Ma cos’è l’ICE? Si tratta di uno strumento di democrazia partecipativa che tramite la raccolta di almeno un milione di firme in 7 paesi dell’UE nell’arco di un anno permette di invitare la Commissione Europea a presentare un atto legislativo in una materia di competenza dell’Unione. Raggiungendo l’obiettivo delle firme, quindi, la Commissione Europea si troverebbe vincolata alla trattazione degli argomenti proposti dai promotori. Ed è veramente importante che di questi temi si parli, e soprattutto che su questi temi l’Europa prenda posizione emettendo direttive, o modificando le normative attuali, in un senso maggiormente protettivo dei diritti di tutte le persone costrette a migrare e di chi fornisce loro aiuto o supporto.
In molti paesi europei fornire assistenza, aiuto o un rifugio ai migranti costituisce un reato (pensiamo all’importante lavoro svolto dalle ONG nel Mediterraneo che rischia di essere impedito da queste norme): quello che si chiede all’Europa è di impedire ai governi di emettere provvedimenti di questo tipo. D’altra parte è anche dovere dell’Europa quello di fornire un’alternativa alla traversata del mare alle persone che cercano di costruirsi una nuova vita, e la richiesta di maggiore supporto ai programmi che garantiscono vie d’ingresso sicure è uno dei punti chiave dell’azione di Welcoming Europe. Infine, non si può non considerare come i migranti, una volta giunti in Europa, siano vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni dei diritti umani, in particolare alle frontiere, e come trovino grandi difficoltà nell'accesso alla giustizia: sul punto i promotori chiedono che tutte le persone vengano protette, indipendentemente dalla loro condizione, e sia garantita giustizia alle vittime di sfruttamento lavorativo e di violazioni dei diritti umani.
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