In onore del 25 aprile e della giornata del Libro (23 aprile), vi proponiamo un libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2023, dedicato alla vita di una donna partigiana straordinaria. Si intitola “La Sibilla”, di Silvia Ballestra.
La straordinaria storia di Joyce Lusso, partigiana, scrittrice, attivista, femminista
Joyce Lussu nasce come Gioconda Salvadori a Firenze, l’8 maggio 1912, da genitori marchigiani con ascendenze inglesi. Il nome Joyce risultava troppo esotico per l’impiegato dell’anagrafe. Lussu lo divenne per matrimonio.
Sua madre era Giacinta Galletti de Cadilhac figlia e nipote di garibaldini, il padre, Guglielmo Salvadori, docente universitario e primo traduttore del filosofo Herbert Spencer, malmenato e più volte minacciato dalle camicie nere, dopo aver pubblicato articoli contro Mussolini, fu costretto all’esilio con la famiglia in Svizzera, nel 1924.
Joyce passa l’adolescenza all’estero, in collegi e ambienti cosmopoliti, maturando un’educazione non formale, ispirata agli interessi della famiglia per la cultura, l’impegno politico e la propensione alla curiosità, al dialogo, ai rapporti sociali. A Ginevra, per la prima volta incontra Emilio Lussu, eroe della Prima Guerra Mondiale, famoso per l’audace fuga dal confino a Lipari insieme a Carlo Rosselli, padre della poetessa Amelia Rosselli. Si innamorano immediatamente ma lui non ha intenzione di impegnarsi vista la vita che conduce.
Tra il 1933 e il 1938 è in più zone dell’Africa; l’interesse per la natura e per lo sfruttamento colonialistico di genti e paesi, resteranno, da allora, motivazioni fortemente legate alla sua scrittura e alla sua vita. Al ritorno dall’Africa, torna attiva nel movimento Giustizia e Libertà insieme al fratello Max. Incontra nuovamente Emilio Lussu, o mister Mill, instancabile organizzatore della resistenza degli esiliati. Stavolta non si lasciano più. Vivono e agiscono in Francia dove si concentra lo sforzo antifascista italiano e si sposano con una cerimonia civile che definiscono “socialista” di fronte a pochi amici.
Torna in Italia subito dopo la caduta di Mussolini e entra nella lotta partigiana. Nome di battaglia: Simonetta. Per la sua militanza raggiunge il grado di Capitana, verrà decorata con la medaglia d’argento al valor militare. A liberazione avvenuta, Joyce Lussu vive da protagonista i primi passi della Repubblica Italiana e il percorso del Partito D’Azione, fino al suo scioglimento. Milita per qualche tempo nel PSI e, nel 1948, fa parte della direzione nazionale del partito.
Dal 1958 al 1960, continuando a battersi nel segno del rinnovamento dei valori libertari dell’antifascismo, sposterà il suo orizzonte di riferimento nella direzione delle lotte contro l’imperialismo. Sono gli anni dei viaggi con organizzazioni internazionali della pace, con movimenti di liberazione anticolonialistici. Dalla metà degli anni 60 la causa del popolo curdo diviene la sua causa, che la conduce nel mondo e, soprattutto, nelle scuole. Nel ’68, sostiene le proteste studentesche, si avvicina all’ecologismo e prende parte alla lotta femminista degli Anni 70 pur senza risparmiare le critiche.
Partigiana, capitana delle brigate Giustizia e Libertà e medaglia d’argento al valor militare, femminista, poetessa, scrittrice, traduttrice, ecologista, attivista. Tanti e nemmeno tutti gli aggettivi per descrivere la straordinaria Joyce Lussu.