1° maggio, Festa del Lavoro

28 Aprile 2023
 

Il 1º maggio è la Festa dei Lavoratori. Quali sono le origini della festa

La celebrazione del Primo Maggio affonda le sue origini alle rivendicazioni per la giornata lavorativa di otto ore a partire da metà Ottocento. A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore sono state soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Nell’ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1° maggio 1886 la data limite a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, e in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400mila lavoratori incrociarono le braccia. Seguirono disordini per diversi giorni fino a quella che, il 4 maggio 1886, fu chiamata la strage di Haymarket Square. Lo scoppio di una bomba a Chicago durante una grande manifestazione operaia causò la morte di sette poliziotti e almeno quattro civili. Così, la data del 1° maggio ha cominciato a caricarsi di un forte significato simbolico.

La ricorrenza come la conosciamo noi oggi, nata per ricordare i diritti dei lavoratori di tutto il mondo, venne ideata il 20 luglio 1889 a Parigi. Il congresso costitutivo della Seconda Internazionale decise “una grande manifestazione organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tutte le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore”. La data proposta fu il 1° maggio, la Festa del Lavoro.

In Italia

La riuscita del 1° maggio 1890 anche in Italia costituisce una sorpresa per molti socialisti e un salto di qualità del movimento dei lavoratori, che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata a un’iniziativa di respiro internazionale. Invece, il 1° maggio 1898 coincide con la fase più acuta dei “moti per il pane “, che investono tutta Italia e hanno un tragico epilogo a Milano. Nei primi anni del Novecento il 1° maggio si caratterizza anche per la rivendicazione del suffragio universale, poi per la protesta contro l’impresa libica e contro la partecipazione dell’Italia alla guerra mondiale.

Il regime fascista decise la soppressione del 1° maggio, che durante il ventennio fu inglobato alla celebrazione del 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma. Così la Festa del Lavoro assume una connotazione frondista e diviene occasione per esprimere in forme diverse (dal garofano rosso all’occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle riunioni in osteria) l’avversione al regime.

Il 1° maggio diviene ufficialmente festa nazionale nel 1947, altra data tragica per i lavoratori, legata all’eccidio di Portella della Ginestra in Sicilia. Il primo maggio 1947 nei pressi della Piana degli Albanesi, vicino Palermo, durante la Festa del Lavoro, la banda Giuliano sparò sulla folla di contadini che festeggiava la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, uccidendo dodici persone e ferendone più di trenta. La matrice politica dell’attentato sembrò evidente, nonostante che l’allora ministro dell’Interno Mario Scelba negasse ovviamente qualunque connessione.

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Orientamento

In occasione del 1° maggio ci sembrava significativo trattare la tematica dell’orientamento scolastico e lavorativo. Rappresenta una tappa importante nel percorso di studenti e studentesse sia nei momenti di transizione tra diversi livelli di istruzione che nel momento di ingresso nel mondo del lavoro. Tuttavia, nel sistema italiano, diverse problematiche legate all’orientamento esistono sia durante le scuole medie, per la scelta del percorso di scuola superiore, che alla fine delle scuole superiori, per la scelta della formazione terziaria o dell’ingresso nel mondo del lavoro. Ciò costituisce un problema perché le giovani e i giovani guidati da un percorso di orientamento di qualità può trovare con più facilità il percorso formativo e lavorativo che più si adatta alle proprie capacità e attitudini, a differenza di chi invece si ritrova senza una bussola.

ActionAid è impegnata nella prevenzione e contrasto delle disuguaglianze educative attraverso la co-progettazione di spazi e percorsi per fornire orientamento a ragazzi e ragazzi adolescenti nel passaggio scuola-scuola / scuola-lavoro.

Nello specifico, Il progetto Mind the Gap ha l’obiettivo di costruire una rete di risposte integrate alle sfide poste dalle disuguaglianze educative, lavorando direttamente sul coinvolgimento attivo di giovani ragazzi e ragazze, e di tutta la comunità educante, nella definizione di un servizio di prossimità per l’orientamento scuola-scuola / scuola-lavoro. Attraverso diversi interventi dentro e fuori le scuole medie e superiori studenti e studentesse hanno la possibilità di sviluppare nuove competenze tecniche e trasversali, attraverso una didattica orientativa, innovativa e inclusiva, coinvolgendoli direttamente nella co-progettazione di un servizio di orientamento, che parta proprio dai loro bisogni, e che valorizzi le risorse presenti sul territorio.

Op-Ed. Orientamento e Partecipazione per l’educazione, è un altro progetto di ActionAid intende rafforzare il percorso di orientamento e i meccanismi di partecipazione per gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado delle città di Palermo, Siracusa e Reggio Calabria, nel quadro di un maggiore coinvolgimento della comunità educante. Lo farà attraverso percorsi integrati ad hoc per studenti e studentesse, docenti e genitori in costante dialogo con gli enti istituzionali territoriali.

 

 
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