16 giorni di Attivismo durante i quali tutti noi siamo chiamati in prima persona a prendere un ruolo attivo nel dire basta a ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze. ActionAid ha sviluppato la campagna con diverse proposte di attivazione, sviluppate con la preziosa collaborazione del gruppo dei giovani attivisti Cha(i)nge. La prima proposta di attivazione prevede la mobilitazione del territorio, che attraverso semplici compiti può centrare il fondamentale obiettivo di diffondere la campagna capillarmente su tutti i territori. In questo senso “Un filo rosso contro la violenza di genere” è un’iniziativa che si propone di portare consapevolezza sul tema dei soprusi ai danni delle donne attraverso un’installazione realizzata con un filo rosso di 150 metri, che rappresenta simbolicamente il numero medio delle vittime di femminicidio in Italia ogni anno. L’iniziativa ha avuto molto seguito, colorando le piazze e le via di molte città italiane e portando all’attenzione collettiva un messaggio coinvolgente su questo preoccupante fenomeno culturale.
L’attivazione non si ferma nelle piazze e nelle strade delle nostre città, ma per essere davvero effettiva deve raggiungere anche le piazze virtuali dei social: nasce così l’idea di “Liber* dalla violenza: let’s get social!”, una proposta di attivazione online per diffondere le storie delle vittime e di chi si batte contro la violenza e ogni tipo di sopruso. 16 storie per 16 giorni, condivise come post o storie su instagram corredate dall’hashtag #16daysofactivism hanno il compito di fungere da megafono per tutte quelle persone che non riescono a far sentire la propria voce.
I 16 giorni di attivismo si concluderanno - ma solo come campagna, perché l’attivazione non termina qui! - il 10 dicembre quando ActionAid, insieme ad Amnesty International, Caritas, Emergency e Oxfam, scenderanno nelle piazze di tutta Italia per “Diritti a Testa Alta”, una fiaccolata per portare luce sul tema dei Diritti Umani, che oggi a 70 anni dal loro riconoscimento ancora non trovano rispetto e riconoscimento universale.
Tante iniziative insomma, perché l’attenzione verso il tema della violenza di genere trovi la più ampia diffusione possibile e tutti insieme si lotti per debellarlo.
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