in classe (la tecnica aiuta a non disperdere lo scarso tempo a disposizione!) scoprendo che i medici e il personale sanitario tutto ha insita la consapevolezza di salute quale concetto globale e laddove hanno esplorato il concetto di “eguaglianza in salute” più volte emerso nel percorso in aula. Altresì si sono confrontati con istituzioni municipali, scoprendo come servizi sociali e sanitari devono necessariamente parlarsi per funzionare al meglio, confermando e inspessendo il concetto di salute scoperto. E infine hanno avuto modo di interagire con associazioni del sociale privato per scoprire quante siano le persone che dedicano tempo, anche volontario, al miglioramento del proprio territorio di appartenenza. A Mirafiori non è andata diversamente, il confronto con animatori di strada, centri di aggregazione giovanile, sportelli del consultorio di zona ha avuto l’impatto di confondere le idee prima di consolidare meglio i bisogni considerati prioritari dai giovani Agenti e identificare i servizi in grado di rispondere a tali bisogni.
Ed ecco quindi che i primi mesi sono stati avvincenti e dinamici; hanno peraltro moltiplicato le idee agli Agenti abbastanza per arrivare, a febbraio, al laboratorio di comunità con molte considerazioni che saranno debitamente incanalate nell’identificazione di processi progettuali che aspirino al miglioramento consapevole e accessibile del territorio di appartenenza (nel senso più vasto del termine, naturalmente).